Stemma o bandiera? «Berna vuole solo confonderci!»
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Il messaggio arriva attraverso il profilo Instagram: «Ehi, sembra che sul nuovo passaporto abbiano stampato la bandiera del Ticino in modo non corretto». L'autore riporta due fotografie, una con il vecchio passaporto e la seconda con quello nuovo. La differenza c'è, eccome. Nella prima immagine il classico "scudo" con il rosso a sinistra e il blu a destra. Un'icona già vista e stravista, che fa parte ormai dell'immaginario associato al cantone più a sud della Svizzera. Per rafforzare il concetto, la filigrana sullo sfondo ritrae nientemeno che il Castelgrande di Bellinzona. Ma poi, ecco un dettaglio del nuovo documento. Un colpo in un occhio. Un quadrato diviso a metà, con i due colori disposti in orizzontale: il rosso sopra, il blu sotto. «Che storia è?!», «Che succede?», «È un complotto di Berna!».
Tutto è possibile, per carità, ma un errore del genere su un documento così importante? E in effetti errore non c'è. Lo spiega Lulo Tognola, grafico, illustratore e autore di Dove sta Zazàr appena pubblicato per le Edizioni San Giorgio (presentazione questa sera, giovedì, a Grono). «Che vogliamo fare... Se non sapete come stanno le cose, vi devo tirare una bacchettata? Beh, se dovessi prendere la bandiera è un attimo, perché c'è già l'asta» scherza l'autore ridendo di gusto e mimando il gesto. E in effetti qui sta il punto, nella differenza tra stemma e bandiera.
«Lo stemma, lo scudo, riporta il rosso a sinistra e il blu a destra, così come siamo abituati a vederlo da sempre. Tra l'altro colori ispirati alla Francia e, in particolare, alla bandiera di Parigi. Un omaggio a Napoleone. Ma questa è un'altra storia. Se però volessimo appendere lo stemma, metterlo all'asta, appunto? Dobbiamo ancorarlo a un lato, ed ecco perché, quando si espone la bandiera ticinese, il rosso è in alto e il blu in basso. Questa è la disposizione originale dei colori».
Una legge, poi, definisce fin nei minimi dettagli la questione: il sigillo del cantone è così dal 1803, ma solo nel 2001 sono stati definiti i codici dei colori. Il rosso è il numero 32 nella scala Pantone – il sistema cromatico standard nel settore – che si converte nei colori primari magenta (al 91%) e giallo (87%), mentre il blu è un Pantone 293 (100% ciano e 56% magenta).
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Non siamo abituati
«Non me la prendo se le persone non conoscono la differenza. D'altronde quando si tratta di stampa siamo abituati a vedere i colori disposti sotto forma di stemma. Affiancati uno all'altro verticalmente, appunto», sentenzia Tognola. Che non vuole farne una questione di principio. «In fondo, se si va su Wikipedia si trovano tutte le risposte. Però sì, ammetto che lo trovo strano. Genera confusione, equivoci», sottolinea il creativo 75.enne, che vive nel Canton Grigioni. «Non possiamo farci nulla, ormai è stampato così. Da Berna oltretutto. Ci metteranno anche un po' a capire quale sarebbe stata la scelta migliore», ironizza strizzando l'occhio ai luoghi comuni. «Certo che non siamo abituati a vederlo così, potevano continuare a usare lo stemma con i colori in verticale. Esattamente com'è nel vecchio passaporto. È raro che sia riportato sotto questa particolare forma».
Il problema di come si presentano stemmi e simboli, tuttavia, è una questione annosa: «Circa due settimane fa, abbiamo ricevuto una pubblicità di una grande compagnia assicurativa. Pensa, hanno sbagliato lo stemma del comune. Vi rendete conto? Ormai la gente è superficiale, non si interessa più a certe cose», esclama. Anche se non ritiene che aumentare le ore di civica sia una priorità assoluta per evitare problemi del genere.
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«Che volete che vi dica, non facciamone una battaglia da fine del mondo. L'importante, in fin dei conti, è volere bene al cantone in cui si abita». Ma all'artista, abituato anche a realizzare numerose caricature e vignette satiriche, non può mancare il guizzo creativo e la lettura in chiave partitica: «Il rosso e il blu hanno anche un sapore politico. E se poi un giorno volessimo metterci un po' di verde? No, per dire, visto che oggi vanno tanto di moda i Verdi». Tognola richiama poi all'attenzione una domanda che molti, nel corso di questi anni, gli hanno rivolto: «Perché, ogni tanto, capita di vedere lo stemma ticinese non colorato, ma con le campiture riempite da tratteggi? Ebbene, nell'araldica i tratteggi verticali rappresentano il rosso, mentre i tratteggi orizzontali rappresentano il blu. Quando non c'è la possibilità tecnica di stampare a colori, ecco che si impiega questo stratagemma per risolvere il problema». Il codice araldico, oggi, lo si trova soprattutto nelle comunicazioni ufficiali del cantone come pure in alcuni moduli, come per esempio quelli per la compilazione delle imposte.
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Un'idea di Bruno Monguzzi
«Ci avete mai fatto caso? – , rincara la dose, collegando un tema all'altro in un flusso di pensieri. – Tutta la comunicazione dell'amministrazione cantonale segue delle regole ben precise. Ad esempio, quando vi trovate all'esterno di edifici sedi di istituzioni ufficiali, i cartelli hanno una serie di piccoli quadretti lungo un'asse orizzontale, che poi proseguono con una linea continua. Ecco, questo è un progetto messo a punto anni fa da Bruno Monguzzi. Un collega eccezionale, che quando architetta qualcosa lo fa fin nei minimi dettagli e non lascia mai nulla al caso». Il segno fa parte anche della carta intestata, sempre presente nella corrispondenza tra cittadino e istituzioni o uffici del Cantone.
«Ecco, è come se Bruno avesse preso una linea, un dettaglio dello stemma del Ticino secondo il codice araldico in bianco e nero. I puntini sono una sezione delle linee verticali, vale a dire il rosso. Mentre la linea continua rappresenta il blu», conclude l'esperto.
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