News
La diretta
Il Senato USA rimanda gli aiuti al 2024 – L'ONU adotta una risoluzione che condanna le violazioni dei diritti umani da parte della Russia nei territori occupati – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
LIVE
22:24
22:24
Una politica pacifista vuole sfidare Putin a marzo
Una politica russa indipendente, Ekaterina Dountsova, impegnata per la «pace», ha presentato oggi la sua candidatura per le elezioni presidenziali del marzo 2024, durante le quali una nuova vittoria di Vladimir Putin è sicuramente fuori dubbio. Dountsova, 40 anni, ha depositato i documenti necessari presso la commissione elettorale, che ha poi confermato la sua registrazione. Ma quello di oggi è solo il primo passo: la candidata dovrà ora raccogliere almeno 300mila firme di sostegno, cosa che non sarà facile, sebbene la stessa Dountsova abbia detto che c'è «sempre una possibilità 50/50».
La rielezione del presidente Vladimir Putin per un quinto mandato, tuttavia, è una formalità e non è tollerata alcuna forma di opposizione. Quasi tutte le figure più importanti, come l'attivista anti-corruzione Alexei Navalny, sono state mandate in prigione o costrette all'esilio.
22:23
22:23
Zelensky: «Grato alla Nuova Zelanda per il sostegno»
«Al termine di questa odierna giornata attiva ho parlato con il primo ministro della Nuova Zelanda Christopher Luxon». Lo ha annunciato su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, precisando che «ogni voce e ogni Stato che rispetta il diritto internazionale ed è pronto a difenderlo è prezioso per l'Ucraina e per la nostra posizione internazionale».
Il leader ucraino si è poi detto «grato alla Nuova Zelanda per il suo persistente sostegno all'Ucraina, per lo sminamento, per le sanzioni contro la Russia e per il lavoro svolto per portare avanti la Formula di Pace. Stiamo ora lavorando attivamente al prossimo incontro dei consulenti sulla Formula per la Pace. Passo dopo passo la stiamo trasformando nella Formula della maggioranza mondiale. Sono grato a tutti coloro che contribuiscono al nostro lavoro».
19:51
19:51
«Navalny? Non sappiamo dove sia, nemmeno se sia vivo»
Alexei Navalny? «Nessuno sa dove sia, nessuno sa in che condizioni si trovi», non possiamo nemmeno essere sicuri che sia ancora vivo. Lo dice a Zdf la portavoce dell'attivista russo, Kyra Jarmysch.
Di Navalny non si hanno più notizie da circa due settimane. «Il Cremlino non voleva che Alexei rilasciasse dichiarazioni in questo periodo. Per questo sono sicura che Putin abbia dato l'ordine di trasportarlo da qualche parte», dice Jarmysch in riferimento alla concomitanza della scomparsa con gli annunci sulla prossima campagna presidenziale russa.
17:26
17:26
Kirill: «Con i migranti che non si integrano è a rischio l'identità della Russia»
Il patriarca di Mosca Kirill, già noto per essersi schierato a favore dell'aggressione armata contro l'Ucraina da parte delle truppe russe, ha rilasciato un messaggio estremamente controverso nel quale prende di mira i migranti sostenendo che «non vogliono» integrarsi nella società russa e «rispettare» le tradizioni russe, e che «se dovesse continuare» l'attuale flusso di stranieri ci sarebbe - sempre a suo avviso - il rischio di una «perdita» di identità della Russia, da lui definita «uno Stato multinazionale il cui nucleo è il popolo ortodosso russo». Lo riporta la Tass.
Kirill è considerato politicamente molto vicino al presidente russo Vladimir Putin. «Il desiderio di ottenere manodopera a basso costo per ottenere benefici economici a breve termine non dovrebbe attirare nella nostra patria un numero enorme di persone appartenenti a una cultura diversa, che spesso non parlano russo e non hanno rispetto per la Russia e i popoli che la abitano», ha detto ancora il capo della Chiesa ortodossa russa nel suo molto controverso messaggio.
15:04
15:04
Russia multa Google, non ha rimosso informazioni sulla guerra
Il tribunale Tagansky di Mosca ha inflitto a Google una multa di 4,6 miliardi di rubli, circa 44 milioni di franchi al cambio attuale, accusandola di non aver rimosso le informazioni sull'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe russe considerate «false» dalle autorità di Mosca. Lo riporta la Tass.
