Il caso

Se l'auto ibrida è talmente silenziosa da risultare «pericolosa»

Con Massimo Gonnella, Specialista Pubbliche Relazioni e portavoce di TCS, affrontiamo il pericolo che possono rappresentare le auto elettriche a bassa velocità per persone con disabilità visive e per piccoli animali
Sara Fantoni
19.08.2022 10:00

A tutti sarà capitato di attraversare tranquillamente una stradina, voltarsi e rendersi conto di un’auto che procede a passo d’uomo dietro di noi in attesa di poter passare. Noi però non l’avevamo sentita. «Automobili senza inquinamento acustico». Questa è una delle caratteristiche di veicoli ibridi ed elettrici. Sembrerebbe una benedizione già a partire dalla denominazione in sé. Eppure, possono creare qualche difficoltà! Per persone con disabilità visive e per piccoli animali, questo beneficio può trasformarsi addirittura in un pericolo. Qualcosa è stato pensato? Massimo Gonnella, Specialista Pubbliche Relazioni e portavoce di Touring Club Svizzero, offre al CdT una panoramica sulla situazione attuale.

Rischio sotto i 25 km/h

«Uno studio condotto nel 2017 dall'Ufficio prevenzioni infortuni (UPI) - inizia Gonnella - ha dimostrato che i veicoli elettrici possono comportare un maggior rischio di incidenti per pedoni e ciclisti, rispetto a quelli ad alimentazione tradizionale. Non è però ancora chiaro se l'aumento del pericolo possa essere definitivamente attribuito alle minori emissioni acustiche o ad altri fattori».

La presenza di suoni sembra comunque essere essenziale, in particolare per soggetti non vedenti o ipovedenti. «Queste persone si orientano fortemente in base al rumore dei veicoli. Tuttavia, quelli che viaggiano ad una velocità superiori a 25 km/h possono in ogni caso essere riconosciuti come una fonte di pericolo, indipendentemente dalla tecnologia di trasmissione utilizzata. Questo perché - spiega il portavoce di TCS - al di sopra di questa velocità l’effetto acustico generato dagli pneumatici che scorrono sull’asfalto è quello predominante. È quindi irrilevante sapere se l’automobile sia elettrica o convenzionale».

Non vale lo stesso discorso per la fascia di velocità inferiore a 25 km/h. «In questo caso le emissioni acustiche dei veicoli elettrici sono invece significativamente diverse rispetto a quelle delle auto a combustione pura. Con il secondo, il suono del motore prevale su quello generato dagli pneumatici sulla strada. Al contrario, le emissioni sonore dei veicoli elettrici si riducono man mano che scende la velocità di guida». È controintuitivo, eppure, è nelle zone di traffico a bassa velocità che è maggiormente necessario prestare attenzione. «Anche il rischio di incidenti con piccoli animali potrebbe aumentare all’interno di zone residenziali per lo stesso motivo».

Una soluzione…a metà

Che fare quindi? «A velocità comprese tra 0 e 25 km/h un cosiddetto AVAS (Acoustic Vehicle Alerting System), in particolare per le auto elettriche, può aumentare la sicurezza dei pedoni». Si tratta di un sistema di allarme acustico per veicoli a bassa sonorità. «Il 1° luglio 2019 la Svizzera ha completato la prima fase di adozione del Regolamento UE. Ciò significa che tutti i nuovi modelli e, dal luglio 2021 anche tutti i mezzi elettrici e ibridi immatricolati, importati dagli Stati dell'UE, dovranno essere dotati di un dispositivo AVAS». In cosa consiste? L’obiettivo è quello di garantire a pedoni, ciclisti e agli altri soggetti vulnerabili, una maggiore sicurezza nel traffico stradale. «Inoltre, per aiutare gli utenti della strada a riconoscerlo, il rumore del sistema acustico deve ricordare quello di un veicolo, motivo per cui le melodie, ad esempio, sono vietate». Gonella precisa che a seconda della frequenza e del livello di volume, gli AVAS possono essere percepiti come un disturbo per l'orecchio umano. «In più, anche i suoni intermittenti, come quelli utilizzati per la retromarcia, sono generalmente percepiti come fastidiosi»

Resta però anche un altro problema: «Al fine di evitare possibili barriere commerciali come, ad esempio, le importazioni dirette da Stati non appartenenti all'Unione Europea, - chiosa Gonnella -   l’Ordinanza concernente le esigenze tecniche per veicoli stradali (OETV) non stabilisce che debbano essere sistematicamente dotati di un AVAS. Questa regolamentazione è riconosciuta anche in Svizzera».

Riprendendo il quesito iniziale, dunque, qualcosa è stato pensato! Tuttavia, la sua attuazione rimane ancora solamente parziale, non comprendendo le automobili provenienti dall’esterno dell’UE. Per i soggetti più vulnerabili al traffico, il problema persiste.