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«Se cade Bakhmut apriamo la strada a Mosca»

Lo ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che non molla su Bakhmut: «Va difesa» – La Cina, intanto, «sceglie la pace sulla guerra, il dialogo sulle sanzioni» ha affermato il neoministro degli Esteri, Qin Gang — TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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«Se cade Bakhmut apriamo la strada a Mosca»
Red. Online
07.03.2023 06:32
21:12
21:12
«Se cade Bakhmut apriamo la strada a Mosca»

Le forze russe avranno la «strada aperta» verso città chiave dell'Ucraina orientale se prenderanno il controllo di Bakhmut. Lo ha sottolineato il presidente Volodymyr Zelensky in un'intervista alla Cnn, difendendo così la sua decisione di mantenere le forze ucraine nella città assediata.

«Questo è tattico per noi», ha detto Zelensky, insistendo sul fatto che i vertici militari di Kiev sono uniti nel concordare di prolungare la difesa della città dopo settimane di furiosa battaglia.

17:32
17:32
«Gruppo pro-Ucraina ha sabotato il Nord Stream»

È stato un gruppo pro-Ucraina a sabotare i gasdotti Nord Stream lo scorso anno. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti americane, secondo le quali non ci sono indicazioni che il presidente Volodymyr Zelensky e la sua squadra di governo fossero coinvolti nell'operazione.

17:26
17:26
La Russia rilascia 130 prigionieri, anche da Bakhmut

Rilasciati dalla Russia 130 prigionieri ucraini, tra cui 71 combattenti del battaglione Azovstal che per mesi ha difeso l'acciaieria di Mariupol, ultima roccaforte della città caduta in mano all'esercito del Cremlino in maggio. Lo ha annunciato il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak, citato da Unian.

«Questi sono soldati delle forze armate ucraine, guardie nazionali, guardie di frontiera. Tra loro ci sono 87 difensori di Mariupol, 71 dei quali sono di Azovstal», ha scritto Yermak.

Anche i soldati ucraini catturati nell'area di Bakhmut e Soledar sono stati restituiti all'Ucraina. «Un totale di 35 persone della regione di Donetsk», ha dichiarato il capo dell'ufficio del presidente.

«La maggior parte delle persone che stanno tornando oggi ha ferite gravi. Come dice il presidente Volodymyr Zelenskyy, lo Stato deve prendersi cura di ciascuno di loro. Ciascuno dei nostri eroi deve sentire che lo Stato si prende cura di lui», ha sottolineato Yermak.

17:08
17:08
«Ancora 4 mila civili a Bakhmut, compresi 38 bambini»

Nella città di Bakhmut, dove si sta svolgendo una delle battaglie più sanguinose della guerra tra Ucraina e Russia, ci sono ancora circa 4 mila civili. Tra questi, secondo quanto sostiene la vicepresidente ucraina Iryna Vereshchuk, ci sarebbero anche dei bambini: «Per quanto ne sappiamo, sono approssimativamente 38 i bambini rimasti a Bakhmut», ha detto Vereshchuk.

16:28
16:28
L'Ungheria avrebbe addestrato soldati ucraini sul suo territorio

Contrariamente a quanto sostenuto finora, l'Ungheria avrebbe addestrato soldati ucraini sul suo territorio. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa slovacco, Jaroslav Nad, in un punto stampa.

«Sì - ha detto - anche gli ungheresi aiutano (l'Ucraina). Il fatto che non lo sappiate e che la propaganda» dica il contrario «è una cosa. Ma sapevate, ad esempio, che addestrano soldati ucraini sul loro territorio? La realtà è che naturalmente aiutiamo il nostro vicino, perché cerchiamo di tenere il conflitto il più lontano possibile e non lasciamo che si avvicini al nostro confine».

Secca la smentita di Zoltan Kovacs, portavoce del premier ungherese, Viktor Orban. In un tweet ha spiegato che «le forze di difesa ungheresi sono coinvolte nell'addestramento di medici militari ucraini per scopi umanitari».

