Ticino

Sui lupi, un via libera che non accontenta gli allevatori

Il Consiglio di Stato ha ricevuto il segnale dall’UFAM e ha quindi emanato gli ordini di regolazione per il branco Onsernone e per il branco Val Colla - Armando Donati: «La misura non risolve il problema»
© CdT/Chiara Zocchetti
Paolo Galli
20.09.2024 18:15

Ne avevamo parlato soltanto pochi giorni fa. Il 10 settembre scorso, lo stesso Tiziano Putelli, capo dell’Ufficio della caccia e della pesca, ricordava come il Cantone fosse in attesa di un via libera da Berna, in particolare dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), per procedere con la regolazione proattiva dei branchi di lupi in Ticino. Le pressioni da parte degli allevatori, nell’attesa, si stavano facendo sempre più presenti. Fortunatamente, il via libera dell’UFAM è arrivato, con lettera del 18 settembre. Berna ha di fatto accolto le richieste di regolazione dei branchi Onsernone e Val Colla, mentre per il branco Carvina - come si legge in una nota del Consiglio di Stato - la richiesta è stata accolta a condizione che il Cantone fornisca la prova della recente riproduzione dei lupi prima di emettere una decisione.

La genesi

Facciamo un passo all’indietro, in modo da rispiegare la genesi di questa decisione. La cosiddetta «Analisi della situazione lupo 2024» del Cantone, elaborata dallo stesso Ufficio della caccia e della pesca, documentava la presenza di tre branchi di lupi sul territorio cantonale: Onsernone, Val Colla e Carvina, così come la presenza di tre coppie stabili. Alla luce di questi elementi e considerando le predazioni di animali da reddito attribuite al lupo durante gli ultimi dodici mesi, il Consiglio di Stato il 28 agosto 2024 aveva presentato all’UFAM una richiesta di regolazione per due dei suddetti branchi, supportata dalla documentazione certa della presenza di giovani lupi nati nel 2024 nei branchi Onsernone (evidenza acquisita il 26 agosto 2024) e Val Colla (evidenza acquisita l’1 settembre 2024). Per ciascuno di questi branchi è stata chiesta una regolazione con l’abbattimento fino a due terzi dei lupi nati nel 2024, nello specifico la rimozione fino a due esemplari per branco. Per il branco Carvina, non essendo ancora documentata una presenza di giovani lupi, è stata invece richiesta in via generale la possibilità di regolamentare il branco mediante l’abbattimento di due terzi di lupi nati nel 2024, qualora e non appena venga accertata in modo documentabile la presenza di due o più giovani lupi nati durante l’anno in corso.

Coinvolti anche i cacciatori

Da queste premesse, ecco il via libera dell’UFAM e, di conseguenza, gli ordini di regolazione emanati dal Consiglio di Stato. Per il branco Onsernone è stato emanato l’ordine di «abbattimento fino a due terzi dei lupi nati nel 2024. Sulla base delle informazioni ad oggi disponibili ciò corrisponde all’abbattimento di 2 giovani dell’anno». E lo stesso identico ordine vale anche per il branco Val Colla. Le singole decisioni sono già valide. I guardacaccia si adopereranno quindi per eseguire questi ordini, con la collaborazione anche dei cacciatori adeguatamente formati e autorizzati a queste azioni di regolazione limitatamente agli ultimi giorni aperti alla caccia alta 2024 (fino al 24 settembre). Per quanto concerne i successivi periodi di caccia, tardo autunnale al cervo/capriolo e invernale al cinghiale, tenuto conto dell’elevato margine di errore dovuto al fatto che in quel periodo gli esemplari di lupo nati nel 2024 avranno ormai una taglia praticamente simile a quella degli adulti, il coinvolgimento dei cacciatori è stato escluso.

Insoddisfatti gli allevatori

Armando Donati, presidente dell’Associazione per un territorio senza grandi predatori, sottolinea con scarsa soddisfazione la misura. E va oltre: «Noi avevamo chiesto l’abbattimento completo del branco Onsernone». Il motivo è presto detto: «Sono anni che fa danni nella regione. Ma per ottenere l’abbattimento completo dovrebbe predare bovini oppure caprini protetti. Nella zona non ce ne sono. Per cui quei lupi potranno comunque mangiare quanti capi vorranno. No, non siamo soddisfatti», ribadisce. Donati rivolge la sua insoddisfazione - che è quella degli allevatori, come lui stesso sottolinea - sia al Cantone sia alla Confederazione. «La legislazione è fatta a livello federale senza pensare alla tipologia di allevamento che abbiamo in Ticino. Gli alpi non proteggibili, per la Confederazione, devono semplicemente sparire. Per noi sarebbe una perdita enorme. E il Ticino, in questo contesto, non fa nulla per cercare di cambiare la legislazione». L’umore, insomma, resta nero, a prescindere dalla decisione imposta oggi dal Consiglio di Stato relativamente ai branchi Onsernone e Val Colla. «È una decisione che non risolve il problema. Il branco Onsernone il prossimo anno continuerà a predare. Mi chiedo, quindi, come la misura contribuirà nella risoluzione della problematica. Per il Ticino, andiamo verso la fine degli alpi non proteggibili. Sì, la vediamo proprio nera».

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