Riuscirà la città futuristica saudita «The Line» a vedere la luce?

Paese che vai, città futuristica che trovi. Ormai, abbiamo perso il conto dei progetti che, dal sud-est asiatico all'Africa, intendono dare vita a nuove scintillanti capitali, o a metropoli ultra moderne dove trasferire parte della popolazione, spesso a causa del sovraffollamento. Dalla Forest City in Malesia, alla città per ricchi dello Zimbabwe, giusto per citare due esempi, i progetti in cantiere sono diversi, un po' in ogni angolo del mondo. E ora, tra questi, è tornata sotto i riflettori anche «The Line». La città lineare e «tentacolare» ardentemente desiderata dal principe ereditario Mohammed bin Salman, che dovrebbe sorgere nel deserto di Neom in Arabia Saudita, di cui dovrebbe coprire un'area lunga 170 chilometri, fino alla costa. Si tratterebbe, in pratica, di un «grattacielo orizzontale» per 5 milioni di persone.
Il condizionale, tuttavia, è d'obbligo perché, come accaduto in casi simili, il progetto stenta a decollare. In un primo momento, infatti, il governo dell'Arabia Saudita credeva che entro il 2030 «The Line» avrebbe avuto ben un milione e mezzo di residenti. Una cifra che oggi, a sei anni dall'obiettivo, appare fin troppo ambiziosa.
Tanto per cominciare, infatti, secondo la prima bozza del progetto, i primi residenti – e al tempo stesso anche i primi turisti – sarebbero dovuti arrivare in città nel 2024. Quest'anno, insomma. Ma le cose, in realtà, stanno andando diversamente da come pianificato nel 2017, anno in cui venne presentato il progetto che, fin dal primo momento, venne descritto con termini quasi «mistici». The Line, infatti, fu presentata come una «città cognitiva» che avrebbe dovuto portare a una «rivoluzione della civiltà», grazie alla presenza di numerosi servizi basati sull'intelligenza artificiale. Di più, secondo il principe Mohammed bin Salman, la metropoli avrebbe dovuto proporre «un'alternativa per affrontare le sfide che l'umanità deve affrontare quotidianamente nella vita urbana», e avrebbe anche «acceso una luce sui modi alternativi di vivere». Peccato, però, che le cose non stiano andando come pianificato.
Da una parte, i funzionari sauditi hanno sempre saputo che si trattava di un'impresa enorme. Forse fin troppo. «The Line», in futuro, dovrebbe essere una città a zero emissioni, dove le auto non possono circolare. Ma oltre a essere sostenibile, la metropoli dovrebbe anche essere estremamente lussuosa e futuristica, tanto che è stata più volte rappresentata con enormi palazzi dalle pareti rivestite di specchi. Non è difficile intuire, quindi, per quale motivo il progetto proceda a rilento. Come rivela Bloomberg, a rallentare la costruzione della città sarebbero infatti proprio i piani troppo ambiziosi, uniti alla difficoltà di trovare investitori stranieri. Senza contare le difficoltà materiali, legate alla scarsità di tecnologie e lavoratori, che non consentono di costruire secondo i ritmi previsti, o quelle finanziarie, dovute alle preoccupazioni del fondo sovrano saudita.
Al momento, inutile girarci attorno, le speranze che la metropoli venga realizzata entro il 2030 sono nere, nerissime. Dei 170 chilometri di lunghezza di The Line si stima che entro il 2030 ne verranno completati solo 2,4, che potranno ospitare al massimo 300.000 residenti. Un bel passo indietro rispetto al milione e mezzo ipotizzato sette anni fa, che fa temere il peggio per la città futuristica. Secondo Nadhmi Al-Nasr, interpellato da Bloomberg, al momento «nemmeno l'1% del lavoro necessario per pianificare e costruire la città è stato completato». Nel deserto di Neom, oggi, ci sono costruzioni e lavori ovunque, ma di The Line, a tutti gli effetti, non c'è ancora neanche l'ombra. Fino ad ora, i lavori principali hanno riguardato «lo spostamento di sabbia e di montagne», per preparare la strada e realizzare un'infrastruttura sotterranea. Come detto, infatti, in questa metropoli le auto non potranno circolare in superficie. Al loro posto, dovrebbe essere realizzata una delle ferrovie più veloci al mondo. Ma, anche in questo caso, il condizionale rimane d'obbligo.
A causa delle troppe ambizioni, dicevamo, il fondo sovrano saudita, preoccupato per la situazione, si è quindi visto costretto a chiedere il ridimensionamento del progetto, soprattutto per alleggerire i costi. Secondo la bozza iniziale, per The Line si sarebbero dovuti sborsare infatti circa 320 miliardi di dollari. Ma oggi, vedendo che il progetto non procede secondo i ritmi ipotizzati, e considerando che il fondo saudita si trova ad affrontare un periodo critico per quanto riguarda la liquidità (ossia il denaro spendibile nel breve termine), sembra essere arrivato il momento di fare un passo indietro decisivo. Come già accaduto, dopotutto, per le tante altre città futuristiche spuntate – almeno parzialmente – qua e là per il mondo. Troppo ambiziose per riuscire, davvero, a vedere la luce.