L'intervista

«Sorpreso e stupito, non arrabbiato: i risentimenti covavano da anni»

Giorgio Soldini, municipale di Bellinzona non rieletto lo scorso 14 aprile (al suo posto, per Il Centro, è entrato nell’Esecutivo Mattia Lepori), ha deciso di confidarsi con il CdT in una lunga intervista
© CdT/ Chiara Zocchetti
Alan Del Don
24.06.2024 06:00

Ha voluto aspettare due mesi prima di esprimersi. Ma ora Giorgio Soldini, municipale di Bellinzona non rieletto lo scorso 14 aprile (al suo posto, per Il Centro, è entrato nell’Esecutivo Mattia Lepori), ha deciso di confidarsi con il CdT in una lunga intervista. Nella quale il 69.enne, attuale consigliere comunale, si toglie più di un sassolino dalla scarpa e lascia aperto uno spiraglio... per il 2027 o il 2028.

Signor Soldini, come sta a due mesi dal 14 aprile? Quel giorno era più deluso o arrabbiato?
«In tutta sincerità e onestà, caratteristiche che mi hanno sempre contraddistinto, le rispondo di non essere né deluso né tantomeno arrabbiato. Semmai sorpreso, incredulo e intriso di dubbi maturati dopo le centinaia e centinaia di messaggi di sostegno e affetto nei miei confronti, ricevuti la sera stessa delle elezioni e ancora oggi. Tutto questo mi ha permesso e aiutato a metabolizzare le varie situazioni, i risentimenti in atto da anni nel Centro e le nuove dinamiche plasmate ad arte ad inizio campagna elettorale».

Come spiega la mancata rielezione?
«In occasione della proclamazione della lista per il Municipio, presentata dalla Commissione cerca e accolta per acclamazione dalle oltre 120 persone presenti all’assemblea, vi sono stati due interventi che hanno messo in dubbio la mia ricandidatura. Posizioni osteggiate immediatamente da diversi altri interventi in merito al contenuto, alla tempistica inadeguata e alle ragioni per niente oggettive all’effettiva situazione politica del Centro. Ciò è stato amplificato, a sua volta, da certi media».

Il panachage non mente. A farle difetto, contrariamente alle precedenti elezioni, sono stati anche i preferenziali del suo partito. I fedelissimi del Centro non la volevano più a Palazzo Civico?
«Il panachage non mente assolutamente, ma la lettura attenta dei dati e la consultazione dei risultati nel tempo (2017 aggregazione, 2021 post Covid e 2024 mancata rielezione) descrivono una situazione ben diversa e una cosa sola. Assenza regolare di base a decorrere dal 2017 di 120-140 voti all’interno del partito, costantemente neutralizzati dal panachage sia nel passato così come avvenuto puntualmente lo scorso 14 aprile. Voti, questi, provenienti da tutte le forze politiche, che ringrazio sentitamente, a dimostrazione che le persone che mi hanno sempre voluto a Palazzo Civico non sono cambiate nel tempo, ma semmai la vera differenza e la mancata rielezione vanno ricercate, e questa sì che è una vera sorpresa, nella lista senza intestazione».

Non mi sento affatto tradito, ma sono assolutamente cosciente di non essere gradito da alcuni perché, per una ragione o l’altra, non assecondo i loro pensieri o le loro idee

Si sente tradito?
«Credo che la fiducia e la lealtà sono elementi fondamentali nelle relazioni, e quando queste basi sono solide, il tradimento non è un’esperienza che si vive direttamente. Per cui non mi sento affatto tradito, ma sono assolutamente cosciente di non essere gradito da alcuni perché, per una ragione o l’altra, non assecondo i loro pensieri o le loro idee. Mi infastidisce inoltre, e allora sì che lo posso leggere come una sorta di tradimento, chi approfitta della propria posizione per manipolare ad uso e consumo le circostanze altrui».

Perché ha voluto ricandidarsi nonostante fosse chiaro il desiderio di rinnovamento di buona parte della base del Centro?
«Anzitutto va precisato che la lista definita dalla Commissione cerca, presentata all’assemblea, ha avuto l’avallo di tutti e cinque i membri. Vi fosse stata questa vera volontà non avrebbero dovuto includermi. Inoltre, al momento della mia dichiarazione di disponibilità a ricandidarmi, non vi è stata nessuna voce contraria in seno all’Ufficio presidenziale. Circostanza poi evidenziata e fatta osservare da più persone all’assemblea. Infine, il giorno successivo alla proclamazione della lista per l’Esecutivo, il presidente sezionale Davide Pedrioli forniva, a mezzo stampa e in maniera chiara e oggettiva, tutte le spiegazioni e ragioni per le quali si era giunti ai sette nomi».

C’è qualcosa che avrebbe voluto fare meglio nei 12 anni trascorsi nell’Esecutivo cittadino?
«Credo che tutto quanto era possibile fare, nei vari dicasteri che ho diretto, è stato fatto con grande impegno, responsabilità e lavoro continuo promuovendo iniziative concrete a favore della cittadinanza. Lavoro che si è potuto concretizzare grazie alla collegialità indescrivibile e unica riscontrata in modo straordinario all’interno del Municipio. Vi è però un rammarico, ed era la ragione per la quale mi sono ricandidato, ossia non aver potuto terminare l’importante progetto ancora aperto, ma in dirittura d’arrivo, riguardante la messa in rete definitiva del quinto e ultimo istituto mancante, la casa anziani Greina. Passo imprescindibile per istituire il nuovo Ente autonomo per anziani. Ecco perché ho voluto rimanere in Consiglio comunale».

A Mattia Lepori auguro tutto il bene possibile per la sua nuova carica politica e che possa ottenere tutte quelle soddisfazioni che negli ultimi 12 anni ha colto il sottoscritto

Che consigli si sente di dare a Mattia Lepori?
«Gli auguro tutto il bene possibile per la sua nuova carica politica e che possa ottenere tutte quelle soddisfazioni che negli ultimi 12 anni ha colto il sottoscritto. La carica di municipale è un lavoro oneroso e impegnativo che comporta diverse responsabilità e ruoli. Significa inoltre essere parte attiva della comunità, lavorando per il benessere e lo sviluppo di Bellinzona, a favore dei cittadini. Bisogna ascoltarli ed aiutarli nei loro bisogni e garantire loro una costante presenza sul territorio, ma soprattutto essere appassionati di quello che si fa rinunciando, il più delle volte, a parte del proprio tempo libero a favore del bene pubblico».

Nel 2028 la vedremo in lizza con un altro partito?
«L’ideologia e l’orientamento politico sono unici. Non credo che a seguito di certi scossoni si debba necessariamente cambiare partito per dimostrare i propri valori e pensieri. L’onestà, la gratitudine e l’affidabilità devono infatti sempre essere presenti. Sono meriti che si acquisiscono sul campo con il tempo e che ti sono riconosciuti dalle persone che non possono essere tradite. Di quanto ci riserverà il domani non v’è certezza, lo sapremo solo il giorno dopo...». 

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