Ambrì

«Servono misure urgenti contro il lupo»

L’assemblea annuale dell’agricoltura ticinese avverte: «Si prospetta un vero e inesorabile sterminio degli alpeggi non proteggibili» – Votate anche due risoluzioni per «una filiera del latte forte» e per un rafforzamento della presenza sul territorio delle Condotte veterinarie
© CdT/ Chiara Zocchetti
Red. Ticino&Svizzera
27.04.2025 18:47

«Rafforzare e beneficiare della presenza fondamentale sul territorio delle Condotte veterinarie»; «Serve una visione strategica chiara per una filiera del latte ticinese forte – e attuarla»; «Adozione di misure incisive e urgenti contro i grandi predatori per evitare lo sterminio degli alpeggi non proteggibili». Sono queste le tre risoluzioni - accompagnate da un grido d’allarme - che la Camera cantonale dell’agricoltura ha approvato all’unanimità - una settantina i delegati presenti - sabato alla Gottardo Arena di Ambrì.

L’80. Camera agraria, che riunisce i 33 enti affiliati all’Unione Contadini Ticinesi (UCT), ha parlato delle sfide passate e future del settore, a partire dal disastro in Vallemaggia. In un comunicato, è stata sottolineata «l’ottima collaborazione tra le associazioni di categoria e le autorità cantonali per risolvere i problemi pratici creatisi nei giorni e nelle settimane successive» al maltempo dello scorso giugno. Oltre a ciò, viene ricordato, il Fondo di solidarietà agricola ha raccolto 74 mila franchi di donazioni per le famiglie contadine colpite.

Grandi predatori

L’attenzione è stata posta in particolare su Condotte veterinarie, latte e lupi. Su quest’ultimo punto, la risoluzione critica l’ordinanza federale sulla caccia, che non include «misure efficaci per la tutela degli alpeggi e dei pascoli non ragionevolmente proteggibili, senza neanche più fare una distinzione tra greggi non protetti e non proteggibili». La presenza del Lupo in Ticino e il continuo abbandono degli alpeggi rappresentano un problema. Su proposta dell’Associazione per la Protezione del Territorio dai Grandi Predatori (APTdaiGP, sezione Ticino), chiede alle autorità di agire con urgenza affinché gli alpeggi che non sono proteggibili o solamente parzialmente proteggibili (ad esempio con recinzioni notturne), possano venire tutelati in maniera significativa».

Oltre a ciò, chiede deroghe all’ordinanza (ad esempio uno snellimento sulle procedure di abbattimento) e invita le autorità cantonali a essere più incisive nei rapporti con l’Ufficio federale dell’ambiente. «La sudditanza dimostrata negli scorsi anni nei confronti dell’Autorità federale non consente di salvare il salvabile e le azioni suggerite in questa Risoluzione rappresentano solo un tentativo in extremis di rimediare a quello che si prospetta altrimenti come un vero e inesorabile sterminio degli alpeggi non proteggibili rimanenti».

La chiusura di LATI

A preoccupare il settore agricolo è anche il latte: con la chiusura della LATI di Sant’Antonino nel 2024, il settore lattiero ticinese si è trovato ulteriormente in difficoltà, anche a causa della necessità di trasportare gran parte del latte oltre Cantone. Ciò provoca infatti «costi esorbitanti a carico degli agricoltori e della collettività», per un settore già confrontato da anni con difficoltà strutturali. Per questo motivo, su proposta della Federazione Ticinese Produttori di Latte (FTPL) e della stessa UCT, la Camera cantonale dell’agricoltura ha votato una seconda risoluzione, che chiede al Cantone un sostegno per i costi di trasporto del latte, senza però travasare soldi da altre voci contabili già destinate all’agricoltura.

Nella «visione strategica per una filiera del latte ticinese forte», si chiede anche al Cantone di promuovere i prodotti lattiero-caseari del territorio, anche favorendo l’acquisto di latte ticinese da parte di tutte le mense del Cantone. Oltre a ciò, si auspica pure la creazione di un’Interprofessione del latte ticinese (simile a quella già esistente per il vino).

La terza risoluzione votata all’unanimità riguarda invece le Condotte veterinarie: «Sono una presenza fondamentale sul territorio, e non si limitano solo alla cura degli animali ma fungono anche da antenne sul territorio per una collaborazione tempestiva ed efficace con gli Uffici cantonali e federali». Contribuiscono anche ad attuare strategie di cura, anche per far fronte alle nuove sfide come l’eradicamento della zoppina o le malattie come la lingua blu e la peste suina. Tra le richieste della risoluzione, si invita il Consiglio di Stato a trovare il modo per rendere più attrattivo il mandato di veterinario di condotta.

All’80. Camera agraria era presente anche il consigliere di Stato Christian Vitta, che ha presentato il punto di vista - e le misure intraprese - da parte del Governo ticinese alle rivendicazioni del settore.

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