Raddoppiati i compensi per i vertici di Axpo? La politica grida allo scandalo
Sta suscitando un polverone nella Svizzera tedesca la notizia che i vertici di Axpo - colosso energetico al 100% in mano pubblica - hanno visto raddoppiare i loro compensi, saliti a quasi 9 milioni di franchi. In dichiarazioni riportate dal Tages-Anzeiger (TA) il consigliere di stato zurighese Martin Neukom (Verdi) ritiene non giustificate tali retribuzioni, mentre il PS considera gli aumenti esorbitanti e l'UDC non esita a definire quanto sta succedendo una «Abzockerei», cioè una ruberia. L'azienda si difende: abbiamo realizzato un utile elevato e altrove i manager guadagnano di più, afferma.
Axpo ha archiviato l'esercizio 2023/2024 (chiuso a fine settembre) con un utile netto di 1,5 miliardi di franchi, grazie in particolare alla negoziazione di elettricità. Visto il buon andamento degli affari la direzione si è quindi generosamente aumentata la paga: i compensi per la direzione, composta da sei membri, sono stati portati a 8,6 milioni di franchi, cioè praticamente il doppio di quanto incassato dodici mesi prima. Il Ceo Christoph Brand ha visto lievitare la remunerazione da 1,1 a 1,8 milioni. A pesare è la componente dei bonus: da solo Brand ha ricevuto 650'000 franchi, gli interi vertici 3,4 milioni.
Nel 2022/2023 i dirigenti avevano dovuto rinunciare ai bonus: questa era stata una delle condizioni per cui la Confederazione aveva concesso nel settembre 2022 una linea di credito di 4 miliardi di franchi. Era un piano di salvataggio, perché la società era stata vicina al crollo: si trattava di impedire che l'azienda, alle prese con le turbolenze del mercato dell'elettricità dovute fra l'altro all'onda lunga della guerra in Ucraina, si trovasse in una situazione di insolvenza.
L'impresa non ha però mai fatto capo a questo prestito - attivato dal Consiglio federale al di fuori dell'ordinamento giuridico vigente, in base al diritto di necessità (un approccio che poi sarà applicato anche per Credit Suisse), perché giudicava Axpo di importanza sistemica - e aveva quindi chiesto che fosse revocato. Ciò è avvenuto nel dicembre 2023.
Anche nel confronto con l'esercizio 2021/2022 la crescita delle retribuzioni nei piani alti di Axpo appare comunque notevole, pari al 25%: e questo in un contesto di anni in cui industria e consumatori si sono visti fortemente aumentare le tariffe dell'elettricità.
I proprietari del gruppo sono diversi cantoni (Zurigo, Argovia, Sciaffusa, Zugo e Glarona) e le rispettive società elettriche. In primo piano vi sono Zurigo (37% fra cantone e azienda elettrica) e Argovia (28%, pure fra stato e parastato): non stupisce quindi che proprio in questi due cantoni la politica si stia muovendo.
Aveva già parlato il consigliere di stato argoviese Stephan Attiger, che in dichiarazioni all'Aargauer Zeitung si era detto «sorpreso negativamente» riguardo all'ammontare delle remunerazioni. «Non sono giustificabili a questo livello e danno l'impressione di una compensazione per i bonus persi durante il periodo del pacchetto di salvataggio», aveva affermato l'esponente del PLR. Ad Axpo era già stato chiesto più volte di rinunciare a tali compensazioni, aveva aggiunto. Al parlamento argoviese tutti i partiti hanno nel frattempo sottoscritto una mozione che chiede un tetto ai compensi.
