Il caso

Quelle candidature inviate per errore per diventare presidente dell'Islanda

Nelle scorse settimane, più di cento persone hanno inviato per sbaglio la loro candidatura per sostituire Guðni Jóhannesson alle prossime elezioni presidenziali: in realtà, però, volevano solamente partecipare a una raccolta firme per sostenere i politici davvero in corsa per l'incarico
© AP Photo/Brynjar Gauti
Red. Online
27.05.2024 22:30

Centocinquanta persone vogliono diventare presidente d'Islanda. O, per meglio dire, questo è ciò che i funzionari incaricati di esaminare le candidature per le elezioni presidenziali – in programma il 1. giugno nel Paese nordico – si sono ritrovati a pensare per un attimo. In realtà, però, si trattava di un errore. Di un malinteso, per essere precisi. Colpa di un pulsante non sufficientemente chiaro, che decine e decine di islandesi hanno premuto credendo, in quel modo, di supportare la candidatura – reale – di un'altra persona. Non sapendo che, invece, compilando un breve form online, si erano inconsapevolmente candidati nella corsa alla presidenza islandese, per sostituire l'attuale presidente Guðni Jóhannesson. Che lascerà l'incarico fra pochi giorni, dopo 8 anni in carica. 

Scendiamo, però, nel dettaglio della questione. Tutto ha avuto origine quando molti tra i nuovi candidati hanno chiesto ai loro elettori di sostenerli in un modo – apparentemente – molto semplice. Ossia, andando sulla pagina dedicata alle elezioni e partecipando all'apposita raccolta firme. Raccolta che avrebbe dovuto aiutare i politici islandesi candidati ad apparire sulla scheda elettorale. Un'operazione semplice, da dirsi. Ma solo sulla carta, a quanto pare.

Decine e decine di persone, cercando di supportare il loro candidato preferito, hanno inavvertitamente compilato il form sbagliato, inserendo i loro dati per proporsi come nuovo o nuova presidente d'Islanda. Un procedimento, come svelano diversi media internazionali, eseguito senza che le persone coinvolte se ne rendessero conto, addirittura per settimane. 

In un primo momento, inoltrando la presunta firma di sostegno per il candidato, seppur sbagliando, nessuno si era accorto dell'errore. Compilando il form, infatti, non appariva alcun messaggio che potesse avvisare le persone dell'aver appena inoltrato una candidatura per le presidenziali. Tuttavia, tempo qualche giorno, l'anomalia è stata svelata. Dai giornalisti che si sono trovati di fronte a un numero spropositato di candidature. Troppo grande per non pensare che si trattasse di un errore.

Durante le scorse elezioni, infatti, il numero totale dei politici in corsa come nuovo presidente islandese aveva raramente superato la decina. Diversi giornalisti islandesi, dunque, hanno contatto alcuni dei presunti candidati, chiedendo loro quali fossero le ragioni che li avevano portati – in massa – a proporsi per l'incarico. Considerato molto importante dal punto di vista simbolico, sebbene in Islanda il presidente svolga un ruolo prevalentemente cerimoniale. 

È a quel punto, insomma, che il mistero è stato svelato. Come riportano alcuni media internazionali, tra cui Bloomberg, molte persone si sono accorte dell'errore solo nel momento in cui sono state contattate dai media. È il caso di una donna di 59 anni che ha raccontato di essersi resa conto di essersi candidata come presidente mentre era in vacanza in Austria, dopo essere stata contattata da un giornalista dell'emittente nazionale islandese. «Ho commesso un errore maldestro. Non avevo gli occhiali e ho aperto per sbaglio la mia raccolta firme». Anziché firmare per quella di un candidato. Il problema, infatti, è nato dal fatto che la pagina chiamata «Raccolta adesioni per i candidati alle presidenziali del 2024» fosse dedicata sia alle candidature vere e proprie, che alla raccolta firme. Sulla parte superiore della schermata era presente una descrizione che spiegava in che modo candidarsi per le presidenziali. Ossia, cliccando un grosso pulsante con scritto «Accedi». Lo stesso pulsante che ha tratto in inganno molte persone, che per sostenere un altro politico – come realmente intenzionate a fare – avrebbero solamente dovuto scorrere più in fondo nella pagina, per trovare la sezione desiderata. 

Capito l'errore, il dipartimento del governo islandese interessato ha prontamente modificato la pagina. Spostando più in alto la sezione dedicata alle raccolte di firme e modificando il nome del pulsante che aveva «ingannato» diversi islandesi. Ciononostante, il numero di candidature «fake» non si è fermato. Complice, da un lato, la rilevanza mediatica. E dall'altro, la facilità con cui, tutto sommato, si può inoltrare la propria candidatura e avere una chance di diventare il nuovo o la nuova presidente d'Islanda. 

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