Lugano

Rapina al distributore Eni di via Ciani, l'autore è ancora in fuga

Una rapina a un distributore è un fatto raro in città – Eventuali testimoni che hanno notato movimenti sospetti nelle vicinanze (zona CSIA), giovedì sera, sono pregati di contattare la Polizia cantonale allo 0848 25 55 55
©Gabriele Putzu

Sono ancora senza esito le ricerche dell'autore della rapina avvenuta giovedì sera al distributore di benzina Eni di via Giacomo e Filippo Ciani. Un episodio raro, almeno per Lugano.

Un giovane, lo ricordiamo, è entrato nel benzinaio e ha minacciato la commessa con un coltello, facendosi consegnare il contenuto della cassa. Successivamente, stando a nostre informazioni, si è dato alla fuga a piedi.

La dipendente non è rimasta ferita durante la rapina. Certo, ha rimediato un forte spavento. Quanto all’ammontare della refurtiva, esso non è al momento noto e la Polizia cantonale, come da prassi, non ne ha comunicato l’ammontare.

© CdT/JC
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Questa mattina al distributore c'era incredulità tra i «soliti» clienti. Una rapina in centro città non è una cosa che lascia indifferenti. «Quando ho letto la notizia stamattina ho pensato subito a questo, è l'unico in via Ciani», dice una signora. «Molto probabilmente non l'avrebbe mai usato, ma quel ragazzino si è comunque presentato con un coltello», aggiunge un uomo.

La Polizia cantonale ha lanciato un appello a eventuali testimoni o a chiunque avesse notato movimenti sospetti nelle vicinanze del distributore, che si trova proprio accanto al Centro scolastico per le industrie artistiche (CSIA)

I connotati sono i seguenti: ragazzo di circa 18 anni, 170 centimetri di altezza, di carnagione chiara, indossava una felpa nera con cappuccio e le maniche rosse, portava uno zaino nero.

© CdT/JC
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I (pochissimi) precedenti

Dicevamo in entrata che una rapina a un distributore è un fatto raro a Lugano. Potremmo addirittura dire unico, perché nei nostri archivi non abbiamo trovato traccia di simili fattispecie nell’ultimo quarto di secolo. Addirittura, allontanandoci dal confine – dove questi episodi sono purtroppo più frequenti data la possibilità per gli autori di riparare in breve tempo in Italia – gli ultimi colpi a un distributore nei pressi di Lugano risalgono a oltre quindici anni fa.

Nel 2008 fu rapinata una stazione di servizio a Melano e nel 2006 un distributore a Massagno venne rapinato tre volte in pochi mesi, due dalla stessa persona.

A Lugano sono poi ormai molto rare anche le rapine ad altri obiettivi «classici», come banche o uffici postali. Per citare gli ultimi, nel 2015 un uomo tentò di rapinare la Posta centrale e nel 2016 un altro la Raiffeisen in via Pretorio: in entrambi i casi furono arrestati quasi immediatamente. Riuscì invece a sfuggire qualche giorno in più l’uomo che rapinò l’Ufficio postale di Canobbio nel 2018, ultimo episodio, fino a giovedì, di questo tipo nella cintura cittadina.

Il tasso di risoluzione

Quanto alla probabilità che l’autore della rapina venga acciuffato, la statistica gli è sfavorevole. Se è vero che le rapine sono fra i reati con un tasso di risoluzione fra i più bassi, è anche vero che in anni recenti questo tasso è superiore ai due terzi (mentre 15 anni fa si aggirava attorno al 50%). Più in generale, le rapine di ogni tipo in Ticino sono in leggera ripresa rispetto al dato più basso (esclusi gli anni del COVID) di 33 nel 2018. Nel 2022 sono state 39. Il dato più alto in tempi recenti si registrò nel 2012, con 89.

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