15:40
15:40
«Da Mosca il più grande rapimento di Stato di bambini»

«La Russia rapisce i nostri bambini. È il più grande rapimento di bambini sponsorizzato da uno Stato. Con questa deportazione forzata, la Russia cerca di cancellare l'identità familiare e nazionale dei giovani ucraini. È il genocidio di una nazione. Tutti coloro che l'hanno organizzato saranno chiamati a risponderne». Lo ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

15:11
15:11
Domani Guterres a Kiev da Zelensky per l'accordo sul grano

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres incontrerà domani a Kiev il presidente Volodymyr Zelensky per discutere dell'estensione dell'accordo con Mosca che consente l'esportazione di cereali ucraini dal Mar Nero. Lo scrive il Guardian.

«Il segretario generale è appena arrivato in Polonia diretto in Ucraina», ha detto oggi il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric, aggiungendo che Guterres discuterà della continuazione dell'accordo «in tutti i suoi aspetti e altre questioni pertinenti».

12:38
12:38
Oltre 20 arresti in Bielorussia per sabotaggio contro un aereo russo

Oltre 20 persone sono state arrestate in Bielorussia per un sabotaggio compiuto contro un aereo militare russo A-50 nella base militare di a Machulishchi, vicino a Minsk. Lo ha detto il presidente Alexander Lukashenko citato dall'agenzia Belta.

A fine febbraio attivisti antigovernativi bielorussi avevano rivendicato un presunto attacco con un drone a un aereo militare russo A-50 in una base bielorussa.

Tra gli arrestati c'è anche un agente dei servizi segreti ucraini, entrato in Bielorussia attraverso la Polonia, ha aggiunto Lukashenko. Secondo il presidente l'azione «non può essere stata compiuta senza l'assenso» del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

12:22
12:22
«Gli USA fanno di tutto per continuare la guerra»

Gli Usa «fanno di tutto per continuare la guerra in Ucraina». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall'agenzia Ria Novosti.

La Russia presta «grande attenzione» all'iniziativa di pace della Cina per l'Ucraina, ma ora «non ci sono le condizioni perché la situazione si avvii su un percorso pacifico» e quindi Mosca cerca di raggiungere i suoi obiettivi «continuando l'operazione militare», ha aggiunto Peskov.

10:37
10:37
«Conquistata quasi la metà di Bakhmut»

Le forze russe controllano «quasi la metà» della città di Bakhmut, secondo quanto annunciato da Jan Gagin, consigliere del capo dell'autoproclamata repubblica filorussa di Donetsk, Denis Pusilin.

«Le nostre truppe e la nostra artiglieria sono già in città e ne controllano quasi la metà», ha detto Gagin, citato dall'agenzia Ria Novosti, aggiungendo che è in atto «un ritiro caotico di vari piccoli gruppi» di soldati ucraini, alcuni dei quali si arrendono.

06:40
06:40
«Mai fornito armi alle parti in conflitto»

Pechino «non ha fornito armi ad alcuna delle due parti del conflitto ucraino. La Cina non è l'artefice della crisi, né una parte direttamente interessata. Perché minacciare allora le sanzioni alla Cina? Non è assolutamente accettabile». Il neoministro degli Esteri, Qin Gang, nel suo primo briefing con i media a margine dei lavori parlamentari annuali, ha accennato a «una mano invisibile» che sembra sostenere una crisi prolungata. «È una tragedia che poteva essere evitata: la Cina sceglie la pace sulla guerra, il dialogo sulle sanzioni» e la de-escalation all'escalation«, ha notato ancora Qin sul conflitto tra Russia e Ucraina.

06:36
06:36
Il punto alle 6.00

Oggi, martedì 7 marzo, è il 377.esimo giorno dallo scoppio della guerra in Ucraina. Ecco i principali aggiornamenti delle ultime ore.

Nonostante l’utilizzo della «super bomba», Mosca starebbe «finendo le risorse». È quanto ritiene l'intelligence di Kiev, che ha ribadito ieri: «in primavera Mosca rischia di esaurire i suoi strumenti di guerra».

