Roberto Vannacci e il partito che non c’è (ma presto potrebbe esserci)

C’è un nuovo convitato di pietra nella politica italiana. È il partito ultraconservatore di Roberto Vannacci, il generale della Folgore in grado di raccogliere oltre mezzo milione di preferenze alle Europee di giugno e, in precedenza, di vendere un milione e mezzo di copie del suo Il mondo al contrario, libro certo non destinato a passare alla storia come capolavoro di stile ma indubbiamente capace di dare un formidabile scossone alle certezze della politica romana.
Dopo essere salito sulla malconcia diligenza leghista ed essersi assicurato, in verità a suon di voti, un seggio al Parlamento di Strasburgo, Vannacci è da settimane protagonista di indiscrezioni e voci sulla possibile nascita di un nuovo partito. Lui, il generale-onorevole, intervistato quasi quotidianamente dalla stampa della Penisola a margine delle moltissime iniziative che lo vedono indiscusso prim’attore, nicchia. Dice e non dice. Resta volutamente ambiguo. Non conferma né smentisce. Sebbene a ripetizione spergiuri di non voler tradire il patto stipulato con il segretario del Carroccio, Matteo Salvini. Ma i suoi uomini, raccontano le cronache, si stanno muovendo. Eccome. E tutto sembra far pensare che il nuovo partito sia molto più di un’ipotesi.
Il comitato culturale
L’anno scorso, subito dopo la pubblicazione del libro che lo avrebbe reso popolare (e ricco), Vannacci decise di fondare un comitato culturale che si facesse «promotore dei pensieri espressi» nel volume, a partire dall’obiettivo di «rimettere la normalità della libertà» al centro di quel mondo che, per il generale, si muove da troppo tempo in senso opposto al dovuto. Molte cose si sono succedute, da allora.
Inizialmente, a marzo di quest’anno, a Tirrenia, in provincia di Pisa, il comitato di Vannacci ha celebrato il suo primo raduno nazionale: 300 circa i tesserati e qualche migliaio gli iscritti alla newsletter. Poi c’è stata la campagna elettorale europea, con l’indubbio successo personale del generale. E, adesso, un ulteriore passo: la prima festa nazionale, organizzata a Viterbo il 19 e 20 settembre. Non un banale raduno per farsi una birra in compagnia. Nella mail inviata il 15 agosto ai sostenitori e ai simpatizzanti del comitato, il presidente Fabio Filomeni, nel dare appuntamento a Viterbo, ha infatti scritto: «Buon Ferragosto a tutti i soci camerati iscritti e simpatizzanti del Comitato “Il Mondo al Contrario”. Forza generale, siamo con te e siamo pronti per la nuova avventura politica». Difficile usare un’espressione più chiara di questa.
L’ex tenente colonnello
Non è un personaggio secondario, Filomeni, ha scritto La Stampa, «ma il cuore del progetto Vannacci, l’incursore che si lancia in suo nome». Tenente colonnello in congedo, già anch’egli in forza alla Folgore, Filomeni è stato «inquadratore» di Vannacci e, poi, suo ufficiale di collegamento in molte operazioni all’estero: Somalia, Yemen, Bosnia, Ruanda, Iraq. Il quotidiano Repubblica ha rivelato che Filomeni, tempo fa, ha registrato un movimento politico, «Europa sovrana e indipendente», il cui programma è praticamente identico a quello promosso da Vannacci: creazione di un’Europa delle nazioni, uscita da una NATO a guida anglo-americana, liberazione del continente europeo dalla morsa egemonica statunitense, una politica estera volta a riallacciare i rapporti con la Russia di Putin, netto contrasto all’immigrazione clandestina. Non solo: oltre al programma e alle idee, sono identici anche i layout dei siti e dei .pdf di Europa Sovrana e Indipendente e del comitato Il mondo al contrario. Non una semplice coincidenza.
«Do una notizia - ha detto Filomeni in un’intervista la settimana scorsa - Il movimento culturale che ho fondato un anno fa e ispirato al libro del generale Roberto Vannacci Il mondo al contrario, diventa un movimento politico». E in futuro? «Dipenderà dal generale. Noi faremo quello che dice lui, seguendo le sue orme e la sua parabola: un militare, poi scrittore e politico. Noi ci evolviamo con il generale. Adesso cambieremo statuto. Saremo un’organizzazione politica, un contenitore che darà casa a tutte le persone che lo hanno votato e che si riconoscono nei 12 capitoli e nei 7 princìpi enunciati nel libro».
È tutto pronto
Un’altra occhiata al sito del comitato fa intuire quanto le idee di Vannacci siano chiare. La struttura del gruppo è gerarchizzata e organizzata territorialmente. Ci sono uno statuto, un regolamento e un tesseramento. E finanche i delegati speciali per gli Stati esteri: otto, per il momento, tra cui uno nell’Ungheria di Viktor Orbán e uno nella Russia di Vladimir Putin (per la cronaca sono due ex leghisti, Michele Pulpito e Francesco Alleva).
Tutto è pronto, insomma, per il salto. Anche se Vannacci frena, nega, ammicca. «Smentisco nella maniera più assoluta» di voler fare un partito, ha detto il generale al Corriere della Sera qualche giorno fa. Chi lo sostiene vuole soltanto «mettere zizzania tra me e la Lega. Quello che esiste è un movimento inizialmente culturale - Il mondo al contrario - che si sta ampliando, perché c’è sempre più gente che mi supporta. Prima questo movimento seguiva un generale, poi uno scrittore, adesso segue un politico e sta quindi cambiando la propria ragione sociale».
Parla di sé in terza persona, il generale-deputato, e sembra prenderci gusto: «È proprio un comitato che mette insieme tutti quelli che vedono in Vannacci un esponente di spicco della politica moderna. Io con la Lega condivido principi chiarissimi: sicurezza, sovranità, radici, famiglia e cultura».