Rogo alla Grenfell Tower, l’errore fatale dei pompieri

Le denunce degli inquilini della Grenfell Tower, il grattacielo devastato nel 2017 da un «incendio annunciato» nel cuore di Londra che causò la morte di 72 persone, inclusi i giovani architetti italiani Gloria Trevisan e Marco Gottardi, «non furono ascoltate» prima della strage. Lo ha ammesso oggi il primo ministro britannico Boris Johnson aprendo un dibattito sulla vicenda alla Camera dei Comuni nel giorno della pubblicazione di un primo rapporto - anticipato ieri dai media - stilato a metà dei lavori da una commissione d'inchiesta guidata dal giudice in pensione Martin Moore-Bick.
Il rapporto sottolinea fra l'altro «le manchevolezze» organizzative e operative del corpo dei vigili del fuoco, pur elogiando il coraggio dei singoli pompieri intervenuti. E indica 46 raccomandazioni urgenti alle autorità, fra cui proposte per il miglioramento dell'addestramento dei vigili del fuoco e per la definizione di linee guida nazionali sull'evacuazione degli edifici in caso di disastri del genere. Indicazioni che superstiti e familiari delle vittime considerano ancora «troppo poco», in attesa che l'inchiesta si occupi in una seconda fase delle responsabilità di amministratori, politici e società di gestione del grattacielo, ma che comunque sollecita il governo ad attuare come «un'emergenza nazionale». Senza dimenticare la questione dei pannelli esterni e degli isolanti di poco prezzo installati nella torre e rivelatisi altamente infiammabili.
Johnson da parte sua ha assicurato che tutte le raccomandazioni saranno seguite, mentre ha promesso vicinanza e aiuto alle vittime anche in futuro. Si è inoltre impegnato a far sì che tutte le negligenze siano indagate, anche ai livelli più alti, e che i singoli responsabili siano identificati. Il leader dell'opposizione laburista Jeremy Corbyn ha da parte sua riconosciuto il tono «serio» del premier Tory in questa circostanza, ma ha insistito sulle responsabilità politiche e normative a monte di una tragedia definita «evitabile».