Locarnese e Valli

Rustici da restaurare, l'Ente regionale accelera

Approntata una documentazione per sensibilizzare e aiutare proprietari e associazioni a recuperare stabili e stalle nei nuclei per preservarli o immetterli sul mercato – «Non vogliamo salvarli a tutti i costi, ma creare nuove opportunità di valorizzazione del territorio»
© Archivio CdT
Mauro Giacometti
11.11.2022 06:00

«Rustici: adesso o mai più». È con questa sintesi che l’Ente regionale di sviluppo del Locarnese e Valli (ERS-LV), raccogliendo le istanze e i suggerimenti provenienti dalle proprie «antenne» sul territorio, ha lanciato un manifesto per promuovere, sensibilizzare e incentivare il restauro e la valorizzazione dei rustici. «Un tema annoso e problematico da affrontare, in particolare per quegli oggetti ubicati fuori zona edificabile, da un lato per decisioni talvolta difficili da digerire da parte delle autorità competenti, oppure ancora per l’intransigenza ritenuta eccessiva che Berna manifesta nei confronti del Ticino», ha premesso Giacomo Garzoli, presidente dell’ERS-LV nella conferenza stampa di ieri organizzata per presentare il «manifesto rustici». Un documento d’indirizzo (disponibile su www.ers-lv.ch), ha precisato Garzoni, «il cui intento non è quello di sviare l’attenzione rispetto alle difficoltà riscontrate quando si affronta la questione rustici, bensì favorire, con un’adeguata sensibilizzazione di tutti gli attori in gioco (proprietari privati, enti, autorità locali, cantonali e federali), un discorso propositivo, che si focalizzi sulle opportunità di restauro di oggetti che danno valore al nostro territorio e a tutta la comunità», ha detto. E Aron Piezzi, presidente dell’Antenna Vallemaggia, ha ulteriormente specificato che «si tratta di un patrimonio seriamente a rischio e che è indispensabile fare di tutto per salvare il salvabile: già molti edifici sono crollati, il rischio è che nei prossimi anni diversi altri preziosi testimoni della civiltà contadina vengano irreversibilmente cancellati».

L’appello

Da qui l’appello contenuto nel manifesto rivolto in particolare ai proprietari o alle comunioni ereditarie di «uscire allo scoperto» e informarsi adeguatamente sulle reali possibilità di recupero di un casolare, una stalla o una vecchia e fatiscente abitazione abbandonata da decenni, adoperandosi attraverso gli uffici tecnici comunali e cantonali per valutarne il restauro (anche con l’ausilio di sussidi pubblici), piuttosto che immettere gli oggetti sul mercato, dando ad altri la possibilità di sistemarli sempre secondo le leggi in vigore e nel rispetto delle tipologie architettoniche del luogo e del paesaggio circostante.

La responsabilità

«Ogni proprietario è responsabile del proprio rustico - ha evidenziato Garzoli -. I privati proprietari di rustici che non sono interessati a promuovere un restauro sono invitati a mettere sul mercato gli oggetti: ciò essenzialmente per scongiurare l’abbandono e il possibile conseguente crollo». «È importante conoscere lo stato di conservazione, informarsi presso i Comuni sulla classificazione dell’oggetto nell’inventario degli edifici fuori zona edificabile e sulla possibilità o meno di procedere ad un suo restauro secondo anche i dettami legali e le norme di attuazione contenute nel sito www.ti.ch/rustici - ha ribadito Aron Piezzi -. I buoni progetti devono essere condivisi e conosciuti affinché si sviluppi sempre di più un «circolo virtuoso positivo legato ai rustici per diffondere idee, positività, fiducia e opportunità di sviluppo», ha sottolineato il granconsigliere ed ex sindaco di Maggia. Ma non c’è solo il recupero residenziale, prevalentemente turistico da valutare, anche riportare alla luce alpeggi, stalle o nuclei discosti avrebbe una valenza di salvaguardia territoriale, oltre che storica, come hanno brevemente spiegato Saverio Foletta ed Elia Gamboni, punti di riferimento rispettivamente delle antenne di Verzasca e Centovalli-Onsernone-Pedemonte dell’Ente regionale di sviluppo.

Comunità allargata

Il documento di sensibilizzazione sui rustici elaborato dall’ERS-LV, ha infine evidenziato Garzoli, potrebbe presto essere allargato a tutto il Ticino: «Ne abbiamo già accennato agli altri enti regionali e potremmo arrivare presto ad una piattaforma condivisa».