Risultati

Raiffeisen cresce molto bene, anche nella Svizzera italiana

L’esercizio 2023 si chiude in forte progressione anche per il secondo gruppo bancario elvetico, che segna un utile lordo di 1,7 miliardi di franchi (+26,2%) - In Ticino fa anche meglio, con un +27,4% - Incremento significativo anche di clienti e soci
La quota di Raiffeisen Svizzera nel mercato ipotecario è salito al 17,8%. © CdT/Gabriele Putzu
Dimitri Loringett
07.03.2024 23:45

C’era soddisfazione ma soprattutto orgoglio nelle parole di Alina Augello, Responsabile Sede Svizzera italiana di Raiffeisen Svizzera, nell’annunciare in conferenza stampa i risultati del Gruppo Raiffeisen per il 2023. Il risultato d’esercizio (utile lordo) del secondo gruppo bancario svizzero – che conta 219 banche Raiffeisen nella Confederazione, di cui 17 nella regione Ticino e Moesano, per un totale di 784 sedi (praticamente 1 sede ogni 3 località) - è aumentato del 26,2% rispetto all’anno precedente, a 1,7 miliardi di franchi.

In linea con il dato nazionale, le banche Raiffeisen del Ticino e Moesano registrano nel 2023 un utile lordo di 133,9 milioni, in crescita di 28,9 milioni (+27,4%) rispetto all’anno scorso.

I risultati nel dettaglio

L’anno scorso le banche Raiffeisen in Svizzera hanno generato ricavi complessivi per 4,1 miliardi di franchi, il 15,3% in più rispetto al 2022, trainati, come è il caso anche per le altre banche del Paese, dai ricavi da operazioni su interessi (la principale fonte di ricavi), aumentati di 522 milioni (+20,5%), raggiungendo i 3,07 miliardi di franchi. A sud delle Alpi, la crescita dei ricavi è stata di circa 47,7 milioni (+20%) a 285,5 milioni, mentre il risultato lordo da operazioni su interessi è aumentato di 43,6 milioni (+25,1%) a 217,4 milioni.

Riguardo appunto il «core business» di Raiffeisen, sul lato dei crediti ipotecari, si registra a livello svizzero un incremento del 3,6% a 211 miliardi di franchi svizzeri, consentendo al gruppo bancario di espandere leggermente la propria posizione, salita al 17,8% dal 17,6% del precedente esercizio. A titolo di confronto, il primo gruppo bancario in Svizzera, UBS (con Credit Suisse), ha una quota del mercato ipotecario svizzero attorno al 25%, mentre per le banche cantonali nel loro complesso la quota è attorno al 36%. In Ticino e Moesano, i crediti ipotecari sono aumentati di 350 milioni (+2,5%) a 14,4 miliardi di franchi.

Sul lato invece dei depositi dei clienti, la crescita svizzera è più «modesta», di 3,1 miliardi (+1,5%) a 207,8 miliardi, per una quota di mercato del 15,1% (nel 2022: 14,5%). In Ticino e Moesano c’è stata invece una leggera flessione di circa 93 milioni di franchi (-0,7%) a 13,9 miliardi di franchi. Raiffeisen Svizzera sottolinea così che il livello di rifinanziamento per l’attività di base, pari a 93,4%, continua a essere molto alto.

Raiffeisen Svizzera ha pure ampliato la sua posizione di mercato anche sul fronte della clientela: in termini quantitativi, a fine 2023 il Gruppo contava 3.692.700 clienti (+55 mila) e 2.057.523 soci (+56 mila). Nella regione italofona i clienti sono 251.589, in aumento dell’1,2% rispetto a un anno fa, mentre i soci sono aumentati a 125.391 (+1,6%). Da notare che non tutti i clienti delle banche cooperative sono anche soci.

La direttrice Augello ha infine concluso ricordando che i benefici di Raiffeisen, a differenza di società quotate o per azioni, sono distribuiti principalmente ai soci, sia come rimunerazione delle quote sociali (nel 2023 la cifra è di 106 milioni di franchi), sia come erogazione di servizi alla popolazione. Oltre a ciò, il Gruppo Raiffeisen «tesorizza» oltre il 90% dell’utile d’esercizio per soddisfare i requisiti di solidità e di liquidità imposti dalla regolamentazione relativa alle banche di rilevanza sistemica. A questo proposito, nella nota stampa si legge che l’anno scorso Raiffeisen ha emesso un’obbligazione «bail-in» di 500 milioni di euro. Si tratta di un’obbligazione convertibile in capitale proprio (tipo AT1, per intenderci), uno strumento di capitale rivolto a investitori istituzionali e professionali, come ci è stato precisato a margine della conferenza stampa.

Non solo ipoteche

«È innegabile che ci sia stato un certo livello di trasferimento di collaboratori, quindi anche di clienti, in uscita da Credit Suisse, ma non abbiamo fatto una campagna attiva di acquisizione, non è nel nostro stile». L’affermazione è del presidente della Federazione Raiffeisen del Ticino e Moesano, l’avvocato Mauro Cavadini, che abbiamo incontrato nella nuova sede di Raiffeisen Colline del Ceresio, che ospita pure l’antenna svizzeroitaliana di Raiffeisen Svizzera. La domanda sul cosiddetto «effetto CS» non poteva essere evitata, di fronte agli importanti risultati registrati anche dalle 17 banche Raiffeisen in Ticino, ma anche delle cifre relative all’organico, cresciuto di 20 unità nell’anno in rassegna (e di 40 dal 2020, precisa Cavadini) e con un aumento dei costi del 6,6% a 90,5 milioni. L’avvocato sottolinea però l’effetto positivo di questi trasferimenti, in particolare la «cultura» bancaria diversa, «una ventata di novità che rafforza le competenze dei nostri team di consulenti».

Come noto, Raiffeisen è una banca «di prossimità», leader in Svizzera per la clientela privata e spesso considerata la «banche delle ipoteche». Ma è tutt’altro che assente nel segmento del credito commerciale alle aziende, che con l’uscita di scena di Credit Suisse desta non poche preoccupazioni nel Paese e nel Cantone, dove ci sono oltre 30 mila PMI, di cui non poche a dimensione medio-grande. «Siamo sempre stati attivi con le PMI, specie a livello locale. Contiamo attualmente circa 17 mila clienti aziendali, circa la metà quindi di quelle operanti nella regione. In passato non si spingeva troppo su questo segmento, ma con la strategia 2025, da qualche anno puntiamo anche sulle aziende più grandi, dove però lavoriamo in collaborazione con gli esperti di Raiffeisen Svizzera».