Renovate Switzerland si incolla di nuovo sulla strada, questa volta a Zurigo
Il 7 aprile era stata l'A2, a poche centinaia di metri dall'entrata urana della galleria del San Gottardo. Oggi è toccato a Zurigo. Alle 7.38, sette simpatizzanti di Renovate Switzerland hanno bloccato due uscite autostradali nella città. «Questo avviene all'indomani del voto sulla legge per la protezione del clima», si legge in un comunicato stampa.
Ma la Svizzera ha deciso di porsi degli obiettivi ambiziosi per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, e i cittadini hanno accolto la legge sulla protezione del clima con il 59,1% dei voti. Allora, perché? La risposta viene direttamente dalle voci degli attivisti. «Naturalmente mi rallegro per il sì alle urne. Ma nel profondo so anche che non è assolutamente sufficiente per garantire un futuro a me, ai miei nipoti e a tutti gli altri – ha spiegato Marie Seidel, 35 anni, che ha lasciato il suo lavoro al WWF per dedicarsi al 100% alla resistenza civile per il clima –. Oggi sono seduta in strada in un’azione non violenta perché voglio che il governo faccia ciò che è necessario e proclami l'emergenza climatica».
Anche Peter Tillessen, 53 anni, artista, si dice «molto felice» dell'esito di ieri alle urne. «È un primo passo importante nella giusta direzione. Ma non è il momento di sedersi, al contrario. È per questo che sono seduto qui oggi».
Per la prima volta nella storia di Renovate Switzerland, sono state bloccate due strade contemporaneamente. Tre, rispettivamente quattro sostenitori hanno bloccato il traffico mattutino a Maneggplatz e alla fine dell'autostrada sotto Europabrücke. L'obiettivo? Sempre lo stesso: attirare l'attenzione sull'urgenza della situazione e invitare il governo e la popolazione ad agire subito.
A Maneggplatz la polizia, riferisce ancora il movimento, è arrivata alle 08.01 e ad Europabrücke alle 07.48.
«L'azione non violenta è più necessaria che mai»
Quello di ieri è un voto epocale. La consapevolezza che qualcosa va fatto. «La Svizzera è finalmente tra i Paesi che hanno adottato obiettivi climatici vincolanti, a più di otto anni dall'Accordo di Parigi», scrive anche Renovate Switzerland. Che però, a questo punto, chiede azioni concrete: «Ora il lavoro può finalmente iniziare».
Ecco perché i manifestanti scendono di nuovo «in piazza»: per chiedere al governo Svizzero di dichiarare l'emergenza climatica e di agire di conseguenza. «Questo poiché, il 40% della popolazione non sa ancora che l'emergenza climatica sta mettendo a rischio la propria vita e la propria sicurezza».
Infine, la promessa (o meglio, l'avvertimento?): «Per continuare a lanciare l'allarme, Renovate Switzerland metterà in atto azioni non violente per tutta l'estate».