Si punta con ottimismo alle linee transfrontaliere

Viaggiamo sempre più volentieri, e sempre più spesso, sui mezzi pubblici. Sì, ma intanto il traffico motorizzato continua pure ad aumentare. Come la mettiamo quindi? Come leggere questa equazione? Lo diciamo subito, la questione è più complessa e non esiste una relazione così diretta tra i due dati. Ce lo conferma, nell’analisi del rapporto pubblicato oggi La mobilità in Ticino nel 2023, anche Tiziano Bonoli, capo dell’Ufficio della mobilità lenta del Dipartimento del territorio. «Il traffico individuale motorizzato è leggermente aumentato, sì, ma le cause sono molteplici. Tra queste vi è anche la ripresa, in modo massiccio, del turismo: siamo sull’asse del San Gottardo e sappiamo di subirlo. In realtà, poi, se facciamo un confronto con gli anni pre-COVID, nella maggior parte delle tratte monitorate, è leggermente diminuito». Riassumendo, quindi: «La tendenza del traffico veicolare è più o meno stabile da 7-8 anni, mentre il trasporto pubblico, dal canto suo, aumenta in maniera anche molto importante». Dal punto di vista di Bonoli, la ragione principale è l’offerta crescente e sempre più puntuale di opportunità da parte di Confederazione, Cantone e Comuni. «Questo è un segnale».
Novità lungo il confine
In particolare, il trasporto pubblico è cresciuto nel Mendrisiotto: +15% per i bus, +31% per i treni regionali TiLo (per i treni, seguono Luganese +25%, Locarnese +18% e Bellinzonese +14%). Provochiamo Bonoli: è un segno dell’esasperazione al traffico dei momò, o c’è dell’altro? Lui sorride, e risponde: «Potrebbe darsi. Ma è difficile da dire. Sicuramente il Mendrisiotto ha beneficiato dell’apertura del Ceneri, in particolare del collegamento molto più diretto verso Locarno». C’è anche da dire, continua Bonoli, che il confronto con il 2022 è ancora leggermente influenzato dalle restrizioni COVID oltre confine. E dunque è ovvio che la mobilità è aumentata così drasticamente. Ragionando sul Mendrisiotto, chiamiamo in causa anche Andrea Rigamonti, presidente della Commissione regionale dei trasporti. «I dati sui mezzi pubblici ci rincuorano degli sforzi che Cantone e Comuni stanno facendo. L’offerta è aumentata, e questa è la risposta. La strada intrapresa è allora quella giusta: rafforzare il trasporto pubblico nella regione. Determinante è aumentare l’offerta transfrontaliera». Il riferimento di Rigamonti è alla firma di giovedì a Roma di Albert Rösti all’accordo per abolire il divieto di cabotaggio. La definisce come una possibile svolta. «E quindi bisognerà da subito pensare alle nuove linee transfrontaliere su gomma come a una seria alternativa al traffico frontaliero. Un esempio? Le corsie dedicate. E poi anche una destinazione finale nelle nostre stazioni TiLo». Lo stesso Rigamonti cita poi altri due progetti transfrontalieri in divenire: «L’elettrificazione della Como-Lecco, con la nascita di una nuova linea in un’area densamente abitata da frontalieri; e poi il grosso cantiere a Malpensa che chiuderà l’anello attorno all’aeroporto, permettendo in tal modo di arrivare dal Ticino più comodamente, e guadagnando tempo». Sul tema delle linee transfrontaliere, abbiamo sollecitato anche Bonoli, che è sulla stessa lunghezza d’onda di Rigamonti: «Un passo importantissimo», dice. «È chiaro che sarà molto più semplice pianificare collegamenti internazionali su gomma; collegamenti, tra l’altro, spesso già pianificati da Regione Lombardia e Canton Ticino. Bisogna “solo” metterli in atto. Poi non è che accadrà un miracolo e di colpo sparirà il traffico individuale: l’utenza prende l’automobile per diversi motivi e continuerà a farlo. Ma probabilmente qualcuno vedrà nella nuova offerta un’opportunità ancora più allettante». E il Cantone sarà in prima linea, «l’attore principale» di questo cambiamento. E il Mendrisiotto è pronto ad accoglierlo? Rigamonti: «Diciamo che siamo a metà del guado, ed è già qualcosa. La fase di implementazione richiederà del tempo, ma ci stiamo lavorando».
Maggiore circolazione
Restiamo nel Mendrisiotto e leggiamo nel rapporto del Cantone che la regione è stata particolarmente contraddistinta «da fenomeni di travaso di traffico, in particolare da un valico di confine all’altro, dovuti a cantieri stradali sia sul territorio cantonale che nella vicina Italia». Si è così osservato «un aumento superiore all’8% su 9 delle 26 tratte monitorate». Lo stesso Andrea Rigamonti è chiaro: «I dati parlano da soli e dicono che c’è una maggiore circolazione di persone. Parliamo di lavoratori frontalieri, di flusso turistico, appunto di travasi dall’autostrada alle cantonali per superare qualche colonna. E il risultato è che nella rete locale si circola più lentamente, e ce ne accorgiamo quotidianamente. D’altronde la mobilità, tolto il periodo COVID, non ha fatto registrare certo un arresto, ma è anzi in costante aumento da decenni. La gente gira in auto e continuerà a farlo», conferma Rigamonti. «Noi, quindi, dobbiamo riconoscerlo, capirlo e offrire valide alternative alla popolazione. Dobbiamo continuare a lavorare sulla strada segnata per mitigare questo problema».
Bici, picchi riassorbiti
Si capisce come il periodo COVID sia ancora presente nelle analisi legate alla mobilità e, in particolare, nei confronti tra singole annate. Lo stesso vale per il traffico ciclabile: «Sulle tratte monitorate, l’andamento indica una tendenza generalmente stabile». Di più: «In alcune zone, i picchi eccezionalmente alti registrati durante la pandemia si stanno gradualmente riassorbendo». Tiziano Bonoli non parla di stallo: «No, perché se guardiamo all’ultimo decennio, be’, c’è stata una progressione importante». Non è un caso. «Il DT ha fatto un grande lavoro, costruendo infrastrutture importanti come piste ciclopedonali o passerelle. E l’utenza ha da subito risposto positivamente a questa offerta. E poi, è vero, c’è stato il boom legato al COVID. E questo picco è stato riassorbito, d’accordo, come dimostrano anche i dati legati alla vendita di biciclette. C’è stato un momento in cui non si riuscivano a trovare, tanto era alta la richiesta. Ora non è così, ma la tendenza resta positiva».