«Sostenibilità? Il Ticino è ricco di progetti all’avanguardia»
Senza innovazione non si può pensare ad un futuro. Un futuro che sia anche sostenibile per la società, per l’ambiente e per l’economia grazie a soluzioni condivise. E le aziende, la ricerca e la politica svizzera e ticinese, se lavorano in modo sinergico a livello locale e internazionale hanno tutte le carte in regola per fare importanti passi avanti nell’affrontare le sfide globali con cui si confronta la società. Un messaggio che è stato più volte sottolineato durante i numerosi contributi di ricercatori, politici e imprenditori che sono intervenuti durante il «Forum dell’innovazione Svizzera italiana» organizzato dalla Supsi, che ieri ha visto la sua terza edizione a Palazzo dei Congressi a Lugano.
«Ticino all’avanguardia»
Ospite d’onore del forum è stata la consigliera federale Simonetta Sommaruga, a capo del dipartimento dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni, che, partendo dalle problematiche sollevate dalla guerra in Ucraina, non ha mancato di sottolineare il ruolo della tecnologia e dell’innovazione per affrontare la sfida della decarbonizzazione dell’economia e per ridurre i rischi anche in ambito energetico.
«Da Airolo a Chiasso passando per il Ceresio, il Ticino è ricco di progetti all’avanguardia» ha chiosato, citando tra l’altro l’acquedotto di Gordola, il battello elettrico al 100% varato a Lugano e il centro Polis di Pregassona, che sulle facciate ha integrato il più grande impianto fotovoltaico su un edificio pubblico del Ticino. «Magari non sono sempre progetti facili da realizzare, ma permettono a professionisti, ricercatori e cittadini di abbandonare vecchi schemi in un momento in cui il coraggio di innovare è decisivo per la transizione verso un’economia verde. Sono altresì progetti che permettono di creare posti di lavoro e di esportare nuove soluzioni all’estero. Le università sono importanti nello stabilire sinergie. Come la Supsi, una realtà al confine tra la scienza e la pratica».
Come ha ricordato Sommaruga, la Svizzera produce molta energia idroelettrica ed sta investendo molto in energia solare (è appena stata approvata l’installazione di 200.000 pannelli). «Tuttavia la Svizzera paga ogni anno 8 miliardi di franchi per importare gas e petrolio dall’estero. Per ora non ci sono grossi rischi di rimanere a corto di energia ma la guerra in Ucraina mostra i rischi di dipendere dall’estero. La Svizzera ha la tecnologia e le risorse per procedere velocemente nel processo di decarbonizzazione. 12 miliardi di franchi son ostati messi a disposizione entro il 2020 per investimenti green, e altri 4 miliardi per sostituire gli impianti di riscaldamento a gas o nafta. La bocciatura della legge sul Co2 ha infatti mostrato che non si può lasciare il peso della transizione sulle spalle dei cittadini. Ci vuole una forte interazione tra la volontà della società e quella politica».
La consigliera si è anche espressa in merito all’energia nucleare: «In materia di etichette green la Svizzera probabilmente seguirà gli standard internazionali che si imporranno - ha spiegato -. Tuttavia, se l’obiettivo è quello di rendersi indipendenti dalle forniture estere in ambito energetico, ricordiamo che la maggior parte dell’uranio necessario alle centrali nucleari viene importato dall’estero».
Un’accezione poliedrica
La capacità di innovare va coltivata però in tutte le sue accezioni, come ha ricordato Giambattista Ravano, direttore della ricerca dello sviluppo e del trasferimento della conoscenza Supsi e moderatore dell’evento. «Il forum è una piattaforma di dialogo per soluzioni condivise», ha pure aggiunto Alberto Petruzzella, presidente del Consiglio Supsi. Come è emerso anche dalla presentazione di due casi aziendali innovativi (Women’s Brain Project e Climeworks) nonché da una tavola rotonda in cui ha partecipato anche il presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli, innovazione e sostenibilità sono due facce della stessa medaglia. Non riguardano solo la tecnologia ma anche le differenze di genere, l’educazione e l’istruzione, il modo di fare business, la creazione di network e di collaborazioni, il sostegno del settore finanziario.
Infine, nell’atrio del Palazzo dei Congressi è stata pure esposta una selezione di circa 700 progetti condotti annualmente dalla SUPSI nell’ambito della ricerca applicata e dei servizi al territorio in vari settori.