Clima

«Quella del Consiglio federale è una dichiarazione insufficiente e ambigua»

Questo il parere dell'Istituto svizzero per i diritti umani in merito alla dichiarazione del Governo sulla decisione della CEDU sul caso «Anziane per il clima»
© KEYSTONE / GAETAN BALLY
Red. Online
28.08.2024 17:22

Dopo il Parlamento, anche il Consiglio federale si è pronunciato oggi sulla decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) sul caso «Anziane per il clima». La sua dichiarazione riafferma l'appartenenza della Svizzera alla Corte europea dei diritti dell'uomo, senza però riconoscere esplicitamente il carattere vincolante delle sue sentenze. L’Istituto svizzero per i diritti umani (ISDH), in una nota, si dice «preoccupato del fatto che il Consiglio federale non pianifichi ulteriori misure per proteggere i diritti umani di fronte alla crisi climatica». L'esecuzione della sentenza resta quindi insufficiente, come probabilmente confermerà il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa.

Nella sua decisione odierna il Consiglio federale riconosce che «la [Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU)] e l'adesione al Consiglio d'Europa (...) sono di grande importanza per la Svizzera». L'ISDH, si legge sempre nella nota, «accoglie favorevolmente questa posizione». Tuttavia, come nella dichiarazione del Parlamento dello scorso giugno, «è preoccupante che il carattere vincolante delle sentenze della Corte europea – pur essendo un aspetto fondamentale del sistema di tutela dei diritti umani in Europa – non sia stato esplicitamente confermato».

Ma non è tutto. L'ISDH è preoccupato inoltre della critica del Consiglio federale nei confronti di un’ «interpretazione estensiva della CEDU da parte della Corte europea». Ciò, secondo l'Istituto, contraddice in parte il sostegno annunciato dal Consiglio federale alla Corte di Strasburgo. «La Convenzione è uno strumento vivo: ciò risulta chiaramente dalla giurisprudenza della Corte. È anche una condizione necessaria affinché i diritti umani rispondano efficacemente alle sfide del nostro tempo. Rifiutare questa idea rende quantomeno ambiguo il sostegno del Consiglio federale alla Corte», afferma l'ISDH.

Misure insufficienti che potrebbero indebolire la posizione della CEDU

Inoltre, la posizione del Consiglio federale secondo cui «la Svizzera soddisfa i requisiti della sentenza in materia di politica climatica» difficilmente si concilia con il sostegno mostrato alla Corte di Strasburgo. Al contrario, questa affermazione potrebbe nuocere nel prossimo futuro alla posizione della CEDU in Svizzera.

È infatti prevedibile, sottolinea l'ISDH, che le misure annunciate non soddisfaranno il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, l'organismo incaricato di garantire l'applicazione delle sentenze della Corte europea da parte degli Stati membri. Probabilmente il Comitato dei Ministri chiederà alla Svizzera ulteriori misure, ad esempio un budget per la CO2.

Misure aggiuntive che saranno prevedibilmente molto impopolari a livello politico. Assumendo impegni minimi per l'attuazione della sentenza, il Consiglio federale esercita un'ulteriore pressione sull'adesione della Svizzera alla CEDU. Rafforza inoltre la posizione degli attori che chiedono di prendere le distanze o addirittura di lasciare la Corte europea dei diritti dell’uomo.

Stefan Schlegel, direttore dell'Istituto svizzero per i diritti umani, ha dichiarato: «Nei tempi difficili che ci attendono, invitiamo tutti gli attori politici a mantenere la protezione che la CEDU offre alla popolazione svizzera, indipendentemente dal fatto che siano d'accordo o in disaccordo con la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo sul caso «Anziane per il clima». Dalla sua ratifica avvenuta 50 anni fa, la CEDU ha influenzato notevolmente la legislazione e la giurisprudenza svizzera, a cominciare dalla Costituzione. Il suo valore per la tutela quotidiana dei nostri diritti umani è inestimabile.»