Attentato nel quartiere di Neve Yaakov, vicino a una sinagoga
Almeno 7 persone sono state uccise in una sparatoria nel quartiere di Neve Yaakov, rione ortodosso di Gerusalemme, vicino a una sinagoga. Lo riportano la polizia e fonti mediche citate dai media.
Almeno una decina di altre persone sono invece rimaste ferite, di cui alcune in modo grave. L'assalitore - riportano fonti di sicurezza - «è stato ucciso».
L'attacco a colpi d'arma da fuoco sarebbe avvenuto in due fasi: prima davanti alla sinagoga poi in un punto poco più avanti. Lo riporta la tv israeliana.
Fonti della polizia hanno detto che le forze di sicurezza sono a caccia di possibili fiancheggiatori dell'attentatore. L'autore è un palestinese della parte est della città. Lo ha detto il capo della polizia di Gerusalemme secondo cui l'uomo è scappato a bordo di una vettura verso una zona vicina a prevalenza araba della città. Raggiunto dagli agenti - secondo la stessa fonte - ha sparato ai poliziotti prima di essere colpito a sua volta.
Le reazioni
Gli USA condannano l'«orribile» attacco terroristico a Gerusalemme est: lo ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato americano Vedant Patel, precisando che per il momento non sono previsti cambiamenti nel viaggio del segretario di Stato Antony Blinken in Israele.
«Una operazione eroica»: così la Jihad islamica ha definito l'attacco. Hamas ha affermato che si è trattato di una «vendetta per i morti di Jenin». In riferimento proprio ai 9 palestinesi rimasti uccisi ieri a Jenin in scontri con l'esercito e al successivo lancio notturno di razzi verso Israele, il portavoce della Jihad islamica, citato dai media, ha aggiunto che l'attentato odierno «dimostra che si è saldato un fronte unico che include Gerusalemme, la Cisgiordania e Gaza». Nell'apprendere dell'attentato di Gerusalemme, manifestazioni spontanee di gioia si sono avute in diverse città palestinesi. Cortei di persone in festa sono stati segnalati a Jenin, Nablus e Ramallah, dove dolciumi sono stati distribuiti ai passanti. Scene di euforia si sono avute anche a Gaza City e a Rafah, nel sud della Striscia. Espressioni di entusiasmo popolare anche nel campo profughi palestinese di Shuafat, a Gerusalemme est, che si trova a breve distanza dal rione ortodosso di Neve Yaakov dove è avvenuta la strage. Secondo indiscrezioni raccolte dai media, ma ancora non confermate, è possibile che l'attentatore sia originario di quel campo profughi.
Il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres «condanna fermamente» l'attacco terroristico a una sinagoga di Gerusalemme. «È particolarmente deplorevole che l'attacco sia avvenuto in un luogo di culto e proprio mentre abbiamo commemorato la Giornata internazionale della memoria dell'Olocausto - si legge in una nota del suo portavoce, Stephane Dujarric - Non ci sono mai scuse per gli atti di terrorismo. Devono essere chiaramente condannati e respinti da tutti». Guterres è «profondamente preoccupato per l'attuale escalation di violenza in Israele e nei territori palestinesi occupati, è il momento di esercitare la massima moderazione».
La Casa Bianca condanna «l'odioso attacco terroristico accaduto questa sera in una sinagoga a Gerusalemme», in coincidenza con «la giornata internazionale della memoria dell'Olocausto, quando il ricordo delle vittime è commemorato in tutto il mondo». La presidenza americana si dice «scioccata e rattristata dalla perdita di vite», e ha offerto il suo supporto al governo e al popolo di Israele.
L'appello di Netanyahu
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha visitato il luogo dell'attentato terroristico. Era accompagnato dai comandanti della polizia di Gerusalemme e dal ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, che lo hanno aggiornato sugli sviluppi delle indagini della polizia e sulle ricerche dei possibili fiancheggiatori dell'attentatore, un palestinese di Gerusalemme est. Netanyahu era circondato da un cordone di agenti di sicurezza. Alla sua vista abitanti del rione hanno scandito ripetutamente: «Morte ai terroristi». Il premier ha definito l'attacco come «uno degli attentati più gravi degli ultimi anni». «Abbiamo deciso - ha spiegato - alcuni passi concreti immediati e il Consiglio di difesa del governo li varerà in una riunione convocata per domani sera». Netanyahu quindi ha fatto appello alla popolazione a «non prendere la legge tra le proprie mani» in quanto ci sono un esercito e una polizia che agiscono su istruzione del governo.