Il governo russo sta inasprendo sempre più censura e repressione del dissenso, e all'inizio dell'invasione dell'Ucraina ha varato una legge bavaglio che prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sull'esercito che dovessero essere giudicate «false» dalle autorità, e fino a sette anni per chi è accusato di «screditare» l'esercito. Di fatto, un modo per vietare ogni critica contro la guerra.
08:13
08:13
Putin ha evocato una risposta «dura» agli «agenti stranieri» che mirano a destabilizzare la Russia
Il presidente russo Vladimir Putin ha evocato una risposta «dura» agli «agenti stranieri» che mirano a destabilizzare la Russia aiutando l'Ucraina.
«Il regime di Kiev, con l'appoggio diretto dei servizi speciali stranieri, ha intrapreso la strada dei metodi terroristici, in pratica terrorismo di Stato», ha detto il capo del Cremlino in un discorso video.
«I tentativi da parte di agenti speciali stranieri di destabilizzare la situazione politica e sociale in Russia devono essere fermati con durezza», ha aggiunto Putin.
06:29
06:29
Il punto alle 06.00
Questa notte diversi droni russi hanno attaccato la capitale ucraina Kiev, altri due attacchi hanno preso di mira la città occidentale di Kharkiv e nove persone sono rimaste ferite in bombardamenti su quella meridionale di Kherson. Lo hanno annunciato le autorità ucraine.
I leader democratici e repubblicani del Senato americano hanno dichiarato che Washington non potrà approvare nuovi aiuti all'Ucraina prima della fine dell'anno, con le due parti che continuano a cercare un compromesso. «Mentre i negoziatori lavorano sulle questioni rimanenti, speriamo che i loro sforzi consentano al Senato di agire rapidamente all'inizio del nuovo anno», hanno affermato il dem Chuck Schumer e il repubblicano Mitch McConnell in una dichiarazione congiunta. «Nel tempo rimanente di quest'anno i negoziatori del Senato e dell'Amministrazione continueranno a lavorare in buona fede per finalizzare il loro accordo».
«Rimangono questioni impegnative - spiegano Schumer e McConnell -, ma siamo decisi ad affrontare le esigenze al confine meridionale e ad aiutare alleati e partner a fronteggiare gravi minacce in Israele, Ucraina e nell'Indo-Pacifico. Il Senato non lascerà che queste sfide alla sicurezza nazionale rimangano senza risposta». L'annuncio di Capitol Hill segna un'altra battuta d'arresto per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il cui governo ha avvertito del «disperato bisogno» di armi in vista dell'inverno. Zelensky è volato a Washington a metà dicembre - il suo terzo viaggio nella capitale americana in un anno - per fare pressione per ottenere gli aiuti. Il presidente ucraino rimane fiducioso: martedì in una conferenza stampa ha affermato che gli Stati Uniti «non tradiranno» la sua nazione assediata. L'esercito di Kiev non è riuscito a organizzare una grande controffensiva negli ultimi mesi e la pressione russa in prima linea rimane forte.
L'Assemblea generale dell'Organizzazione delle nazioni unite (ONU) ha adottato una risoluzione aggiornata che condanna le violazioni dei diritti umani da parte della Russia nei territori occupati, ha annunciato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. «La risoluzione richiede specificamente alla Russia di fermare le deportazioni forzate e di garantire il ritorno sicuro di tutti i bambini ucraini e degli ostaggi civili», ha affermato Kuleba citato dai media ucraini. «Questi sono alcuni dei crimini più atroci e devono essere fermati», ha aggiunto.
Il presidente ceco Petr Pavel ha detto ieri sera di aspettarsi «una nuova situazione» l'anno prossimo che potrebbe favorire la Russia nella guerra in Ucraina. In un'intervista al media locale Seznam Zprávy, Pavel ha affermato che le elezioni americane del 2024 che potrebbero vedere l'ex presidente Donald Trump tornare al potere e il deterioramento geopolitico in Medio Oriente che distoglie le risorse occidentali dall'Ucraina sono tra le ragioni principali per cui Mosca potrà risultare favorita.