Sanità, la riforma ai raggi X
Il finanziamento uniforme delle prestazioni sanitarie è oggetto di referendum. Secondo i favorevoli, questa riforma favorirà il trasferimento dal settore stazionario a quello ambulatoriale, contenendo costi e premi. Per i contrari, invece, i premi aumenteranno e il personale sanitario sarà penalizzato. Ecco, in sintesi, che cosa prevede il tema in votazione il 24 novembre.
In cosa consiste questa riforma?
La riforma (conosciuta anche come EFAS) rende più omogeneo il finanziamento delle prestazioni sanitarie, allo scopo di rendere il sistema più efficiente. Oggi, i costi netti delle prestazioni coperte dall’assicurazione obbligatoria contro le malattie (senza la partecipazione degli assicurati) ammontano a 44 miliardi di franchi all’anno, ma sono finanziati in modo diverso a seconda del settore. Le cure ambulatoriali (medici, ambulatori ospedalieri senza pernottamento) costano 23 miliardi e sono tutte a carico delle casse malati, e quindi dei pagatori di premi. I trattamenti ospedalieri (con degenza) costano 15 miliardi: il 55% è pagato dai Cantoni e il 45% dagli assicuratori. Le cure di lunga durata (case anziani e assistenza a domicilio) costano 6 miliardi, pagati nella misura del 54% dalle casse (massimo 115 franchi al giorno) e del 46% dagli enti pubblici. Il problema è che questo sistema crea disincentivi che ostacolano una gestione ottimale e causano costi inutili. I trattamenti nel settore ambulatoriale, dove non è prevista la degenza e serve meno personale, costano meno che in quello stazionario. Ciononostante, le casse malati hanno poco interesse a promuoverli, perché nel settore stazionario più della metà dei costi è pagata dallo Stato. La riforma, quindi, vuole eliminare questi difetti attraverso una chiave di finanziamento unica (uniforme) per tutte le prestazioni. Che si tratti di una visita medica, di un’operazione che richiede una permanenza in ospedale o di una degenza in casa per anziani, i Cantoni pagheranno una quota fissa di almeno il 23,9% e le casse malati del 73,1% (al massimo).
Per quale ragione si va a votare?
La riforma è stata approvata dal Parlamento alla fine del 2023, dopo 14 anni di lavori. Il sindacato VPOD ha lanciato il referendum (sono state raccolte 57 mila firme), convinto che il nuovo metodo di finanziamento accelererà la pressione per risparmiare sul personale sanitario, indirizzerà la spesa sanitaria verso settori a scopo di lucro e aumenterà i premi assicurativi e la partecipazione dei cittadini ai costi.
Quali sono gli obiettivi del progetto?
Come detto, si tratta di eliminare gli incentivi negativi, che portano i vari attori del sistema a considerare solo i loro interessi e non il quadro generale. Col finanziamento uniforme si conta di accelerare il trasferimento dallo stazionario all’ambulatoriale, che costa meno, offre vantaggi pratici al paziente e riduce il carico di lavoro del personale. Grazie ai progressi della medicina, questo trasferimento è già in atto, ma finora i costi sono andati tutti a carico di chi paga i premi, perché l’intera fattura viene saldata dagli assicuratori. Con il finanziamento uniforme, invece, si pone fine a questa situazione, perché i Cantoni contribuiranno alla copertura dei costi. Inoltre, si conta di conseguire un miglior coordinamento tra i fornitori di prestazioni, così da evitare prestazioni superflue (ospedalizzazioni) e ritardare i ricoveri in case di cura. Il potenziale di risparmio va da 0 a 440 milioni di franchi annui. Gli incentivi negativi da eliminare riguardano anche le cure di lunga durata. Oggi, le casse malati devono spendere meno per le case anziani rispetto alle cure a domicilio, anche se nelle prime i costi complessivi sono più alti.
Ma cosa c’entrano le casse nella scelta delle cure?
La scelta del tipo di trattamento (stazionario o ambulatoriale) spetta di principio a medici e ospedali d’intesa con i pazienti. Le casse malati, tuttavia, possono spingere il trasferimento dallo stazionario all’ambulatoriale. Da un lato promuovendo modelli assicurativi alternativi che prevedono la coresponsabilità budgetaria dei medici e premiano il coordinamento, così da evitare ospedalizzazioni inutili. Assicuratori e Cantoni avranno lo stesso interesse a evitare questo genere di costi. Dall’altro lato, le casse possono influenzare la decisione tramite controlli dell’economicità. I risparmi verrebbero trasferiti agli assicurati sotto forma di sconti sui premi.
Qual è la quota delle cure ambulatoriali e quanto costano meno rispetto alle stazionarie?
Si parte dal principio che esiste un grande potenziale di aumento delle cure ambulatoriali. Gli interventi effettuati in ambulatorio sono circa il 20%, mentre in altri Paesi europei raggiungono il 50%. Le cure stazionarie comparabili sono da due a quattro volte più care perché richiedono infrastrutture più grandi, pernottamenti, assistenza continua e sale operatorie più costose.
Che cosa cambia per il portafogli degli assicurati?
