Lugano

Quanti addii nel PLR: lascia anche Nacaroglu

«Mi sono mancati stimoli e soddisfazioni» - A meno di ripensamenti, non si ripresenteranno nemmeno Pelli, Unternährer, Viscardi, Lüchinger e Ferrari Gamba
© CdT/Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
06.12.2023 06:00

Ci sono separazioni che avvengono in modo improvviso e violento. Altre invece maturano con il tempo, un passo alla volta, senza che chi sta attorno si accorga di nulla, e magari senza che la persona interessata si accorga di nulla, almeno inizialmente. La separazione di Rupen Nacaroglu dalla politica rientra nella seconda categoria. Alle prossime elezioni comunali il capogruppo del PLR non ci sarà, né per la corsa al Municipio né per quella al Consiglio comunale. Come lui, a meno di ripensamenti, non si ricandideranno Fulvio Pelli, Ferruccio Unternährer, Giovanna Viscardi, Urs Lüchinger e Morena Ferrari Gamba: partenze di spessore per i liberali radicali. Senza di loro, uno dei «senatori» della prossima legislatura sarebbe stato proprio Nacaroglu.

«È stata una scelta pensata e ripensata» esordisce l’avvocato. «Sono felicissimo per quanto fatto: otto anni in cui ho dato il mille percento e ho avuto l’onore di ricoprire ruoli importanti come il capogruppo in Consiglio comunale a Lugano e il vicepresidente cantonale. Importanti e impegnativi: c’è stato tanto lavoro che da fuori non si vede, e per una città come Lugano, il modello della politica di milizia non regge più, né per l’Esecutivo né per il Legislativo». Questo però è solo un piatto della bilancia: quello del dare. Cosa c’è, e cosa non c’è, su quello del ricevere? Delusioni? «No, non ho vissuto delusioni. Più che altro delle mancate soddisfazioni: è diverso. Sei deluso quando succede qualcosa che ti fa stare male, mentre a me sono mancati i picchi, gli stimoli. La linea è rimasta prevalentemente piatta, a parte qualche rara eccezione. Parlo ad esempio del mio rapporto sul progetto della Città della Musica a Besso, poi approvato all’unanimità. Oppure della mia elezione a capogruppo. Sono stati momenti importanti, e ne ho vissuti anche altri, ma non bastano per continuare. Non di fronte a tutto il tempo e le forze che richiede questa attività e alla prospettiva di tornare a concentrarmi maggiormente sui progetti professionali e personali che ho in mente da tempo».

Quei preferenziali amari

Ricevere è anche sentirsi importanti per la propria squadra, e qui Nacaroglu non vuol dar adito a equivoci: «Il PLR mi ha valorizzato e messo nelle condizioni di esprimermi, ho imparato tanto e conosciuto persone che rimarranno nella mia vita. Ringrazio Giovanna Viscardi che mi ha convinto a candidarmi nel 2016, Alessandro Speziali che mi ha voluto nella sua squadra, Guido Tognola che mi ha dato molto spazio e Paolo Morel per aver dato equilibrio alla sezione». Di solito a questo punto c’è sempre un «però», e questo caso non fa eccezione, anche se il nostro interlocutore non vorrebbe dar forma a un pensiero critico sul rapporto con il suo partito. Gli vengono in aiuto i numeri, che in quanto tali sono privi di cattive intenzioni. «Se penso alla mia seconda votazione, quando ero candidato anche al Municipio, a premiarmi come il più votato per il Consiglio comunale sono stati soprattutto i preferenziali provenienti da fuori, come se in qualche modo l’elettorato del PLR mi percepisse ancora, dopo quattro anni di Legislativo, come un elemento estraneo». In altre parole: è stato sostenuto più dagli altri che dai suoi.

«La scelta di non ricandidarmi però non è dovuta all’elezione del 2021, ma alla realtà con cui sono confrontato ora: sono competitivo, punto a vincere, e in questo momento non vedo le condizioni ottimali per questa mia attitudine, sia a livello cittadino, sia a livello cantonale. Ho le idee chiare, non ho paura di esporle. Tendo a cercare il compromesso corretto, ma con forza e determinazione. Oggi però si cerca spesso l’estremo, da una parte o dall’altra. In politica, come in tante cose, bisogna essere al posto giusto al momento giusto, e questo non è il momento per me. Il mio comunque non è un addio: direi un arrivederci».

Un messaggio per i giovani

Scorrendo ciò che è stato e che poteva essere in questi otto anni, emerge un pensiero amaro: «Ho visto pochi(ssimi) miei coetanei mettersi a disposizione della cosa pubblica e farlo con entusiasmo: credo si stia gradualmente sprecando una generazione, è un peccato». A un giovane che si candida oggi, cosa si potrebbe dire? «Che per fare politica bene bisogna dare tanto, avere una passione che va ben oltre il fatto di seguire i dibattiti e avere una propria opinione». Ma una cosa, Nacaroglu vuol dirla anche ai più esperti: «Questa continua tendenza, presente in tutti i partiti, di guardare a un passato che non c’è più, a scapito del futuro, rende difficile la crescita e la consapevolezza dei candidati più giovani». Non di rado, però, si ha l’impressione che gli stessi giovani non facciamo molto per essere valorizzati, che non diano abbastanza.

«Spesso, all’interno dei gremi partitici, chi è alle prime armi è frenato dall’inesperienza, ma anche dal timore di esporsi e di precludersi così il sostegno di quei pilastri della vecchia guardia che non si fanno da parte: crescere, così, è più difficile». Ad aprile, il PLR di Lugano vince o perde? «Mi auguro evidentemente che vinca, ma nelle condizioni attuali anche un buon pareggio ci potrebbe bastare». Nacaroglu non ci sarà, perdendosi una delle elezioni più incerte degli ultimi tempi. «Può essere, anche se credo che la vera partita a Lugano si giocherà nel 2028, quando il pareggio non potrà più bastare».

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