Italia/Svizzera

Si riaccende il mistero della droga scoperta da Nespresso nel 2022

Il 2 maggio vennero scoperti 500 chili di cocaina finiti per errore nella sede di Romont – L'inchiesta è stata sospesa lo scorso settembre, ma ora spunta l'arresto a Busto Arsizio di un 32.enne cittadino albanese
© Polizia cantonale Friburgo
Red. Online
30.12.2023 13:20

Ci sarebbe una svolta nell'ambito del «curioso caso» che coinvolse la Svizzera nel maggio del 2022, quando 500 chili di cocaina furono trovati nella fabbrica della Nespresso a Romont (Friburgo), nascosti nei sacchi di caffè proveniente dal Brasile. Il Corriere della Sera riferisce infatti del recente arresto di un uomo a Busto Arsizio, finito in manette su mandato e richiesta di estradizione della Svizzera con l’accusa di essere coinvolto nel traffico di quella droga. M.M., 32 anni, è cittadino albanese, residente da 10 anni nella località in provincia di Varese, con cittadinanza anche italiana dal 2022.

500 chili di cocaina alla Nespresso di Romont

Era il 2 maggio 2022, un lunedì. I dipendenti della fabbrica della Nespresso a Romont, nel canton Friburgo, scoprirono una polvere bianca nascosta nella ventina di sacchi di caffè che stavano scaricando. La polizia cantonale, assistita da funzionari doganali, scoprì un totale di 20 sacchi da 25 chili di cocaina nascosti in sacchi di caffè provenienti dal Brasile. In totale, gli ispettori ne sequestrarono mezza tonnellata. Cinquecento chili di droga con una purezza molto elevata, tra l'80 e il 90%, e un valore di mercato di oltre 50 milioni di franchi. La cocaina era stata nascosta in sacchi di juta contrassegnati da una croce blu e grossolanamente cuciti a mano. La notizia fece il giro del mondo e finì anche tra «le notizie svizzere più curiose del 2022».

© Polizia cantonale Friburgo
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Inchiesta sospesa

A metà settembre 2023, tre mesi fa, il ministero pubblico di Friburgo ha sospeso il procedimento contro ignoti in seguito alla scoperta dei 500 chili di cocaina nascosti in container marittimi nei locali della società Nespresso a Romont, precisando che «avrebbe potuto essere ripreso nel caso in cui sarebbero emerse nuove prove». La cocaina non era destinata a Nespresso ed era stata introdotta nella spedizione senza che l'azienda ne fosse a conoscenza, ha spiegato la procura friburghese in un comunicato. «Con ogni probabilità, la droga avrebbe dovuto essere scaricata tra Anversa (in Belgio) e Romont», ma questa operazione non ha potuto essere effettuata per motivi sconosciuti. «L'identificazione delle persone coinvolte in questo trasporto è rimasta finora senza esito. Oltre alla sospensione del procedimento contro ignoti, sono ancora in corso indagini sotto la giurisdizione delle autorità giuridiche del Brasile, da dove il carico era partito».

La ricostruzione

Il Corriere della Sera fornisce i dettagli dell'indagine che ha portato all'arresto, venerdì, del 32.enne albanese, indagato da nove mesi e sottoposto a obbligo di firma (rispettato). «Come Pollicino, a cercare a ritroso le tracce di una scia bianca di cocaina nel prato attorno ai binari della ferrovia», è la descrizione che ne fa il quotidiano italiano.

Tutto sarebbe partito nella notte tra il 2 e il 3 settembre 2021. Ignoti aveva forzato un container di 25 tonnellate di caffè a Frenkendorf (Basilea Campagna), nel terminal gestito da Swissterminal AG all'interno dell’area dei container in transito per le procedure doganali. Da quel container partiva una scia di cocaina che conduceva, attraverso i binari della ferrovia, a un prato adiacente. La scia si interrompeva «in una strada stretta». Dentro al container la polizia aveva recuperato «solo» 40 chili di cocaina purissima, probabilmente «i resti» di un carico molto più grande recuperato dai trafficanti.

Alcuni mesi dopo, nella notte del 30 aprile 2022, durante un giro di controllo alcuni operatori del terminal avevano avvistato «due persone aggirarsi tra i container accatastati». Avevano avvisato le autorità, che erano riuscite a fermare un cittadino albanese (l'altro soggetto era fuggito). Quest'ultimo aveva dichiarato di essere di passaggio in Svizzera e di avere preso «una scorciatoia» lungo i binari alla ricerca di un taxi. Ma l'arrivo, due giorni prima, di alcuni container di caffè dal Sud America aveva insospettito gli agenti. Perquisito il carico, non era stata trovata traccia di droga e l'uomo era stato rilasciato.

Il lavoro di indagine non si è però interrotto, prosegue la ricostruzione. Le immagini delle videocamere di sorveglianza del terminal hanno infatti evidenziato la presenza di quattro uomini, proprio il 28 aprile, aggirarsi tra i container. Cercavano sicuramente qualcosa. Ma dov'era finito quel carico? È qui che viene svelato il mistero: il container era stato caricato su un treno diretto a Romont. E quattro giorni dopo, il 2 maggio 2022, era stato aperto dai dipendenti della fabbrica della Nespresso.

Perché l'arresto a Busto Arsizio?

Mistero svelato, dicevamo. Le approfondite indagini – riferisce sempre il Corriere della Sera – si sono concentrate su una minuziosa analisi della videosorveglianza nel periodo compreso tra il 2 settembre 2021 e il 30 aprile 2022. M.M., il 32.enne albanese residente a Busto Arsizio, viene ripreso più volte nei pressi del terminal di Frenkendorf: vicino ai binari, in un benzinaio, e a bordo di un’auto noleggiata in compagnia di un altro uomo, lo stesso fermato dalla polizia nella notte di fine aprile. Sarebbero stati proprio questi dettagli a spingere i giudici della Corte d’Appello milanese a depositare il sì all’estradizione in Svizzera e, simultaneamente, a ordinare l’arresto del 32.enne in attesa del completarsi, nei prossimi mesi, della procedura in Cassazione.