Quella scuola di Montreux dove per andare in bagno gli allievi devono timbrare il cartellino
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A ogni richiesta di recarsi al gabinetto, l'allievo deve consegnare la propria agenda sulla quale viene segnato l'orario di uscita e quello di rientro in aula. In caso di mancata presentazione dell'agenda, non è consentito lasciare l'aula. E ancora, durante le ore di lezione, i ragazzi possono andare in bagno solo una volta alla mattina e una al pomeriggio. Infine, durante la ricreazione i ragazzi possono sì andare alla toilette, ma dopo aver ottenuto il permesso di un sorvegliante. Regole, queste, che sembrano quelle di uno stabilimento penitenziario altamente sorvegliato e che, invece, sono quelle applicate nella scuola di Montreux-Est che accoglie circa 700 allievi di età compresa tra i 10 e i 15 anni. Applicate a partire dal rientro sui banchi di scuola di gennaio e messe nero su bianco con una circolare, queste particolari disposizioni non hanno mancato di sollevare il malumore tra ragazzi e genitori che hanno quindi deciso di denunciare la situazione.
La direzione, spiega il 24 heures che ha reso pubblica la questione, sottolinea che «gli allievi hanno sempre la possibilità di recarsi al bagno durante le pause (ogni 45 minuti) così come durante la ricreazione. L'uso dei gabinetti durante queste pause sottostà al regolamento d'istituto validato dal Consiglio d'Istituto e dalla Direction générale de l'enseignement obligatoire et de la pédagogie spécialisée del canton Vaud».
Le rassicurazioni o, meglio, i chiarimenti dell'istituto scolastico non hanno però trovato il favore dei genitori di alcuni allievi che, chiedendo di rimanere anonimi, si sono detti «estremamente scioccati» e hanno denunciato un regime di «punizione collettiva» e un clima «ansiogeno». «Un'intera mattinata è lunga» osserva una madre. «Alcuni bambini sensibili si sentono male e hanno paura. E pensate alle giovani ragazze quando hanno il ciclo mestruale. Devono esibire ogni volta un certificato medico?».
Il fatto all'origine di queste disposizioni
Ma come mai lo stabilimento scolastico di Montreux-Est ha optato per l'adozione di queste misure restrittive riguardo alla possibilità di andare al gabinetto? Decretate lo scorso 17 dicembre, le disposizioni intendono essere una risposta alle «depredazioni» avvenute nei bagni. In particolare, secondo quanto riportato in modo unanime da diversi allievi, i muri delle toilette sarebbero stati imbrattati, sarebbero stati sparsi escrementi nei bagni e una spazzatura sarebbe stata bruciata. A seguito dell'accaduto, il Comune, proprietario dell'edificio, ha sporto una denuncia. «È la prassi, in caso di danni», spiega il municipale Caleb Walther.
Bene, ma spiegate le ragioni che hanno portato all'adozione di queste disposizioni, chi è che le ha però decise? Essendo di competenza della scuola, è stata la conferenza degli insegnati a decidere «le misure più appropriate».
Di fronte al fatto compiuto, i genitori degli allievi sono concordi nel dire che coloro che si sono resi protagonisti di atti di vandalismo nei bagni della scuola devono essere puniti. Non sono invece d'accordo che a pagare per i gesti di una minoranza sia l'intera scuola. «Ciò che sta accadendo contravviene ai diritti dell'infanzia» si spinge a dire una madre. «Queste misure non hanno niente di pedagogico. Non è questo il messaggio che deve passare», continua la donna.
Le prese di posizione
La situazione all'interno dell'istituto, insomma, non è delle più rosee, per usare un'eufemismo. Se, però, da una parte, i genitori hanno deciso di denunciare ciò che i propri figli sono costretti a vivere quotidianamente, gli insegnati preferiscono non esprimersi.
Da parte sua, Jacqueline Pellet, municipale responsabile delle scuole, rifiuta di commentare la questione in quanto l'ufficio comunale delle scuole «non ha competenze pedagogiche in materia».
A parlare è invece Olivier Müller, membro del gruppo genitori del Consiglio d'istituto della scuola nonché presidente del Consiglio comunale e padre di un allievo. Egli si dice sconvolto dalle misure adottate nella scuola. Per questa ragione ha scritto alla direzione dell'istituto e al Cantone.
E Sandrine Kern, la direttrice dell'istituto, invece, che cosa dice? La donna precisa innanzitutto che gli autori degli atti di vandalismo sono stati identificati e sanzionati. I loro genitori sono inoltre stati informati. La direttrice puntualizza tuttavia che gli atti di vandalismo nei bagni dello stabile scolastico non sono un fenomeno isolato e che i gabinetti «sono regolarmente saccheggiati dal rientro sui banchi di scuola ad agosto». Kern osserva altresì che durante lo stesso periodo si è assistito a un forte aumento di allievi che si assentavano durante le ore di lezione.
La direttrice sottolinea inoltre che prime di adottare queste impopolari misure «altre soluzioni sono state studiate e testate». Tuttavia non hanno portato i risultati sperati. Al contrario, con le restrizioni sulle uscite per andare al bagno la situazione è migliorata.
La Direzione generale dell'insegnamento obbligatorio (DGEO) del canton Vaud, infine, dice di sostenere le azioni delle sue direzioni scolastiche. «Non è la prima volta che, confrontati con atti di vandalismo ripetuto, misure più forti devono essere adottate, sempre, tuttavia, in maniera proporzionale e mirata» dice il responsabile della comunicazione Julien Schekter.