Il punto

Scalpita il popolo della notte: la movida si prepara nella capitale

Tra pub, discoteche e altri locali anche Bellinzona si avvia ad una normalità forzatamente diversa - Ci si adatta alle attuali limitazioni sperando in ulteriori allentamenti delle misure anti-contagio, soprattutto sugli orari - La parola ad esercenti, DJ e gruppi musicali
Per fare le ore piccole bisogna pazientare ancora un po’. © Shutterstock
Simone Berti
16.06.2020 06:28

Anche la movida vuole tornare in pista. Tra chi nel suo piccolo ha già ricominciato a far vibrare le serate anche se solo fino alle 24, si pensi ai bar, e chi lo farà a breve, la notte bellinzonese si prepara. Dopo la chiusura in piena pandemia e un lungo isolamento, si tenta il ritorno alla normalità, anche perché la gente ha voglia di uscire come faceva sino a febbraio. Il tutto sarà però evidentemente ancora una normalità-remix, per restare nella metafora musicale. Molto dipenderà da quali saranno i prossimi allentamenti da Berna alle misure anti-contagio che qualcuno aspetta a breve. Ma in ogni caso già con le limitazioni attuali qualcosa si può fare. Non sono tempi favorevoli per le grandi discoteche, essendo in vigore il massimo di 300 persone per evento. Ma i più piccoli si stanno organizzando.

Woodstock pronto
«Pian piano è giusto ripartire ricucendo il rapporto con la clientela così da cancellare progressivamente le titubanze» spiega Marco Acocella del Woodstock Music Pub al confine tra Bellinzona ed Arbedo, ritrovo che negli ultimi anni ha spesso fatto il pienone nei weekend dando un «tetto» ai nottambuli fino alle 5 del mattino. «Ovviamente dovendo chiudere a mezzanotte i guadagni non sono altissimi ma credo che sia comunque giusto offrire un servizio anche perché la richiesta c’è - aggiunge - Proporremo la griglia e ovviamente musica, stiamo preparando anche spazi esterni, in clima estivo». La ripartenza è fissata per giovedì di questa settimana, 18 giugno, dalle 19 alle 24.

©CdT/Archivio
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Countdown anche per La Terrazza
Che il popolo della notte stia fremendo per uscire nuovamente lo conferma Domenico Trunfio, da alcuni anni al timone del lounge bar La Terrazza che anima le notti estive del bagno pubblico cittadino. Qui la ripartenza è fissata per il prossimo weekend. Contrariamente a ciò di cui la giovane clientela era abituata fino allo scorso mese di settembre «la musica» ovviamente è cambiata. Ma non in maniera così netta come si temeva. Insomma: seppur in modo diverso, anche questo ritrovo molto frequentato tornerà a vibrare. Ci sarà musica, e più ristorazione rispetto al passato, puntando sul sushi su cui in molti hanno basato la propria riconversione, con a disposizione anche gli spazi al pianterreno, ovvero quelli normalmente destinati alla ristorazione delle piscine comunali (che, ricordiamo, riapriranno il 27 giugno). Ma non mancherà l’intrattenimento, sempre rispettando le regole igieniche e di distanziamento, per quanto possibile in questo ambito. «Poi aspettiamo di vedere cosa diranno da Berna su tre punti» spiega il gerente. Ovvero: orario di chiusura (attualmente a mezzanotte), numero massimo di partecipanti (300), e servizio al bar (oggi non ancora consentito). «Quel che conta è che la gente non vede l’ora di tornare a divertirsi come prima». A giocare un ruolo nella movida post-COVID, secondo Domenico Trunfio, potrebbe essere il concetto di prenotazione, con una migliore gestione dei flussi.

6500: «Il santo non vale la candela»
Gli orari, dicevamo. Secondo Gianni Morici, già gerente del bar Peter Pan, il «Pit», chiuso a fine 2019 dopo 25 anni di musica live, attualmente il santo non vale la candela. Oggi oltre al ristorante Hook alla rotonda del Portone gestisce quello che in sostanza doveva diventare il Pit 2.0, la discoteca 6500 in via Zorzi, l’ex Ramarro. Il messaggio è uno solo: «Speriamo che a breve l’orario di chiusura possa essere esteso perché così non ne vale la pena».

©CdT/Archivio
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Il DJ: «Siamo rimasti vivi»
E per i DJ che tutte queste notti le animano, com’è cambiata la vita? Cosa si aspettano? «È stata tosta perché coi club chiusi ovviamente sei fermo, però siamo rimasti vivi» ci spiega un DJ bellinzonese. L’attività è infatti rimasta calda grazie alle dirette sui social. L’adrenalina di tornare a suonare dal vivo però rimasta, anzi sta crescendo: «Beh volendo adesso si può, anche se solo fino a mezzanotte». Appunto: c’è anche chi ritiene che spegnere tutto alle 24 non sia necessariamente un andicap per chi campa di musica e movida. «Credo si possa fare comunque, cambia il mondo e ci si adatta: una volta si usciva a mezzanotte, ora un po’ prima, ma comunque una volta che arriverà l’OK di Berna si potrà rimanere aperti più a lungo e a quel punto si proverà una nuova normalità».

Gli Sgaffy. © Facebook
Gli Sgaffy. © Facebook

Gli Sgaffy: «Quanto manca il live»
E poi ci sono loro, i protagonisti del live, i gruppi musicali locali, anche loro fermati dalla pandemia. «Ci manca molto suonare dal vivo, soprattutto in questo periodo di open air e feste campestri - hanno scritto alcuni giorni fa gli Sgaffy salutando i loro follower sui social - Un caro saluto va ai nostri amici organizzatori e tecnici, ormai ci vuole un po’ di pazienza e poi si tornerà a fa casot sul palco». Anche il gruppo musicale bellinzonese molto amato dai giovani e non solo – e protagonista di concerti memorabili proprio al Woodstock che abbiamo citato in apertura - freme per tornare ad animare le serate e le notti della regione. Ma il lockdown non ha fermato la loro creatività. È da poco uscito il singolo «Zocry», che definiscono «una canzone bella ignorante con un testo profondo e a tratti toccante. Dopo questo periodo difficile ci sembrava giusto tornare a fare quello che ci riesce meglio, ovvero i rembambii». Lo spirito perfetto per superare ogni avversità.

La Terrazza al bagno pubblico di Bellinzona la scorsa estate: altri tempi.
La Terrazza al bagno pubblico di Bellinzona la scorsa estate: altri tempi.