Calcio

Sesa e il cantiere ACB: «Un passo alla volta»

Il nuovo tecnico del Bellinzona ha diretto ieri la sua prima seduta d’allenamento – Senza impiego dall’autunno del 2020, l’ex nazionale svizzero è tornato in patria dopo sei anni all’estero: «In Belgio e in Egitto, due realtà di alto livello, mi sono arricchito sia come tecnico sia come persona»
Nicola Martinetti
23.06.2022 06:00

Sulle pareti del Comunale, per il momento, capeggiano ancora alcuni poster promozionali della passata stagione. Nelle prossime settimane, tra mille altre questioni da affrontare e risolvere, andranno attualizzati in vista della nuova annata. Quella del ritorno in ChallengeLeague, dopo quasi un decennio di assenza. Tra i volti su cui puntare per lanciare il ritorno nella lega cadetta, potrebbe esserci anche quello di David Sesa. Il 48.enne elvetico, sbarcato ieri nella capitale, è infatti l’uomo scelto dalla dirigenza per guidare il gruppo granata. Sedersi sulla panchina di una neopromossa, però, non è compito semplice. «È vero, in questo momento il nostro è un cantiere aperto - conferma l’ex nazionale rossocrociato -. Allo stesso tempo si tratta di una sfida stimolante, troppo intrigante per non essere colta».

Il richiamo della passione

A sbloccare la trattativa per il ritorno a Bellinzona dell’ex attaccante, che anni fa aveva già ricoperto il ruolo di osservatore per la società granata, è stata una conversazione con Pablo Bentancur. «Mi hanno colpito molto la sua passione e il suo entusiasmo - spiega il 48.enne -. Avverto tanta ambizione. Che, unitamente a quella di una piazza caldissima e importante nel panorama nazionale, mi ha convinto ad accettare l’offerta giunta dalla capitale». Nonostante le premesse, il nuovo tecnico dei granata - almeno per il momento - non intende parlare di obiettivi stagionali: «È troppo presto. Così come è prematuro discutere di moduli, tattiche e sistemi di gioco. Devo prima conoscere la squadra, farmi un’idea del gruppo che avrò a disposizione. Un discorso che include anche il mercato che verrà operato nelle prossime settimane. Soltanto a ridosso del campionato, con un quadro più definito, potremo fissare degli obiettivi. Adesso ciò che conta è lavorare bene, un passo alla volta».

L’agenda è rimasta piena

Per Sesa, senza impiego dall’autunno del 2020, l’offerta giunta dalla capitale rappresenta il rientro ufficiale non solo in patria, ma anche nel mondo del pallone. «Gli ultimi due anni sono stati difficilissimi per tutti. E lo sport, purtroppo, non è stato risparmiato dalla pandemia. Io però non mi sono mai fermato. Seppur senza contratto, dopo l’esperienza in Egitto ho seguito molteplici partite e allenamenti, rimanendo aggiornato». Già, la terra dei faraoni. Due anni da assistente all’El Ahly Cairo al fianco del connazionale (e coetaneo) René Weiler, tra il 2019 e il 2020. Impreziositi dalla conquista di un campionato e una supercoppa. Proprio come nella precedente esperienza all’Anderlecht in Belgio, sempre da assistente di Weiler, nel biennio 2016-2017. «Sono entrambe state delle avventure arricchenti, per la mia professione e per la mia persona. In Belgio il livello è alto e si lavora benissimo nella formazione dei giovani. Vi assicuro inoltre che anche la realtà egiziana, forse poco conosciuta in Svizzera, è di qualità e non va sottovalutata».

Diversa, eppure simile

Ora però, dopo sei anni trascorsi lontano da casa, Sesa tornerà a muoversi in quella Challenge League che, dal 2012 al 2014, lo aveva visto debuttare in qualità di tecnico principale. All’epoca a dargli un’occasione fu il Wohlen, ma da allora il campionato cadetto è cambiato parecchio. «Si è evoluto, come del resto ha fatto tutto il mondo pallonaro - rileva il classe 1973 -. Ma in fondo i tratti caratteristici sono rimasti gli stessi, così come le difficoltà che presenta. Non dobbiamo illuderci, non sarà facile. Ma lavoreremo sodo per raccogliere risultati importanti».

 

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