La luce in fondo al tunnel

Se il nostro Pianeta assomiglia alle visioni oniriche di Van Gogh

Ritorna la rubrica del Corriere del Ticino dedicata alle «buone notizie»: ecco alcuni temi per pensare positivo nel corso di aprile
© NASA
Camilla Vagnozzi
01.04.2025 17:32

Il nostro Pianeta simile alle visioni oniriche di Van Gogh

La Notte stellata (in lingua originale, De Sterrennacht) di Vincent Van Gogh è tra i dipinti più iconici dell’artista, realizzato nel 1889 e oggi conservato al Museum of Modern Art di New York. Viene mostrato il paesaggio notturno di Saint-Rémy-de-Provence (Francia), poco prima del sorgere del sole. 

È ricostruzione comune di storici ed esperti che Van Gogh non abbia dipinto fedelmente ciò che vedeva, ma che la Notte stellata sia in realtà una interpretazione personale ed espressiva, data da una visione quasi onirica del paesaggio davanti all’artista. Stupisce, quindi, osservare queste altre immagini.

Non si tratta più di un quadro di Van Gogh, ma del nostro Pianeta. Ciò che vediamo arriva direttamente dal sito della NASA, l'Agenzia governativa responsabile della ricerca aerospaziale negli Stati Uniti. 

Sono le immagini estrapolate da Perpetual Ocean 2 e, si legge sul sito dell'Agenzia spaziale, la «visualizzazione inizia con un globo rotante che mostra le correnti oceaniche». Sono diverse le correnti mostrate iniziando da quella del Kuroshio, seconda corrente oceanica più grande al mondo, per poi spostarsi sull'Oceano Indiano e raggiungere la corrente calda di Agulhas, concludendo poi con la Corrente del Golfo. La particolarità di questo sistema di monitoraggio è che riesce a rintracciare correnti a diverse profondità: «I flussi dalla superficie fino a 600 metri di profondità sono tutti bianchi. I flussi sotto i 600 metri di profondità usano la tabella dei colori blu-ciano-bianco», spiega la NASA. 

La somiglianza con la Notte stellata è tale da aver suscitato grande interesse online, avvicinando la ricerca scientifica al mondo artistico. 

Cittadini protagonisti del censimento degli animali in Sri Lanka

Qualche giorno fa gli abitanti dello Sri Lanka sono stati direttamente coinvolti per realizzare un censimento utile a stimare il numero di animali presenti nel Paese e dannosi per l’agricoltura. Come? Contandoli, tutti insieme, contemporaneamente e alla stessa ora. 

Lo scorso 15 marzo è stato infatti chiesto ai cittadini di annotare, basandosi su una modulo fornito dal governo, gli animali presenti nelle proprietà tra le 8:00 e le 8:05. Tra gli esemplari elencati c’erano alcune specie di scimmie, gli scoiattoli giganti e i pavoni. Lo scopo dell’iniziativa, realizzata coinvolgendo circa 40.000 funzionari locali in supporto ai cittadini, è quello di mitigare l’impatto negativo che alcune specie possono avere sui raccolti. Secondo alcune stime si parla di una perdita di circa il 20% della produzione agricola annuale.

Come riportato da France 24, il funzionario del ministero Ajith Pushpakumara stima che i risultati del censimento possano essere precisi «all'80 percento circa» e «dopo aver avuto un'idea del numero di questi animali, potremo pianificare i prossimi passi per affrontarli».

Non sono mancate le critiche dell’opposizione, che ha definito l’iniziativa uno spreco di denaro e un fallimento, vista ad esempio l’impossibilità di conteggiare i parassiti o gli animali notturni. D’altra parte, diverse critiche sono state rivolte al metodo che non tiene conto della presenza degli elefanti che, per quanto responsabili del predamento massiccio di riso e frutta, non sono stati conteggiati nel censimento perché considerati animali sacri nel Paese.

Guardianas del Conchalito: un modello per le donne e per il clima

A marzo 2025 il Guardian ha raccontato la storia delle Guardianas del Conchalito, gruppo di donne messicane che è impegnato nel contrasto della droga, della deforestazione, della pesca illegale e dello scarico di rifiuti abusivi a La Paz, in Messico. Le Guardians operano nell’area umida dell’estuario di El Conchalito, ricca di molluschi e mangrovie. 

La loro attività è cominciata quando nel 2015 hanno richiesto agli uomini a capo delle diverse comunità locali di essere pagate per ripulire la zona e, successivamente, posizionare massi per ostacolare il passaggio dei camion, scavare canali che facessero fluire acqua alle mangrovie, presidiare l’area anche di notte per ostacolare criminalità e spaccio.

L’attività delle Guardians si è fatta notare da associazioni ambientaliste che, negli anni, hanno contribuito con donazioni e supporto. Oggi non solo viene garantito uno stipendio adeguato alle impiegate della società, ma, oltre ad occuparsi della tutela e della piantumazione delle mangrovie, è nato anche un progetto di allevamento di ostriche, oltre che di sensibilizzazione della popolazione locale e dei turisti. 

Le Guardians del Conchalito non sono solo un esempio di indipendenza femminile, ma anche fonte di ispirazione per le comunità locali e un modello da seguire per quanto riguarda il contrasto al cambiamento climatico: quest’area, nell’aspetto che ha assunto sotto la tutela dalle donne, è luogo di naturale accumulo di carbonio, oltre che un rifugio per diverse specie. 

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