Il caso

Strage di Erba, quali sono gli elementi su cui si basa la richiesta di revisione del processo?

Secondo gli avvocati difensori di Olindo e Rosa, sarebbero stati commessi importanti errori nel corso delle indagini: questi riguardano la testimonianza di Mario Frigerio, la confessione dei coniugi e la traccia di sangue ritrovata sul battitacco dell'auto di Romano
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Red. Online
17.04.2024 15:30

La data segnata sul calendario è quella del 10 luglio. In quel giorno, durante l'udienza i giudici della Corte d'Appello di Brescia comunicheranno se ci sarà un processo di revisione per la strage di Erba. Strage per cui, ad oggi, sono stati condannati all'ergastolo in via definitiva Olindo Romano e Rosa Bazzi. I due coniugi identificati come gli autori dell'assassinio di quattro persone, loro vicini di casa, nel dicembre del 2006.

La strage

La strage, fin dal primo momento, ebbe una eco mediatica importantissima in tutta Italia e non solo. L'11 dicembre del 2006, intorno alle 20:20, vennero assassinati con coltelli e armi contundenti Raffaella Castagna, suo figlio Youssef di soli due anni, sua madre Paola Galli e una vicina di casa, Valeria Cherubini. L'unico a salvarsi fu il marito di quest'ultima, Mario Frigerio. L'uomo, all'epoca 66.enne, venne colpito alla gola da una coltellata, ma riuscì a sopravvivere grazie a una malformazione congenita alla carotide. Dopo gli omicidi, l'appartamento venne incendiato.

Sebbene in un primo momento ci si concentrò su Azouz Marzouk, marito di Raffaella e padre di Youssef, con precedenti per spaccio di droga, le indagini, in breve tempo, identificarono come colpevoli i due coniugi, Romano e Bazzi. Vicini di casa di Raffaella Castagna, con la quale, nei mesi precedenti all'assassinio, si erano verificate numerosi diverbi, talvolta sfociati anche in liti importanti.  

A 22 anni di distanza dai fatti, però, sono state presentate due richieste di revisione. La prima è arrivata dagli avvocati di Rosa e Olindo (Fabio Schembri, Nico D'Ascola, Luisa Bordeaux e Patrizia Morello). La seconda, invece, dal sostituto procuratore di Milano Cuno Tarfusser. Il motivo? Durante le indagini sarebbero stati commessi errori importanti. E, di più, negli ultimi anni sarebbero emerse nuove prove che scagionerebbero i coniugi. Tre, in particolare, sarebbero gli elementi su cui la difesa intende puntare, qualora la Corte accogliesse la richiesta di revisione del processo: la testimonianza di Mario Frigerio (nel frattempo morto), la gestione della confessione di Rosa e Olindo e il ritrovamento della macchia di sangue sul battitacco dell'auto dei due. Vediamo perché. 

La testimonianza di Mario Frigerio

Fin dal primo momento, il fatto che ci fosse un sopravvissuto alla strage fu considerato un elemento chiave. Mario Frigerio venne infatti interrogato per la prima volta in ospedale il 15 dicembre, solamente quattro giorni dopo gli omicidi. Nel corso della sua prima confessione, tuttavia, dichiarò di non conoscere il suo aggressore, ma riuscì a descriverne alcune caratteristiche fisiche. Frigerio disse che si trattava di un uomo alto, con la pelle olivastra, ma non fece mai il nome di Olindo Romano. 

Tuttavia, in un secondo momento, Frigerio cambiò versione e identificò proprio il vicino di casa come suo aggressore. Elemento cruciale per l'accusa. Tuttavia, secondo la difesa dei coniugi, Frigerio cambiò versione dopo essere stato interrogato dal luogotenente Luciano Gallorini e da altri due carabinieri. In particolare, secondo 13 professori di psicologia e criminologia interpellati dagli avvocati di Romano e Bazzi, Gallorini avrebbe fatto sollecitazioni che avrebbero creato suggestioni nel sopravvissuto. Nel rapporto, gli esperti sottolineano inoltre che è altamente improbabile passare dal ricordo di un personaggio sconosciuto a quello di uno conosciuto, come un vicino di casa. 

