Sono giorni decisivi per lo storico hotel

Da quasi dieci anni l’(ex) Hotel Garni Moosmann di Gandria giace abbandonato, in attesa di sapere quale sarà il suo futuro. O meglio, il suo futuro sulla carta è noto: diventerà un complesso residenziale. Ricorsi permettendo. Messo in vendita nell’agosto del 2014, l’edificio ottocentesco di quattro piani – con una trentina di camere e un giardino con accesso diretto al lago e alcuni posti barca – è stato acquistato da una società di ristrutturazione immobiliare della Svizzera tedesca il cui progetto è riconvertire il Moosmann in appartamenti (24 per la precisione). La licenza edilizia che sanciva il cambiamento di destinazione era stata ottenuta nel 2020, ma otto residenti avevano inoltrato opposizione. La stessa era stata respinta dal Consiglio di Stato e a quel punto il peso delle spese legali aveva messo i ricorrenti davanti a un bivio. Continuare nella vertenza mettendo in conto un esborso importante, o rinunciare? Alla fine, i ricorrenti intenzionati a proseguire la battaglia legale al Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) erano rimasti in tre e per aiutarli – ne avevamo riferito il 14 maggio 2023 – era stata fondata l’associazione ProGrandria, la quale aveva lanciato una campagna di raccolta fondi per coprire le spese legali. In particolare, i ricorrenti si erano detti preoccupati per le conseguenze viarie per Gandria. Temevano cioè che 24 nuove abitazioni primarie potessero portare al collasso il già fragile sistema di parcheggi del villaggio lacustre. Questo nonostante i 30-35 posti auto extra promessi dalla Città tramite Piano di Quartiere, per la cui realizzazione non c’è però una tempistica precisa.
La sentenza
Ebbene, stando a nostre informazioni, il 4 dicembre scorso il Tribunale cantonale amministrativo ha respinto il ricorso. In una sentenza di una quarantina di pagine, la Corte ha in sostanza approvato il cambiamento di destinazione e la licenza edilizia, pur prendendo atto della prospettata carenza di posteggi. Ed ecco ripresentarsi il dilemma: proseguire e impugnare la decisione in ultima istanza, al Tribunale federale, o lasciar perdere? Il problema sono sempre le spese (tassa di giustizia, ripetibili e onorari dell’avvocato). Per questo ProGrandria ha organizzato, per domani alle 19 all’ex casa comunale, un’assemblea per valutare i prossimi passi insieme ai ricorrenti, a chi ha contribuito alla raccolta fondi (il crowdfunding ha permesso di coprire solo le spese per il ricorso al TRAM) e alla popolazione. I tempi sono stretti. L’eventuale ricorso andrebbe inoltrato entro il 19 gennaio e ProGandria vorrebbe arrivare a una decisione definitiva per il 15. Se non venissero chiamati in causa i giudici di Mon Repos (tra le contestazioni, stando a nostre informazioni, ci sarebbe il calciolo del fabbisogno di posteggi della struttura), nei prossimi mesi potrebbero già iniziare i lavori che daranno una nuova vita all’ex albergo, la cui storia era iniziata nel 1943.
Aggiornamento 10.01.2023: in una precedente versione avevamo erroneamente indicato ProGandria fra i tre ricorrenti, ma in realtà si tratta di un’altra associazione, VivaGandria