In generale, secondo Governo e Parlamento, ci sono tutte le premesse per frenare l’aumento dei premi. Il finanziamento uniforme entrerà in vigore nel 2028 e dovrebbe portare a uno sgravio in favore degli assicurati in quasi tutti i Cantoni. Ci si attende che questi ultimi, il primo anno, si assumano da 1,5 a 2,5 miliardi di franchi di costi in più. La chiave di ripartizione (73,1% per le casse e 26,9% per i Cantoni) corrisponde alla media svizzera del periodo 2016-2019. Visto che nel frattempo la quota di finanziamento tramite i premi è aumentata, l’onere a carico degli assicurati si ridurrà. L’entità dello sgravio dipenderà poi dalla misura in cui il singolo Cantone di residenza ha partecipato ai costi delle prestazioni prima della riforma. Per i contrari, invece, i premi premi aumenterebbero subito in 17 Cantoni di 310 milioni di franchi. In un secondo tempo cresceranno a causa dell’inclusione nella riforma delle cura di lunga durata.
Come incideranno sulla fattura finale per l’assicurato le cure di lunga durata?
Per case anziani e Spitex il finanziamento uniforme scatterà nel 2032. Secondo gli avversari della riforma, come detto, il fatto di includere queste voci di spesa nella riforma avrà un effetto negativo sui premi, anche perché le casse malati dovranno contribuire maggiormente ai costi. Per i fautori, invece, l’effetto sarà contenuto perché rispetto alle prestazioni ambulatoriali, che fanno la parte del leone, i costi per le cure di lunga durata rappresentano un volume di quattro volte inferiore. La Confederazione sostiene che i premi saranno inferiori a quelli previsti in caso di mantenimento del sistema attuale, anche considerando i costi dovuti all’invecchiamento della popolazione e all’attuazione dell’iniziativa sulle cure infermieristiche. Inoltre, sono state formulate chiare condizioni che dovranno essere soddisfatte per integrare queste cure; in particolare, devono essere disponibili dati uniformi e trasparenti sui costi.
Come funzionerà la partecipazione ai costi?
Come oggi. Consisterà nella franchigia scelta e nell’aliquota percentuale del 10% fino a un importo di 700 franchi all’anno. A differenza di oggi, però, questa aliquota si applicherà a tutto il costo di un intervento ospedaliero (dedotta la franchigia) e non solo al 45% della quota a carico degli assicuratori. In altri termini, si pagherebbe di più. Per il resto, i pazienti continueranno a trasmettere le fatture alle casse malati. Nelle cure di lunga durata, chi ha bisogno di cure continuerà a pagare un contributo fissato dal Consiglio federale e che non potrà essere aumentato per almeno quattro anni, in pratica fino al 2036. Oggi questo contributo è di 23 franchi al giorno in casa anziani e al massimo di 15 franchi per chi si fa curare a domicilio.
Che cosa dicono i Cantoni? Perché il Ticino è contrario?
La maggioranza dei Cantoni si è detta favorevole alla riforma, perché elimina disincentivi e rafforza la loro posizione nel campo ambulatoriale, dove parteciperanno all’organizzazione tariffale. Il Ticino, però, è contrario (con altri quattro cantoni romandi) e giudica il progetto «inadeguato e persino controproducente». Da un punto di vista puramente finanziario, per il cantone questa riforma comporterebbe «un importante aggravio», stimato in circa 60 milioni di franchi sulla base dei dati del 2019, e destinato a lievitare. Non solo: il Governo ritiene che «ben difficilmente questa maggior partecipazione cantonale alla spesa sanitaria si ripercuoterà in termini positivi sui premi di cassa malati».
Gli assicuratori avranno più potere?
Per i favorevoli no. Spetterà alle casse malati farsi carico della remunerazione dei fornitori di prestazioni, compresi i contributi cantonali. Amministrativamente, per i Cantoni sarebbe più complicato trattare le fatture ambulatoriali, il cui numero è circa cento volte superiore a quello delle fatture per le prestazioni stazionarie. Per i contrari, invece, EFAS darebbe più potere alle casse malati.
Chi sostiene la riforma e con quali argomenti?
Sono favorevoli UDC, Centro, PLR e Verdi liberali, nonché tutte le organizzazioni dei fornitori di prestazioni (medici, ospedali, case anziani, Spitex) e assicuratori: Santésuisse si dice comunque poco entusiasta a causa dell’integrazione delle cure di lunga durata. I Verdi hanno optato per la libertà di voto, così come l’Associazione degli infermieri. In generale, i sostenitori del progetto si attendono una riduzione dei ricoveri inutili, grazie all’eliminazione dei disincentivi, e un freno all’aumento dei premi.
E i contrari, invece, che cosa dicono?
Il referendum è stato lanciato dal sindacato dei servizi pubblici VPOD, con il sostegno dell’USS (Travail.Suisse lascia libertà di voto). Secondo i contrari, l’integrazione delle cure di lunga durata finirà per fare aumentare i premi. Unia parla di grande bomba ad orologeria. In più ci saranno i maggiori costi per l’attuazione dell’iniziativa sulle cure infermieristiche. I contrari sostengono anche che il personale sanitario sarà penalizzato, tramite peggiori condizioni di lavoro, perché i Cantoni saranno messi sotto pressione dalle casse malati, che prenderanno parte alle trattative tariffarie per le cure di lunga durata.