Di più, durante l'incendio, Frigerio potrebbe aver accusato una lesione al cervello a causa dell'intossicazione da monossido di carbonio dovuta al fumo causato dall'incendio appiccato nell'appartamento dopo gli omicidi. Questo potrebbe avergli causato «un complessivo scadimento delle funzioni cognitive», oltre che lo sviluppo di una amnesia retrograda. 

L'inconsistenza della confessione di Rosa e Olindo

Ma c'è di più. Secondo la difesa, anche la confessione di Olindo e Rosa si sarebbe basata sugli interrogatori avuti in precedenza con gli investigatori. Nello specifico, prima di accusare Romano formalmente, i carabinieri gli avrebbero elencato tutte le prove contro di lui, tra cui le tracce di sangue rivenute sul battitacco della sua auto. A tal proposito, dunque, la difesa sostiene che nel corso della confessione Olindo non abbia fatto altro che ricostruire i fatti basandosi sui dettagli che gli erano stati raccontati in precedenza dagli investigatori. 

Due carabinieri avrebbero inoltre suggerito a Romano di confessare, dicendogli che se la sarebbe cavata con pochi anni di carcere, mentre la moglie sarebbe tornata a casa. Prima dell'interrogatorio, Olindo riferì queste stesse parole a Rosa, che tuttavia, alla fine confessò per i prima gli omicidi. 

Ciononostante, secondo la difesa, nei due interrogatori i coniugi fecero molta confusione e non riuscirono a fornire i dettagli sull'omicidio di Valeria Cherubini. A qualche mese di distanza, i due ritrattarono dichiarandosi innocenti: una tesi che hanno continuato a sostenere da quel momento. Ed è a tal proposito che, negli ultimi tempi, sarebbe emersa una nuova prova legata a presunti «disturbi psicopatologici» di cui soffrirebbero entrambi i coniugi. Rosa, in particolare, sarebbe anche affettata da «deficit cognitivi importanti»: un elemento che non fu preso in considerazione nel processo e che oggi viene giudicato fondamentale per la revisione del processo. 

La traccia di sangue sul battitacco

L'ultimo elemento su cui esprime dubbi la difesa è quello del ritrovamento di una traccia di sangue sul battitacco dell'auto dei coniugi. In un primo momento, questa scoperta venne catalogata come «l'unico errore» dell'accurata pulizia effettuata da Rosa e Olindo. Tuttavia, nelle foto scattate dai carabinieri non solo non è visibile alcuna traccia di sangue, ma mancano anche i cartelli identificati delle prove. Per questo motivo, secondo la difesa, il sangue potrebbe essere stato trovato in un altro luogo, e non sull'auto di Olindo, come dichiarato in seguito. 

Di più, nella sua richiesta di revisione, il sostituto procuratore Cuno Tarfusser sostiene che il sangue esaminato non sia «affatto indiscusso», e «anzi, è oltremodo discutibile e del tutto incerto che si tratti dello stesso reperto apparentemente prelevato sul battitacco dell'autovettura di Olindo Romano». 

In attesa del 10 luglio

Secondo l'avvocato generale dello Stato, Domenico Chiaro, le nuove presunte prove non sarebbero altro che «suggestioni mediatiche», piuttosto che «fatti nuovi dal punto di vista probatorio». Tuttavia, nel 2011, lo stesso Azouz Marzouk, che all'epoca dei fatti si trovava in Tunisia, cambiò idea, sostenendo che i coniugi non fossero i colpevoli e affermando di voler per loro la revisione del processo. A tal proposito, gli avvocati della difesa sostengono che non sia mai stata presa in considerazione la pista legata allo spaccio di droga. Secondo questa ipotesi, la strage sarebbe stata preceduta da litigi tra gruppi criminali che si contendevano piazze di spaccio, e sarebbe stata compiuta per un «regolamento di conti» con il marito di Raffaella e padre di Youssef. Ma prima di aprire altre piste, bisognerà attendere il 10 luglio, e la decisione della Corte d'Appello di Brescia. 

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