Schengen, la Svizzera è una buona allieva

BERNA - La Svizzera applica correttamente la regolamentazione Schengen. È quanto emerge dalla seconda valutazione del Consiglio dell'UE. Secondo gli esperti sono possibili miglioramenti su questioni di dettaglio.
Sono stati sottoposti a verifica in particolare la protezione dei dati, i controlli alle frontiere esterne (aeroporti), il Sistema d'informazione Schengen (SIS), la cooperazione in materia di polizia e i visti, precisa l'Ufficio federale di polizia in un comunicato.
Nei loro rapporti gli esperti hanno confermato il livello generalmente elevato dell'attuazione e applicazione delle disposizioni Schengen in Svizzera. Restano perfezionabili alcuni dettagli. Gli esperti hanno ad esempio proposto di potenziare la competenza decisionale delle autorità di protezione dei dati o di svolgere regolarmente pattugliamenti di polizia con tutti i paesi limitrofi. In base alle raccomandazioni elaborate, la Confederazione ha già adottato varie misure, altre sono al vaglio.
La valutazione si è svolta in tre tappe: nella prima fase le autorità elvetiche hanno risposto a circa 200 domande sull'applicazione delle prescrizioni Schengen segnalando le principali modifiche giuridiche e operative introdotte dall'ultima valutazione. La seconda fase comprendeva quattro visite di valutazione in Svizzera e una presso due rappresentanze all'estero. Le visite, svoltesi tra marzo e giugno 2014, si sono concentrate sulla cooperazione in materia di polizia, la protezione dei dati, l'emissione dei visti, i controlli alle frontiere esterne e il sistema d'informazione Schengen. Nella terza fase, Berna ha informato il gruppo di lavoro del Consiglio dell'UE in merito alle misure adottate.
Ogni cinque anni circa gli Stati Schengen sono sottoposti a una valutazione per verificare che attuino e applichino correttamente le disposizioni Schengen. La prima valutazione della Svizzera ha avuto luogo nel 2008. La seconda, iniziata alla fine dell'anno scorso, si è conclusa ora, mentre è prevista nel 2018.