SAM prima della classe, Lugano fuori dai playoff
Dopo 7 mesi e 30 turni si è chiusa nel fine settimana la regular season 2022/2023 della Swiss Basketball Leauge. Un weekend di verdetti definitivi, quello appena andato in scena, che ha certificato il primo posto della SAM Massagno e purtroppo lasciato fuori dai playoff il Lugano, bruciato all’ultima curva dal terzetto Nyon-Monthey-Boncourt. Quella della Spinelli è stata una stagione da prima della classe. Buona, a tratti ottima ma pure non immune a qualche sbavatura. Solo quattro le battute d'arresto raccolte in tutto il campionato È stata in testa dall’inizio alla fine, una partenza forte che le ha permesso di staccare così subito le inseguitrici e approfittare al meglio dell’inizio balbettante di Friburgo per mettere un bel cuscinetto sui burgundi e poi resistere al loro rientro, una volta che l'uscita dalle coppe europee ha restituito al campionato il solito, schiacciasassi Olympic. Forte del miglior attacco (90.8 punti ad allacciata di scarpe) e della seconda difesa del torneo (74.2 i punti concessi ad uscita), la truppa di Gubitosa in questi mesi ha legittimato con il passare del tempo la propria posizione in classifica e la propria ambizione. Nell'ultima parte di campionato però, dalla finale di Coppa svizzera in avanti circa, sono riemersi alcuni fantasmi della SAM passata, sotto forma di un certo nervosismo che ha tolto parte di quella lucidità e compattezza vista nella prima parte di stagione. Si sono riviste (inutili) discussioni con gli arbitri, una certa leggerezza nell’approcciare partite facili, momenti di sfilacciamento nel gioco di squadra. Niente di grave, fisionomie di una stagione sportiva cui nessuno è immune. Ad inizio campionato le voci di corridoio narravano di un spogliatoio piuttosto esplosivo in quel di Friburgo, per dire. Da far rientrare velocemente in questi giorni però, ed iniziare ad entrare in modalità playoff. Per quanto fatto, per la qualità della rosa, quest’anno qualsiasi risultato meno della finale sarebbe da considerare un fallimento. Al di là di qualsiasi «Antetokounpiana» filosofia.
Campionato bipolare
Una stagione sfortunata se ce n'è una, quella del Lugano. Partito in sordina, andato in crescendo e letteralmente azzoppato dagli infortuni. Che ad uno a uno hanno tolto alla truppa di Montini i suoi americani. Di fatto i bianconeri hanno vissuto un campionato bipolare, nei risultati e nelle emozioni. L'inizio così così, una prima crescita fino all'uscita di scena di Lawrence, cui la squadra ha reagito facendo gruppo, compattandosi e inanellando vittorie fino a salire addirittura al 5. posto, grazie anche al lavoro di un ottimo Montini. Poi il dito rotto di Hamilton, l'addio al centro americano e con lui ai sogni di gloria, precipitati con una serie di 8 sconfitte fino alla beffa di sabato, con quel misero punticino della differenza canestri che ha messo Boncourt davanti. Sfortune che hanno tolto i playoff ai ticinesi, cui sarebbero andati di diritto al completo, ma permesso loro di testare (finalmente) davvero la meglio gioventù.
Sguardo al futuro
In questo senso, gli ultimi mesi sono sicuramente positivi per il Lugano. Dell'Acqua è via via cresciuto prendendosi, con buoni risultati, sempre più spazio e responsabilità. Con lui anche Mina e nel finale si è intravisto tutto il potenziale in prospettiva di Ali. Talento che non manca neppure a Bernardinello e Matasic, cui forse manca ancora un click mentale per salire l'ultimo gradino. Potrebbero prendere esempio da Robert Zinn, signor professionista, con voglie di fuga a metà stagione ma poi rimasto. Una stagione da MVP la sua (15.9 punti e 11 assist a partita), leader vero mai risparmiatosi. Ha un contratto di ancora un anno ma difficilmente rimarrà senza un progetto vero. Anche perché dopo una stagione simile, il mercato per il Nazionale rossocrociato non sarà avaro di offerte. Ottimo insieme a lui anche Warden, guerriero dalle mani educate; ogni squadra ha bisogno di qualcuno che faccia legna, e uno come l'ex Nyon ne è l'esempio perfetto.