All'esercito 4 miliardi in più di quanto chiesto dal Consiglio federale
L'esercito avrà a disposizione 29,8 miliardi per il periodo 2025-2028. Tale somma è di 4 miliardi superiore a quanto chiesto dal Consiglio federale. L'aumento sarà finanziato procedendo a compensazioni in altri settori. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale.
Nel suo Messaggio sull'esercito 2024, il Consiglio federale aveva proposto un limite di spesa di 25,8 miliardi. In giugno, il Consiglio degli Stati ha sostenuto un aumento del tetto a 29,8 miliardi, allo scopo di anticipare dal 2035 al 2030 l'obiettivo di portare la spesa militare all'1% del PIL.
Decisione fatta sua oggi anche dalla Camera del popolo, non senza discussioni, talvolta anche accese. Gli schieramenti in campo, sinistra e partiti borghesi, hanno infatti due visioni ideologicamente opposte in merito di politica di sicurezza.
Fabian Molina (PS/ZH) ha detto di sospettare che i partiti borghesi siano più preoccupati per l'esercito come istituzione che per la sicurezza della Svizzera. "I russi non sono sul Reno, ciò non è cambiato con la guerra in Ucraina", ha sostenuto. Le minacce più grandi sono la guerra ibrida e il terrorismo, ha aggiunto Andrea Zryd (PS/BE).
"Dobbiamo essere preparati", ha replicato Mauro Tuena (UDC/ZH). Nell'incertezza che regna attualmente, nessuno sa cosa attende la Svizzera in futuro, ha sostenuto. Non si deve dare per scontato che alla Confederazione non accadrà mai nulla, ha aggiunto Jacqueline de Quattro (PLR/VD).
Citando un sondaggio secondo cui il 54% della popolazione è contraria all'aumento delle spese militari, Fabien Fivaz (Verdi/NE) ha poi chiesto che la decisione fosse sottoposta a referendum facoltativo.
Lo strumento del referendum finanziario non esiste in Svizzera, ha replicato la consigliera federale Viola Amherd. Se venisse introdotto, ha aggiunto, avrebbe conseguenze non solo per le forze armate, ma anche per l'agricoltura, l'istruzione, la ricerca e la cooperazione internazionale. Al voto l'eventualità di chiamare il popolo alle urne è stata respinta con 161 voti a 28 (3 gli astenuti).
Nella loro decisione presa durante la sessione estiva, gli Stati avevano proposto di compensare la metà dell'incremento nella cooperazione internazionale. Il resto dovrebbe essere risparmiato nel Dipartimento della difesa (15%) e in altri settori dell'Amministrazione federale (35%).
Oggi il Nazionale ha respinto la proposta di finanziarie la crescita creando un fondo speciale non sottoposto al freno all'indebitamento. Con 110 voti a 78 ha preferito l'opzione "compensazione" in una versione diversa da quella adottata dai "senatori".
Contrariamente agli Stati, la Camera del popolo non ha precisato la proporzione dei vari risparmi. Si è limitata a dire che i mezzi necessari agli investimenti nell'armamento saranno compensati o finanziati mediante la riduzione della quota cantonale sull'imposta federale diretta, l'aumento dell'efficienza dell'Aggruppamento Difesa e di Armasuisse (con l'obiettivo di risparmiare 500 milioni entro il 2028), nella cooperazione internazionale e nell'ambito delle spese per il personale in tutti i dipartimenti.
A difendere la creazione del fondo è stata la sinistra, malgrado la proposta sia inizialmente stata fatta da Martin Candinas (Centro/GR). L'Alleanza del Centro ha infatti votato in maggioranza per la variante "compensazioni" a causa del "comportamento non affidabile dei socialisti", ha dichiarato Nicole Barandun (Centro/ZH).
Avremmo preferito una soluzione diversa ma ci troviamo costretti ad appoggiare quella che troverà una maggioranza al voto finale, ha detto Barandun. Il Consiglio degli Stati, quando esaminerà le divergenze, potrà poi presentare una proposta di compromesso, ha aggiunto.
