Ticino

Si acuisce la crisi delle religioni: avanzano i «senza appartenenza»

Nel 2023 le persone di fede cattolica romana sono diminuite di 6 mila unità - La tendenza ricalca quanto succede nel resto della Svizzera con i protestanti - L’esperta: «Il processo di secolarizzazione non ha però eliminato il bisogno di spiritualità»
©GIAN EHRENZELLER
Francesco Pellegrinelli
27.01.2025 23:30

Oltre 20.000 fedeli in meno in soli 13 anni. Per quanto in Ticino la Chiesa cattolica romana sia ancora la confessione prevalente - il 56,4% della popolazione residente con più di 15 anni ha dichiarato, nel 2023, di identificarsi con il cattolicesimo - la tendenza sul lungo periodo appare chiara: il numero di fedeli che fanno capo alla Chiesa di Roma sta diminuendo in maniera quasi lineare. Di contro, il numero di chi si dichiara «senza alcuna appartenenza religiosa» è in netto aumento. I dati pubblicati oggi dall’Ufficio cantonale di statistica sono eloquenti: la percentuale di persone senza appartenenza religiosa, in Ticino, è raddoppiata, passando dal 15,9% (44.800 persone) nel 2010 al 30,5% (93.498 persone) nel 2023. Nello stesso periodo di tempo, il numero di cattolici è sceso dal 69,1 % (194.530 aderenti) al 56,4% nel 2023 con 172.809 individui.

Disaffezione generale

Al netto delle evoluzioni nelle singole confessioni (si veda l’articolo sotto), la tendenza a una generale disaffezione verso le istituzioni religiose tradizionali, in particolare per quella cattolica, appare chiara. Un fenomeno analogo si osserva nel resto della Svizzera tra gli evangelici riformati, che nel 1970 costituivano la comunità religiosa più numerosa, rappresentando il 48,8% della popolazione. Cinquant’anni dopo, la percentuale di protestanti è drasticamente calata al 19,5%, mentre le persone senza appartenenza religiosa sono diventate il gruppo più rappresentativo, balzando al primo posto. Il sorpasso è avvenuto nel 2022.

«Ciò che avviene in Ticino è in linea con le tendenze osservate in altri Paesi occidentali, come Francia, Italia e Stati Uniti», commenta da noi raggiunta Simona Negruzzo, docente di Storia della Chiesa alla Facoltà di Teologia di Lugano e di Storia moderna all’Università di Pavia: «Negli USA, ad esempio, si è assistito a un drastico calo del numero di persone che si identificano con una fede religiosa». Secondo Negruzzo, questa evoluzione testimonia il lungo processo di secolarizzazione in atto da tempo, ossia la progressiva perdita di influenza della religione sulle istituzioni e sulla società occidentale ma non solo. «La secolarizzazione, in definitiva, può essere intesa come un processo di de-sacralizzazione, in cui il sacro e la religione perdono il loro ruolo predominante di strumento per interpretare e spiegare il mondo». Questo processo – prosegue l’esperta - ha avuto un punto di svolta significativo con la Rivoluzione francese e con la Rivoluzione scientifica, due momenti che in Occidente hanno segnato l’inizio di una chiara separazione tra la sfera laica e quella religiosa. «Tra i suoi effetti più rilevanti vi è la distinzione tra Stato e Chiesa, con l’affermazione di un modello sociale e politico sempre più autonomo dall’influenza religiosa». Questo fenomeno – prosegue Negruzzo - ha interessato le società occidentali, colpendo principalmente le religioni tradizionali legate al cristianesimo, ma ha avuto un impatto anche sulle minoranze religiose, come l’Islam e l’ebraismo, e sulle nuove generazioni.

