Quando tra guardie e ladri non è un gioco sul confine

Controlli, momenti d'attesa e corse a sirene spiegate nella notte: questa è l'avventura che le unità mobili delle guardie di confine della Regione IV vivono ogni giorno. I cacciatori, così vengono chiamati perché si comportano come in una battuta di caccia all'inseguimento della preda (il criminale), sono uomini e donne che devono affrontare l'ignoto, a volte pericoloso, e che credono nella loro missione: la protezione del territorio e delle vite che lo animano. Spesso agli onori della cronaca per il lavoro svolto con i migranti o per aver scovato un ricettacolo colmo di stupefacenti. Il Corriere del Ticino ha seguito una delle squadre mobili in una notte di ordinaria amministrazione. Di ordinario però non c'è nulla: la tensione accompagna il lavoro delle guardie impegnate nei controlli, che scattano veloci non appena arriva una segnalazione. E non si sa mai cosa può accadere. L'azione si accavalla alle storie di vita raccontate da Quattro, Lollo, Mango e Tofo che per una notte ci portano dentro al loro universo, da dove guardare con i loro occhi un mondo in cui ogni persona può nascondere un lato oscuro.
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È la fine di marzo, l'aria è tiepida e c'è ancora luce. Il mondo piano piano scivola verso una placida serata primaverile, ma quando entriamo al Posto Ticino di Chiasso della Regione IV delle guardie di confine ci rendiamo conto che è tutta apparenza. Qui l'ambiente è sereno ma in fermento: gli uomini del turno di giorno si scambiano le informazioni essenziali con quelli del turno di notte. Saranno due le unità mobili in servizio fino all'alba: il capo impiego, due agenti e un giovane agente in formazione. Nomi in codice: Quattro, Mango, Lollo e Tofo. «Ci chiamano cacciatori», dice Quattro, «nel senso che la nostra attitudine è di vedere senza essere visti per cogliere la preda (criminalità transfrontaliera e contrabbando), come verrebbe fatto in una battuta di caccia». Questa notte potrebbero entrare in Ticino tre malviventi con un carico di droga, nascosto in un ricettacolo. In caso di bisogno ci sarà il supporto della squadra di specialisti visite (GSV) in grado di trovare qualsiasi nascondiglio nei veicoli. «Oggi esistono ricettacoli molto sofisticati, che si aprono solo con combinazioni complesse. Un esempio? Azionare le leve del volante in un certo modo, premere la frizione, abbassare il finestrino e accendere la radio il tutto seguendo una precisa sequenza». L'obiettivo del turno è la lotta alla criminalità transfrontaliera: «Controlleremo valichi incustoditi e faremo posti di blocco. Poi naturalmente tutto dipenderà dalle situazioni che incontreremo», aggiunge Quattro.