Stati Uniti

Quello tra Vance e Walz è stato un dibattito civile incentrato su questioni politiche

Immigrazione, aborto, violenza armata e l'assalto al Campidoglio i principali temi affrontati nel faccia a faccia tra i due candidati vicepresidenti
© EPA/SARAH YENESEL
Red. Online
02.10.2024 09:01

È stato un dibattito civile incentrato su questioni politiche e non su attacchi personali quello andato in scena nella notte sulla CBS tra i due candidati vicepresidenti: il governatore del Minnesota Tim Walz e il senatore dell'Ohio JD Vance. Una rarità in una politica americana dai toni sempre più duri e sopra le righe. A testimoniare la cordialità del faccia a faccia c'è anche il fatto che, alla fine del dibattito, i due candidati vicepresidenti si sono stretti la mano e hanno chiacchierato lontano dai microfoni.

In un evento che difficilmente cambierà la traiettoria della corsa presidenziale, i due candidati in corsa sono stati cordiali tra loro, concentrando i loro attacchi invece sui vertici delle liste opposte e concentrandosi in gran parte sulle differenze politiche. Vance ha ripetutamente attaccato la vicepresidente Kamala Harris sulla sicurezza dei confini, mentre Walz ha attaccato duramente l'ex presidente Donald Trump sui diritti all'aborto.

Il senatore dell'Ohio con laurea a Yale è apparso più a suo agio, più fiducioso, più fluido nell'eloquio, proponendosi come una versione colta ed educata del trumpismo e riuscendo a rendere più appetibile le ricette del tycoon. Mentre il governatore del Minnesota era più impacciato, più nervoso, più preoccupato di snocciolare tutti i talking point imparati a memoria piuttosto che di incalzare l'avversario.

Ma vediamo quali sono stati i punti salienti del dibattito che è stato quasi interamente incentrato su questioni interne. Ad aiutarci è un articolo della CNN che mette in luce le questioni fondamentali affrontate nel faccia a faccia tra Walz e Vance.

La questione Israeliana

Il dibattito si è aperto con la domanda se i due candidati vicepresidenti sostenessero un attacco preventivo di Israele all'Iran. Entrambi hanno preferito glissare. Vance si è limitato a dire che «la scelta spetta a Israele e che bisogna sostenere gli alleati ovunque combattano i cattivi», ricordando che Trump ha garantito la pace. Walz invece ha denunciato che, in questo momento, il mondo non ha bisogno di un quasi ottantenne che parla delle dimensioni delle folle ai suoi comizi.

L'assalto al Campidoglio

La divisione più netta della serata si è verificata quando Walz ha messo Vance alle strette riguardo all'assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e alle false affermazioni di Trump secondo cui avrebbe vinto le elezioni del 2020.

«Ha perso le elezioni del 2020?», ha chiesto Walz a Vance nel tentativo di costringere il senatore dell'Ohio a riconoscere una realtà che Trump stesso non intende riconoscere. «Tim, sono concentrato sul futuro», ha risposto Vance. Alla puntualizzazione di Waltz riguardo al fatto che Vance non avesse risposto alla domanda, quest'ultimo ha detto: «Cosa è successo il 6 gennaio? Joe Biden è diventato presidente; Donald Trump ha lasciato la Casa Bianca». 

Nel tentativo di sostenere che le azioni di Trump nel 2020 non erano insolite, il senatore dell'Ohio ha quindi fatto riferimento alle lamentele dei democratici sull'interferenza russa nelle elezioni del 2016. Walz ha però sottolineato che, a differenza di Trump, Clinton ha ammesso la sconfitta e non ha tentato di interferire con lo spoglio dei voti elettorali.

Walz ha inoltre accusato Trump di stare gettando le basi per respingere l'esito delle elezioni qualora perdesse. «Eccoci qui quattro anni dopo, sulla stessa barca. Il vincitore deve essere il vincitore. Tutto questo deve finire. Sta facendo a pezzi il nostro Paese».

L'immigrazione

Durante il dibattito sono poi stati affrontati i temi dell'immigrazione e della sicurezza delle frontiere. Walz ha invocato le false affermazioni di Vance secondo cui gli immigrati haitiani mangiano gli animali domestici dei residenti di Springfield, in Ohio. «Ci sono delle conseguenze per questo», ha detto Walz, sottolineando che il governatore dell'Ohio Mike DeWine, un repubblicano, ha inviato la polizia di Stato a Springfield per garantire la sicurezza dei bambini dopo una serie di minacce di bomba.

Sulla situazione in Ohio, Vance ha dal canto suo detto che le persone a cui tiene di più a Springfield sono i cittadini americani. Egli ha quindi affermato che nella città dell'Ohio – e in altre simili – a causa dell'afflusso di migranti, «le scuole sono sovraffollate, gli ospedali sono sovraffollati, gli alloggi sono totalmente inaccessibili».

Ciò che Vance non ha detto e che è stato prontamente sottolineato dalla conduttrice del dibattito è che i 12.000-15.000 migranti haitiani di Springfield si trovano legalmente negli Stati Uniti.

Più in generale, il dibattito sull'immigrazione ha visto il vice del tycoon accusare Harris per la politica dei confini aperti che favoriscono i cartelli della droga e le invasioni di milioni di immigrati illegali. Walz ha invece accusato Vance di «diffamare e disumanizzare i migranti».

Walz ha quindi martellato Trump per il suo ruolo nel contrastare un disegno di legge bipartisan sulla sicurezza delle frontiere all'inizio di quest'anno, affermando che l'ex presidente lo ha fatto per mantenere viva l'immigrazione come tema della campagna. «Potremmo unirci e risolvere questo problema se non lasciassimo che Donald Trump continui a renderlo tale», ha affermato.

L'aborto

Diritto degli Stati o diritti umani? Questo è stato il nocciolo del dibattito tra Walz e Vance sull'aborto. Entrambi i candidati, ovviamente, si sono presentati preparati a discutere la questione. Ciò che è stato sorprendente, però, è stata la chiarezza da entrambe le parti.

Vance ha sostenuto che, poiché gli Stati Uniti sono un Paese così eterogeneo sotto molti aspetti, l'attività di regolamentazione dovrebbe essere delegata il più possibile, secondo lui, agli Stati. «Abbiamo un Paese grande ed è eterogeneo. La California ha un punto di vista diverso su questo rispetto alla Georgia».

«Gli Stati decideranno cosa è giusto per il Texas e cosa potrebbe non esserlo per Washington? Non è così che funziona», ha da parte sua detto Walz. «Si tratta di diritti umani fondamentali».

La violenza armata

Vance e Walz hanno avuto una conversazione quasi costruttiva sulla violenza armata in America, concordando sul fatto che è un problema grave, che sta peggiorando e che deve essere affrontato, soprattutto nelle scuole.

Vance ha comunque suggerito che la politica di confine dell'attuale amministrazione (o, come l'ha definita lui, «il confine aperto di Kamala Harris») sia un fattore trainante nella diffusione della violenza armata nel Paese.

Quando Vance ha indicato la salute mentale e l'uso di droghe come un'altra causa di morte per arma da fuoco, Walz ha stemperato le affermazioni del rivale. «A volte sono solo le armi. Il fatto di avere un problema di salute mentale non significa automaticamente essere violenti».