La spinta trascendente

Tuttavia, secondo l’esperta, il processo di secolarizzazione non ha eliminato il bisogno di spiritualità: «Questa spinta rimane una componente intrinseca dell’essere umano, a maggior ragione in quanto l’epoca contemporanea è segnata dalla consapevolezza che non tutto è spiegabile». L’anelito verso il trascendente è qualcosa di più profondo, che va oltre le religioni organizzate, afferma Negruzzo. «Uomini e donne del nostro tempo spesso si orientano verso una sorta di religione fai da te, cercando percorsi alternativi per dare significato alla propria esistenza». Insomma, se inizialmente l’affermazione della scienza ha prodotto un allontanamento dalla sfera religiosa, oggi assistiamo a un ritorno verso forme di spiritualità non convenzionali, come la meditazione, il contatto con la natura, filosofie di vita personali o movimenti spirituali non istituzionalizzati. «Possiamo immaginare che nella categoria di chi non si identifica con alcuna religione vi sia anche chi ha abbracciato percorsi di spiritualità alternativi», conclude l’esperta. Insomma, chi si professa senza un’appartenenza religiosa non è per forza ateo o agnostico.

Mea culpa

Ad ogni modo, sulle cause di questo travaso, secondo Negruzzo, «anche le fedi classiche devono fare un’analisi di coscienza». Non solo a causa delle ombre che i numerosi scandali di abusi sessuali hanno gettato sulle istituzioni, ma anche per il venir meno delle vocazioni religiose che hanno portato la Chiesa ad occuparsi più del numero di sacerdoti che della loro formazione. «Di fronte a un laicato consapevole servirebbe un clericato di qualità, all’altezza dei fedeli. Allo stesso tempo, l’atto di culto, da solo, non basta più». La religione, infatti, svolge anche una funzione comunitaria. Non sorprende, quindi, che nelle realtà in cui l’identità collettiva riveste un ruolo centrale, il calo del numero di fedeli sia meno marcato. Si vedano, per esempio, le comunità islamiche, che - seppur di poco - sono cresciute.

Le comunità minoritarie, chi cresce e chi no

L’analisi delle appartenenze religiose in Ticino tra il 2010 e il 2023 rivela dinamiche eterogenee all’interno delle comunità minoritarie, con variazioni sia in termini assoluti che percentuali. Le Chiese e comunità protestanti, inizialmente rappresentate da 12.648 individui (4,5% della popolazione), mostrano una lieve flessione nel corso degli anni, scendendo a 9.845 persone (3,2%) nel 2023. Questo calo di 2.803 individui evidenzia una perdita di fedeli pari a circa il 22,2%. Le altre comunità cristiane, invece, hanno mantenuto una tendenza di crescita. Nel 2010, contavano 14.683 aderenti (5,2%), salendo a 17.193 persone (5,6%) nel 2023. Questo incremento di 2.510 individui, pari al 17,1%, evidenzia una capacità di attrarre nuovi fedeli o mantenere una maggiore stabilità rispetto ad altre confessioni. La comunità islamica ha registrato una crescita costante. Partendo da 4.960 persone (1,8%) nel 2010, ha raggiunto 6.834 aderenti nel 2023 (2,2%), con un incremento assoluto di 1.874 individui (+37,8%). Questo trend può essere legato a dinamiche migratorie e a una maggiore visibilità della comunità negli anni. Le comunità di confessione ebraica rimangono numericamente molto piccole e oscillano senza un trend chiaro. Nel 2010 si contavano circa 195 aderenti, per poi raggiungere un picco di 607 in alcuni anni e terminare a 219 nel 2023. Questo andamento evidenzia una sostanziale stabilità nei valori assoluti, nonostante le fluttuazioni annuali. Infine, la categoria «senza indicazione» è diminuita da 8.148 persone (2,9%) nel 2010 a 3.522 individui (1,1%) nel 2023, suggerendo una maggiore precisione nelle dichiarazioni di appartenenza. Le comunità religiose diverse dalla Chiesa cattolica evidenziano dinamiche diverse: alcune sono in calo, come i protestanti, altre in crescita, come le comunità islamiche.