Pubblicazione

Quel territorio di parole aperto alle interpretazioni

L’Osservatorio culturale del DECS ha presentato un fascicolo che offre una chiave di lettura privilegiata del Bellinzonese attingendo da alcune citazioni che si trovano nelle opere letterarie di numerosi autori - «Abbiamo creato un fil rouge per consentire un accesso a tutto il materiale raccolto»
Uno scorcio del Bellinzonese osservato dal Montebello. ©CdT/Chiara Zocchetti
Davide Rotondo
Davide Rotondo
01.06.2023 08:57

«Recatevi, una sera limpida di tardo autunno, poco prima che venga notte, in piazza del Sole; fermate i passi di qua dal cerchio luminoso entro cui continua la vicenda degli uomini; guardate, di fronte, la gran massa cupa compatta della rupe, su cui sta, affilato come in un’attonita attesa, il castello d’Uri: nell’intenta contemplazione accoglierete nell’animo una voce intensamente segreta e, malgrado il muto urto del tempo, consolante». È solo uno degli sguardi che il poeta Giorgio Orelli ha dedicato alla sua città adottiva. «castello d’Uri» è infatti un altro modo per chiamare il Castelgrande, che fa parte - insieme al Montebello e al Sasso Corbaro - del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Innumerevoli le citazioni del poeta dedicate alla capitale, che sono state selezionate, commentate e pubblicate nel fascicolo «Territori di parole – Guida letteraria della Svizzera italiana» a cura dell’Osservatorio culturale del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS). Si tratta di una pubblicazione che offre una chiave di lettura privilegiata del Distretto bellinzonese in relazione al suo patrimonio culturale, presentata durante una serata pubblica tenutasi nella gremita sala Benedetto Ferrini del Castello Sasso Corbaro.

Una mappa letteraria

«Territori di parole è nato con l’idea di trovare persone che hanno lasciato testimonianze scritte del nostro territorio e coniuga l’aspetto culturale con quello partecipativo e della ricerca », ha spiegato la direttrice della Divisione della Cultura e degli studi universitari del DECS Raffaella Castagnola Rossini. Si tratta infatti di un progetto partecipativo al quale si può contribuire segnalando citazioni non ancora catalogate (scrivendo a [email protected]). Il lavoro è svolto in collaborazione con l’Istituto design del Dipartimento ambiente costruzioni e design della SUPSI, i cui studenti hanno curato le immagini contenute nell’opuscolo di una ventina di pagine. Il tutto prende il via con l’idea di mappare, o meglio geolocalizzare, i luoghi protagonisti delle produzioni letterarie che riguardano l’intero territorio della Svizzera italiana (map.geo.ti.ch). «Con la mappa e la guida letteraria abbiamo voluto creare delle narrazioni e degli accessi al patrimonio fruibili da tutti. Per questo motivo, tra le oltre 3.000 citazioni finora trovate e 800 autori, il nostro compito è stato quello di creare un fil rouge per consentire un accesso a tutto il materiale raccolto», ha osservato Roland Hochstrasser a capo dell’Ufficio dell’analisi e del patrimonio culturale digitale.

«Bella ma sonnolenta»

Il fascicolo è curato da Davide De Lorenzi, docente di storia e geografia nonché vicedirettore della scuola media di Castione. «Con questo lavoro si vuole dare uno sguardo sul Distretto proponendo delle piste di lettura per leggere e interpretare le citazioni selezionate. Nella prima parte sono raccolte quelle di Giorgio Orelli ed è molto interessante legarle alla geografia di Bellinzona e capire come un poeta guarda la sua città. La descrive come bella ma anche un po’ noiosa e sonnolenta », spiega De lorenzi. La seconda parte del fascicolo lascia spazio ad altri autori, come Emil Balmer, che in uno scritto del 1937 considera Bellinzona (insieme ad altri autori) come la porta verso il meridione: «Fiera e severa, avvolta nel suo lungo storico manto, Bellinzona ti viene incontro per la prima. Una grande apparizione, che impone rispetto. La sua faccia regolare e seria è incorniciata di lunghe trecce – sul capo una vecchia corona – un diadema merlato: Uri, Svitto e Unterwalden! (…) La nobile castellana apre la massiccia porta di quercia, e con un inchino pieno di dignità accenna verso il bel Ticino meridionale». Tra le citazioni proposte emergono infatti quelle dei viaggiatori del Settecento e l’Ottocento che, dopo aver intrapreso una faticosa traversata delle Alpi attraverso il Gottardo, arrivano a Bellinzona e sentono “il Sud”. «Alcuni autori, descrivendo la mercanzia delle botteghe che vendono pasta, affermano di sentirsi già in Italia».

Il fascicolo è disponibile anche per i Distretti di Mendrisio, Lugano, Blenio e Locarno (scaricabili qui) mentre sono attesi quelli di Leventina e del Grigioni italiano. Prossimamente verranno presentati degli itinerari didattici per le scuole che, basandosi sui fascicoli, si presteranno a lavori interdisciplinari tra italiano, storia e geografia.

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