Quella strage che sconvolse la Svizzera

Venticinque anni fa la strage dei membri della setta esoterica dell’Ordine del Tempo Solare (OTS) scosse profondamente la Svizzera. Venticinque persone morirono avvelenate e carbonizzate a Salvan (VS), 23 soffocate o uccise a colpi d’arma da fuoco a Cheiry (FR) e altre 5 in Quebec (Canada).
Il 5 ottobre 1994, poco prima dell’alba, 23 cadaveri furono scoperti in una fattoria in fiamme nel villaggio di Cheiry, nel distretto della Broye. Le vittime indossavano abiti cerimoniali. Quasi contemporaneamente in uno chalet in fiamme a Salvan, sulle alture di Vernayaz, furono ritrovati altri 25 morti.
Poliziotti e i giudici inquirenti si resero immediatamente conto di essere di fronte a un evento straordinario e i media diedero ampio risalto alla vicenda. L’intuizione si confermò il giorno dopo quando dal Canada giunse la notizia del ritrovamento di altri cinque cadaveri in uno chalet a Morin Heights, un villaggio a un ora di strada da Montréal.
Il denominatore comune era all’appartenenza all’Ordine del Tempio Solare, una setta apocalittica. I due fondatori, Luc Jouret e Joseph di Mambro, morirono assieme ai loro seguaci per raggiungere «un’altra dimensione». Molte domande rimangono ancora senza risposta.
A Salvan, gli adepti ingerirono derivati del curaro prima di perire nell’incendio. A Cheiry invece, 20 delle 23 vittime presentavano ferite d’arma da fuoco, quasi tutte alla testa. Parte dei proiettili furono esplosi con una pistola poi ritrovata a Salvan.
Ancora oggi sui motivi della strage non ci sono certezze. Negli anni ‘80 le conferenze del naturopata belga Luc Jouret sedussero diverse persone inclini all’esoterismo. Nel 1983, a Ginevra, fu creato un «ordine» che riuniva diversi gruppi esoterici. Fra i fondatori, oltre a Jouret, anche un noto truffatore franco-canadese: Jo Di Mambro.
Nel 1989, l’Ordine del Tempio Solare contava 442 membri, la maggior parte dei quali francesi, svizzeri e canadesi. La setta, con articoli sui media e spot pubblicitari, si descriveva come una comunità vicina alla terra e alla natura, che viveva felice.
La realtà era molto meno idilliaca. I due guru si circondarono da un gruppo di fedelissimi ai quali fecero credere di essere degli «eletti» in grado di sopravvivere all’apocalisse. Il cocktail mistico-esoterico-religioso servito da Jo di Mambro con l’aiuto di effetti speciali riuscì a convincere per diversi anni, ma la condanna in Canada dei membri della setta per possesso illegale di armi segnò un cambiamento di rotta. Alcuni finanziatori iniziarono a distanziarsi dalla setta e i soldi finirono.
I «maestri del culto» decisero quindi di anticipare il «viaggio verso Sirio», cioè la morte. Il dramma che coinvolse 53 persone in Svizzera e in Canada non fu l’ultimo: nel dicembre 1995 16 corpi carbonizzati furono scoperti nel massiccio francese del Vercors e il 23 marzo 1997 altre cinque persone furono ritrovate a Saint-Casimir, ancora in Quebec. Bilancio totale fu di 74 morti, fra cui 30 svizzeri, 30 francesi e 10 canadesi.
A Salvan e Cheiry oggi non c’è più traccia del massacro. Lo chalet e la fattoria che furono lo scenario della strage sono stati rasi al suolo e non c’è nulla che ci ricordi i tragici eventi. «Nessuno nel villaggio ne parla più», ha spiegato il sindaco di Salvan in occasione del 20. anniversario della tragedia. Si è voltata questa triste pagina, anche se le domande rimangono.