Se un termine negativo nel titolo ottiene l'effetto «clickbait»

I titoli negativi fanno levitare il consumo di notizie online. Lo hanno dimostrato i ricercatori del Politecnico federale di Zurigo, in collaborazione con gruppi di ricerca internazionali, grazie all'analisi di materiali della piattaforma mediatica Upworthy. L'impiego di termini come «wrong» (sbagliato), «bad» (cattivo) e «awful» (terribile) conduce a un alto numero di click.
La piattaforma Upworthy è «uno dei pionieri del clickbait di maggior successo nella storia di Internet», scrivono i ricercatori nello studio pubblicato mercoledì sulla rivista Nature Human Behaviour.
Il sito di notizie si prestava particolarmente ad essere analizzato, dato che da anni sperimenta con i suoi titoli, di cui ha anche testato di volta in volta diverse varianti. I ricercatori hanno misurato la frequenza dei click, numero che indica quante volte gli utenti cliccano sull'articolo - per leggerlo - dopo averne scorto il titolo. Sono stati contati circa 5,7 milioni di click su 105.000 articoli.
Complessivamente, la frequenza dei click è risultata variare da zero a poco meno del 15%, ma è aumentata mediamente del 2,3% grazie all'inserimento di una parola «negativa» all'interno del titolo. Parole dai connotati positivi come «love» (amore), «pretty» (carino) e «beautiful» (bello), al contrario, hanno animato i lettori in misura minore.
L'effetto del vocabolario negativo si è dimostrato variabile in base alle aree tematiche: è stato più forte nelle notizie di politica ed economia, ma si è manifestato palesemente anche nei temi tipici di Upworthy, ossia «interessi umani», «istruzione e scuola» e «LGBT». L'effetto è stato notato meno in «intrattenimento» e «diritti delle donne e femminismo».
«Nonostante Upworthy si descriva come un portale di notizie positive abbiamo constatato una deviazione verso i dati negativi», commentano gli autori dello studio. «Anche se i lettori di Upworthy hanno scelto questo portale per la sua rappresentazione positiva delle notizie, il linguaggio negativo ha aumentato il consumo di notizie, mentre quello positivo lo ha diminuito».