Quell'iceberg «più grande del mondo» che va a spasso per l'Antartide

A23a. È questo il nome dell'iceberg più grande al mondo. Parliamo di un gigante di 3.880 chilometri quadrati, che corrispondono al doppio dell'estensione di Londra, che è tornato a muoversi di recente. Dove? In Antartide, certamente. Sorprendendo tutti. Dopo essersi staccato nel 1986, l'iceberg era infatti rimasto incagliato nel fondale del Mare di Weddell, a Nord-Ovest del continente antartico. In altre parole, per quasi 40 anni, A23a aveva assunto le sembianze di un'isola di ghiaccio. Poi, lo scorso novembre, qualcosa si è mosso. Letteralmente. E continua a muoversi.
Ma partiamo dal principio. Per quasi quarant'anni, dicevamo, A23a è rimasto fermo. In silenzio, quasi. Poi, nel 2020, sono stati registrati dei primi movimenti. Nulla che, almeno inizialmente, abbia particolarmente catturato l'attenzione degli scienziati.
Con il passare dei mesi, però, l'iceberg si è disincagliato dal fondale marino ed è tornato a muoversi nelle acque attorno al continente antartico. Una condizione, questa, che secondo gli esperti sarebbe stata favorita dalla progressiva riduzione delle sue dimensioni.

Tuttavia, da quando l'iceberg ha iniziato a muoversi, a fine novembre, ad oggi, i dati raccolti dalla missione CryoSat-2 dell'ESA (Agenzia Spaziale Europea) sono riusciti a raccontarci qualcosa di più su questo «mostro di ghiaccio», che pesa circa un trilione di tonnellate. Come? Con un radar altimetro in grado di rilevare quanta parte della massa dell'iceberg sia effettivamente al di sopra della linea di galleggiamento. E, va da sé, anche in che percentuale sia sommersa.
Ma non è tutto. Già, perché questi dati permettono anche di osservare l'assottigliamento di A23a, dal momento che spostandosi raggiunge acque oceaniche più calde di quelle in cui «è nato». E parlando di assottigliamento, i dati di CryoSat-2 hanno confermato che il motivo per cui il grande iceberg è tornato a muoversi è da cercare proprio nella sua perdita graduale di massa.
Nello specifico, lo spessore del gigante di ghiaccio è diminuito costantemente di 2,5 metri all'anno. Nulla di sorprendente, a detta dei ricercatori. Anzi, si tratterebbe di un dato comune, perfettamente in relazione con quelle che sono le temperature dell'acqua nel Mare di Weddell. Ciò che è curioso, è che l'iceberg in questione non è un blocco uniforme: alcune parti che lo compongono sono più spesse di altre.
La domanda, ora, sorge spontanea: che cosa accadrà ad A23a? Gli esperti qualche idea ce l'hanno. Al momento, il «mega iceberg» ha raggiunto la punta della Penisola Antartica. Un punto del Pianeta dove convergono vari flusso d'acqua in rapido movimento, che ruotano in senso orario intorno al continente.
La partita, dunque, si giocherà proprio qui. Il destino di A23a, insomma, dipenderà dal modo in cui interagirà con i flussi d'acqua e con i venti occidentali, che a loro volta determineranno la direzione che seguirà. Tuttavia, gli esperti ipotizzano che il mostro di ghiaccio possa seguire una rotta nota come «iceberg alley». Letteralmente il vicolo degli iceberg, che lo condurrebbe verso la Georgia del Sud, uno dei territori britannici d'oltremare.
Un po' di preoccupazione per la sorte di questo gigantesco blocco di ghiaccio, dopotutto però, esiste. Il distacco e la conseguente perdita di massa ha soprattutto riacceso i riflettori sui rischi legati all'innalzamento del livello del mare. Anche se, fino ad ora, l'Antartide ha contribuito in maniera piuttosto ridotta al fenomeno, eventi come questi accendono campanelli d'allarme non indifferenti.
Concretamente, però, non c'è da preoccuparsi. La storia di A23a è diventata virale proprio a causa delle sue imponenti dimensioni, ma come sempre è accaduto fino ad ora, tutti gli icerberg, per quanto grandi, alla fine sono destinati a sciogliersi. Poco a poco, fino a scomparire.