Ma ora i critici scendono in campo anche nel canton Zurigo. Contattato dal Tages-Anzeiger, il capogruppo UDC al parlamento Tobias Weidmann usa la parola «Abzockerei», entrata nel linguaggio politico elvetico con l'iniziativa «contro le retribuzioni abusive» (così in italiano, ma appunto «gegen di Abzockerei» in tedesco), accolta a furor di popolo (68%) nel 2013. Il granconsigliere del PS Nicola Siegrist parla di «aumenti salariali esorbitanti», mentre per Thomas Forrer, capogruppo dei Verdi, si è di fronte a «bonus folli, incomprensibili per la popolazione che lavora». Il capogruppo PLR Claudio Zihlmann dice da parte sua di comprendere il malcontento sul tema.
UDC e PS vogliono reagire in parlamento, eventualmente anche in modo coordinato. Weidmann e Siegrist sono chiaramente a favore di una limitazione delle retribuzioni. Secondo l'esponente dell'UDC «quella di Axpo è stata l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso». Nel mirino vi sono ora gli stipendi dei dirigenti di tutte le società collegate allo stato: oltre ad Axpo, Weidmann cita la banca cantonale di Zurigo ed Elektrizitätswerke des Kantons Zürich (EKZ), l'azienda elettrica cantonale. In questo contesto, Forrer aggiunge anche l'aeroporto di Zurigo, un terzo del quale è di proprietà del cantone.
A titolo personale Weidmann è favorevole a un limite salariale di circa 350'000 franchi, cioè l'importo annuo percepito da un membro del governo cantonale. «Se le aziende affiliate allo stato non hanno la disciplina per moderarsi, la politica deve intervenire», afferma il capogruppo UDC.
Queste iniziative sembrano trovare la porta aperta anche in seno all'esecutivo. Contattato dal quotidiano, Martin Neukom, consigliere di stato a capo del dipartimento costruzioni, considera ipotizzabile un tetto ai compensi. Axpo sta andando bene ed è molto redditizia, la dirigenza fa un un buon lavoro, ma non bisogna dimenticare che si tratta di un'azienda statale al 100%, afferma. «Mi aspetto che il consiglio di amministrazione e la direzione generale siano molto più sensibili nei confronti della politica, dell'economia e della popolazione».
«Sono molto arrabbiato per il livello di remunerazione annunciato per la direzione», prosegue l'esponente dei Verdi. L'aumento è «inappropriato e ingiustificato». Il 38enne si dice aperto a un approccio congiunto con altri cantoni proprietari. Neukom sta addirittura valutando la possibilità di respingere il rapporto annuale in occasione della prossima assemblea generale.
In una presa di posizione raccolta da TA l'impresa difende però la sua politica salariale. «Il risultato dell'esercizio 2023/24 è stato il secondo migliore nella storia aziendale», afferma un portavoce. Dopo quello del 2022/2023, che era stato interessato da fattori straordinari. Nel confronto con il 2021/22, l'utile operativo è passato da 392 a 1848 milioni. Secondo il gruppo non si fa che soddisfare il mandato dei cantoni, che dice: «Axpo è gestita in modo orientato al mercato e al profitto».
E ancora: considerando l'aumento nell'arco di diversi anni, la remunerazione dell'attuale Ceo Brand è superiore solo del 9% circa rispetto a quella del precedente presidente della direzione quando aveva lasciato l'azienda nel 2020. Inoltre il compenso è significativamente inferiore a quelli di gruppi energetici europei comparabili e di imprese industriali svizzere. «In Axpo, tutti i dipendenti hanno una componente di successo legata alle prestazioni e partecipano al successo dell'azienda», conclude l'addetto stampa.
A far discutere in ambito energetico non sono peraltro solo i compensi: anche i dividendi che sono elargiti ai cantoni sono esposti a critiche. La distribuzione di utili prevista complessivamente da Axpo, Alpiq, BKW e Repower, le quattro maggiori aziende elettriche del paese, ammonta a 1052 milioni di franchi. Tanto da far saltare la mosca al naso a diversi esponenti del settore industriale, un ramo economico che negli ultimi anni ha sofferto per i massicci aumenti dell'elettricità.