Al centro delle attenzioni dell’esercito ucraino c’è ancora la città di Bakhmut. Secondo quanto ha riportato ieri la Bild sarebbe «scontro aperto tra il presidente Volodymyr Zelensky e il comandante in capo delle forze armate, il generale Valery Zaluzhny sulle decisioni da prendere su Bakhmut». Il presidente ucraino, dal canto suo, ha dato direttive all'Esercito per trovare «tutte le forze» per difendere Bakhmut. «Ho chiesto allo Stato maggiore di trovare le forze appropriate per aiutare la difesa di Bakhmut, nessuna parte dell'Ucraina può essere abbandonata», ha detto ieri Zelensky nel consueto messaggio serale al Paese.

Nel frattempo, il capo del gruppo paramilitare russo Wagner, Yevgeny Prigozhin, si lamenta di nuovo della mancanza di munizioni al fronte - dove i suoi mercenari sono impegnati soprattutto a Bakhmut - e torna a parlare di «tradimento» da parte di Mosca per i ritardi nelle consegne. «Gli ordini sono stati dati per la consegna il 23 febbraio. Ma finora la maggior parte delle munizioni non è stata inviata», sostiene Prigozhin in un messaggio pubblicato sui social network ieri sera. E cita due possibili ragioni per il ritardo: «Ordinaria burocrazia o tradimento». I combattenti del Gruppo Wagner sono in prima linea nella battaglia per Bakhmut, una città dell'Ucraina orientale che la Russia sta cercando di conquistare da diversi mesi e dove le forze di Mosca e Kiev hanno subito pesanti perdite. Il mese scorso Prigozhin aveva rivolto dure critiche al ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, e al capo di Stato Maggiore, Valery Gerasimov, accusandoli di aver commesso «tradimento» rifiutandosi di fornire munizioni al suo gruppo. Pochi giorni dopo, aveva annunciato che le munizioni sarebbero state finalmente consegnate. Tuttavia, in un video diffuso nella tarda serata di sabato, Prigozhin si lamenta ancora - tra l'altro - della mancata consegna delle munizioni e avverte che «se Wagner si ritira ora da Bakhmut, l'intero fronte crollerà».

Nelle ultime 24 ore, l'esercito di Kiev ha ucciso 18 membri del gruppo di sabotaggio e ricognizione delle forze armate russe, che si muovevano su barche a motore vicino a Kherson. Lo riporta Ukrainska Pravda, aggiungendo che secondo il rapporto del Comando operativo Sud sono stati distrutti anche tre sistemi missilistici antiaerei, due unità di equipaggiamento ingegneristico, due posti di osservazione e un deposito di munizioni. Intanto, la stessa Ukrainska Pravda ha diffuso un video shock che mostra l'esecuzione a sangue freddo di un prigioniero ucraino disarmato da parte delle truppe russe che hanno ripreso la scena mentre lo insultavano. Le immagini mostrano l'uomo che dice qualche parola, fa un ultimo tiro di sigaretta e viene crivellato di colpi. Secondo quanto riporta il quotidiano online ucraino, prima di essere freddato dai soldati russi, la vittima ha esclamato: «Gloria all'Ucraina». Al momento non è ancora chiaro dove e quando sia stato girato il video in cui soldati russi uccidono a sangue freddo un prigioniero ucraino. Il governo ucraino ha condannato l'accaduto, riporta Ukrainska Pravda. Intanto, Andriy Yermak, capo di gabinetto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha scritto sul suo profilo Telegram che i crimini di guerra sono coltivati in Russia e mascherati dalla loro propaganda e dai miti «nazisti». «L'omicidio di una persona che è stata fatta prigioniera ne è un altro esempio», ha commentato Yermak riferendosi al video shock in cui soldati russi uccidono a sangue freddo un prigioniero ucraino che lui stesso ha pubblicato su Telegram. «È anche un esempio della loro insignificanza e debolezza nazionale. Ogni crimine di guerra sarà punito. Nessuno schiverà la giustizia. Li troveremo tutti», ha aggiunto.