Lugano

Rumori e proteste: un bar rischia la stangata

Da tempo a Cassarate i vicini del Freedom protestano per i rumori molesti dentro e fuori dal locale - Il gerente respinge le critiche, ma teme che la Città possa fargli chiudere la terrazza esterna
© CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
14.06.2024 06:00

In inglese freedom significa libertà. Nel caso del bar Freedom, locale di via Maggio, sono stati invocati vari tipi di libertà: quella di lavorare, quella di divertisti e quella di dormire. Non è la prima battaglia del genere che si combatte a Lugano e non sarà l’ultima, ovviamente. Nel caso in questione, il conflitto fra l’esercizio pubblico e chi ci abita vicino risale almeno a tre anni fa, quando il Freedom ha cambiato gestione. Per chi non conoscesse la zona, il bar è circondato da palazzi. Non adiacenti, ma poco distanti. Ventuno dei loro condomini, il mese scorso, hanno scritto alla capodicastero Karin Valenzano Rossi per lamentare il fatto che «malgrado le innumerevoli segnalazioni, la clientela del Freedom continua a disturbare con schiamazzi, urla, musica ad alto volume, risse, scorribande di auto a tarda notte». «Gli agenti sono intervenuti in svariati episodi – raccontano sempre i residenti – ma ciò non ha cambiato l’atteggiamento irrispettoso dei clienti». Richiesta dei firmatari: far anticipare la chiusura del locale, che per legge può rimanere aperto fino all’una anche in settimana.  Su questo fronte non ci risultano decisioni ufficiali, ma ultimamente, da quando il bar è aperto anche a pranzo, chiude un po’ prima la sera. Avrà forse influito un intervento effettuato nei giorni scorsi dalla Comunale, rimasta fuori dal Freedom finché tutti i suoi avventori non se ne sono andati. Come detto, gli agenti erano arrivati diverse volte anche nei mesi precedenti e, in alcuni casi, era scattata la multa.

A livello di provvedimenti, tuttavia, il bar rischia qualcosa di più. Ce lo ha confermato il gerente, che ritiene le proteste dei vicini esagerate e che ha il timore, se non il forte sospetto, che la Città possa ordinare la chiusura della terrazza esterna, contro cui comunque farebbe ricorso. A precisa domanda, Valenzano Rossi si è limitata a confermare che il Municipio «sta facendo delle valutazioni sulle misure da adottare». Una misura abbastanza rara a Lugano, quella che incombe sul Freedom. Affaire a suivre.  «Con la polizia abbiamo più volte cercato di sensibilizzare sulla necessità di fare rispettare l’ordine pubblico nel bar e nelle sue immediate vicinanze – prosegue la capodicastero – ma la situazione non è migliorata. Il gerente parla di accanimento, ma gli agenti vengono chiamati su base regolare dal vicinato e non sempre infliggono multe: spesso procedono con degli ammonimenti, e diverse volte sono passati per sensibilizzare e chiedere di ridurre le emissioni moleste. La polizia, anche alla mia presenza, ha incontrato il gerente per individuare delle soluzioni. La Città non vuole ostacolare inutilmente chi, con la sua attività, contribuisce a mantenere viva la città ma vuole trovare equilibri per il rispetto di tutti. Capisco che per lui non sia bello avere spesso la polizia dentro il bar, ma capisco anche chi ha diritto alla tranquillità».

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