Se le ondate di freddo non sono più «abbastanza fredde»

Vittangi, nord della Svezia. È il 5 gennaio quando, dopo giorni di gelo, il termometro registra -44,6 gradi. La temperatura viene subito etichettata come «da record». Fa freddo, insomma. Tanto freddo. Ma non abbastanza. Almeno, secondo quanto hanno scoperto scienziati della World Weather Attribution e ricercatore del Royal Netherlands Meteorological.
L'inizio dell'anno, in Scandinavia, è stato inaugurato da un'ondata di freddo eccezionale. A Oslo, il 6 gennaio, nella notte la temperatura è scesa a -31 gradi per la prima volta nella storia della capitale norvegese. In Svezia, si è parlato di minime record da 25 anni. L'ultima volta che nel Paese nordico aveva fatto così tanto freddo era stato nell'inverno del 1999. Eppure, a detta degli esperti, non si tratta di segnali incoraggianti nella lotta al cambiamento climatico. Tutt'altro. Anzi, secondo quanto dichiara il team di ricerca: «Non c'è proprio alcun motivo per festeggiare».
Quanto successo nel Nord Europa è un avvenimento raro. Esattamente come le ondate di calore con temperature estreme stanno diventando più frequenti, i periodi freddo stanno invece diminuendo a vista d'occhio. E quando si verificano, come nel caso della Scandinavia, sono tendenzialmente più miti di quanto dovrebbero essere.
Certo, definire «miti» temperature che raggiungono quasi i 45 gradi sotto lo zero può sembrare assurdo. Folle, per certi versi. Ma secondo quanto emerso dallo studio menzionato in precedenza, senza i cambiamenti climatici, in Svezia, Norvegia e Finlandia si sarebbero registrate minime inferiori di 4 gradi, rispetto a quelle effettivamente toccate. In altre parole, ci si sarebbe avvicinati ai -50 gradi. Toccando soglie di freddo ben peggiori.
Non solo. Gli scienziati, inoltre, osservando le combinazioni tra i vari modelli climatici, hanno scoperto che un'ondata di freddo di cinque giorni è ora cinque volte meno probabile che si verifichi. A causa, neanche a dirlo del riscaldamento globale. E non è tutto. Gli estremi di freddo che si possono registrare in un solo giorno sono 12 volte meno probabili, rispetto a quanto non lo fossero in passato.
Di più, qualora le temperature globali aumentassero di 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali, le ondate di freddo di cinque giorni diventeranno «più calde» di altri 2,5 gradi, mentre le temperature minime per una singola giornata saliranno di 2 gradi. Aumentando sempre di più, va da sé, i pericoli per gli esseri umani.
Ma non è finita qui. Secondo il professore di climatologia Erik Kjellström, il costante congelamento e scongelamento dell'acqua comporta sfide anche per la salute, oltre che per le infrastrutture e per la sicurezza stradale. Per esempio, a causa di eventi meteorologici di questo tipo, è più probabile che si venga a creare un manto nevoso più stratificato, che da una parte aumenta il rischio di valanghe, e dall'altro costituisce un problema anche per gli animali. Tra questi, le renne, che faticano ad accedere al cibo e di conseguenza a sopravvivere.
Tuttavia, nonostante il cambiamento climatico stia riducendo il numero di ondate di freddo, è sbagliato pensare che eventi estremi come quello di inizio anno in Scandinavia non ricapiteranno più. Come detto, diventeranno meno frequenti, ma non spariranno. Al contrario, pur diventando potenzialmente meno estreme, la percezione del rischio e la preparazione dei Paesi potrebbe diminuire. Aumentando, va da sé, i pericoli.