Settore primario, "la spesa pubblica è di 20 miliardi di franchi”
ZURIGO/BERNA - Avenir Suisse vuole una riforma radicale della politica agricola. Basandosi su un proprio studio, il gruppo di riflessione di ispirazione liberale afferma che l'attuale spesa pubblica per il settore primario e l'alimentazione in Svizzera ammonta a oltre 20 miliardi di franchi annui. Una ricerca assurda e insensata, replica l'Unione svizzera dei contadini (USC).
Secondo l'analisi, pubblicata oggi, la Svizzera ha una delle politiche agricole più costose al mondo: i 3,8 miliardi di franchi di spese ufficiali della Confederazione per il settore Agricoltura e alimentazione, spesso citati in dibattiti pubblici, sono solo "la punta dell'iceberg".
Nonostante questi costi stratosferici i contadini lamentano la stagnazione se non addirittura il calo dei proventi, i prezzi al consumo delle derrate alimentari hanno raggiunto livelli da record, dazi doganali e preclusioni del mercato impediscono la conclusione di nuovi accordi sul libero scambio e il carico ambientale è eccessivamente alto, sostiene Avenir Suisse.
In un programma suddiviso in dieci punti il "think tank" mostra come riformare la politica agricola. I punti salienti della strategia si riassumono nell'apertura delle frontiere ai prodotti agricoli, nella rinuncia a trasferimenti per conservare le attuali strutture e promuovere lo smercio, in una riforma del sistema di risarcimento delle prestazioni a favore dell'economia, in una definizione al passo con i tempi della sicurezza di approvvigionamento, in una riduzione della densità normativa, in una modernizzazione del diritto fondiario e in un abbassamento dei costi ambientali. Bisognerà inoltre introdurre un "freno agricolo" e rimodellare il controllo delle fusioni, per evitare ulteriori rilevamenti sul mercato altamente consolidato del commercio al dettaglio, sostiene Avenir Suisse.
Le proposte del gruppo liberale sono "vergognose" e "inutili", reagisce l'USC. "Finché non si mangerà denaro, la politica agricola resta importante".
I presunti 20 miliardi di costi sono considerati una valutazione "astrusa" dall'associazione che difende gli interessi dei contadini: "si tratta di pure acrobazie di cifre, senza fondamento e sulla base di ipotesi completamente irrealistiche", scrive l'USC in una nota.
Le famiglie contadine vendono materie prime alimentari per 10 miliardi di franchi ogni anno. Aggiungendo 2,8 miliardi di franchi di pagamenti diretti si ottiene un reddito totale pari a 13 miliardi. E in questo contesto Avenir Suisse sostiene che il settore possa realizzare risparmi di 14 miliardi, deplora l'USC.