Il caso tisin

Salario minimo, «Almeno 21.50 all’ora e niente deroghe per i CCL»

Presentata l’iniziativa popolare per rivedere al rialzo la retribuzione minima – Al via la raccolta firme
© CdT/Nico Nonella
Nico Nonella
29.10.2021 11:00

Un salario minimo fissato a 21,50 franchi all’ora e nessuna eccezione per i contratti collettivi di lavoro. Annunciata già nel corso del comitato cantonale del Partito socialista, la settimana scorsa, l’iniziativa popolare costituzionale per una retribuzione minima sociale è stata ufficialmente lanciata oggi dal fronte progressista, composto da PS, PC, POP e Verdi (il cui Comitato ha deciso giovedì sera di supportare il testo).

In base alle prestazioni complementari

Come noto, il testo propone di rivedere al rialzo la soglia minima ancorandola al corrispettivo delle prestazioni complementari AVS/AI con l’aggiunta delle spese sostenute, ossia ad almeno 21.50 franchi all’ora. Ma con l’intenzione di poterla ulteriormente aumentare fino a 22 franchi all’ora. Ma non solo. Attraverso la modifica della Costituzione cantonale i promotori intendono anche togliere la possibilità di deroga per i CCL. In modo da evitare altri “casi TiSin”. La raccolta firme è partita ieri, con la pubblicazione dell’iniziativa sul Foglio ufficiale. L’obiettivo: 10 mila sottoscrizioni in 100 giorni. In concreto, l’articolo 13 capoverso 3 della Costituzione cantonale verrebbe modificato come segue: «Ogni persona ha diritto a un salario minimo che le assicuri un tenore di vita dignitoso. Esso è definito dalla legge, ma al netto degli oneri sociali non può essere inferiore a quanto riconosciuto dalle prestazioni complementari AVS/AI per il fabbisogno generale vitale, l’alloggio, l’assicurazione malattia e le spese necessarie al conseguimento del salario». In caso di approvazione alle urne, verrà definita una nuova legge di applicazione che dovrà fissare il minimo salariale a 21,50 franchi all’ora.

Strumento di pressione politica

La strada dell’iniziativa costituzionale popolare non è però l’unica scelta dal PS, che presenterà anche due iniziative parlamentari, una costituzionale e una legislativa, per togliere la deroga per i CCL. «La via popolare è anche uno strumento per far pressione sul Parlamento», ha spiegato il co-presidente socialista Fabrizio Sirica. Ma non solo: l’auspicio del fronte progressista – ha affermato il deputato del PC Massimiliano Ay – è anche quello di «aprire un dibattito sul tipo di economia che vogliamo». «Si tematizza un modello diverso di economia», gli ha fatto eco Leonardo Schmid (POP). Di «tessuto economico deteriorato» ha parlato anche Federica Caggia (Gioventù socialista), secondo cui «dall’iter parlamentare che ha seguito l’iniziativa dei Verdi è scaturita una legge insufficiente» per tutelare il mercato del lavoro ticinese. Ecco dunque l’occasione per correggere il tiro. E a questo proposito Sirica ha aggiunto che il testo «non è una correzione dell’iniziativa dei Verdi bensì un’aggiunta».

Alleanze e rapporti di forza

Tornando a quello che sarà l’iter parlamentare, la co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin ha posto l’accento sulla necessità di capire quali saranno i rapporti di forza in Gran Consiglio. Solo allora si saprà in che modo modificare la Legge sul salario minimo. Un testo, ha ricordato, «sostenuto anche da chi oggi cerca di aggirarlo». In ogni modo, l’iniziativa popolare fungerà da «giusto pressing sul Governo».