A PS e Verdi non piaceva in particolare la proposta di tagliare nella cooperazione internazionale. Sono un'aberrazione: sono fatti sulle spalle dei più deboli e ciò contribuirà solo ad accelerare i movimenti migratori contro i quali l'UDC si batte, ha sostenuto Molina. La cooperazione internazionale è parte integrante della politica di sicurezza, ha aggiunto Patrick Hässig (PVL/ZH).
A destra si è invece sottolineata la volontà di non aggirare le norme sul freno all'indebitamento: "il finanziamento deve essere risolto nel quadro del bilancio ordinario", ha sostenuto Heinz Theiler (PLR/SZ). Le misure proposte mirano a raggiungere un equilibrio tra entrate, risparmi e guadagni in termini di efficienza. Non prescrivendo obiettivi annuali quantificati, viene lasciato al Consiglio federale un certo margine di manovra, ha aggiunto Jacqueline de Quattro.
Il Messaggio sull'esercito, le cui discussioni al Nazionale sono iniziate ieri pomeriggio, è in realtà composto da cinque decreti. Il primo fissa i parametri di riferimento per l'orientamento delle forze armate a livello strategico con un orizzonte temporale di 12 anni. In questo modo si potrà dare all'esercito maggiore sicurezza per la pianificazione fino al 2035, coinvolgendo maggiormente anche il Parlamento sull'orientamento strategico della difesa.
Questo primo decreto - approvato con 131 voti contro 58 - è l'unico le cui discussioni sono terminate già ieri. Durante i dibattiti la sinistra ha chiesto che l'esercito si concentri maggiormente sulla protezione della popolazione e sul soccorso in caso di catastrofi. Con 130 voti contro 60, la maggioranza borghese ha però scelto di seguire la versione proposta dal Consiglio federale, secondo cui l'esercito va orientato in modo tale che la capacità di difesa tenga conto "di un contesto conflittuale ibrido".
Il secondo decreto - adottato oggi con 159 voti contro 21 e 4 astenuti - riguarda l'acquisto di materiale dell'esercito per il periodo 2024-2027. Si tratta di 3,52 miliardi che verranno usati, tra l'altro, per preparare gli acquisti futuri.
Ad esempio vengono preparati il potenziamento dei sistemi informatici e di telecomunicazione ai livelli tattici inferiori (unità/corpi di truppa), l'acquisto di radar parzialmente mobili per la sorveglianza dello spazio aereo superiore e intermedio, l'acquisto di mezzi di difesa terra-aria a corta gittata nonché il mantenimento del valore dei carri armati da combattimento 87 Leopard.
Mediante il programma d'armamento (terzo decreto, accettato con 161 voti contro 22 e una astensione) il Governo chiede crediti pari a 490 milioni. Le truppe di terra verranno equipaggiate con nuovi missili per combattere obiettivi blindati e altri oggetti a lunga distanza.
Previsto anche l'acquisto di sensori parzialmente mobili per riconoscere, localizzare, seguire e identificare meglio i velivoli. Altri due crediti verranno utilizzati per attrezzare i Centri di calcolo dell'esercito esistenti e collegare i sistemi principali. Ciò consente di ammodernare un elemento fondamentale dell'infrastruttura informatica dell'esercito e di fornire una migliore protezione contro gli attacchi cibernetici. Un ulteriore credito consentirà di preservare il valore del velivolo d'addestramento PC-7.
Col decreto sul programma degli immobili, approvato con 183 "sì" senza voti contrari (2 gli astenuti), vengono liberati 886 milioni anche per la costruzione del nuovo Centro di calcolo "Kastro II" che, come l'attuale Centro di calcolo "Fundament", sarà utilizzato esclusivamente per scopi militari. Verranno inoltre realizzati lavori di costruzione sulle piazze d'armi di Frauenfeld e Bière (VD) e la posa di una strada presso l'aerodromo di Emmen (LU).
Il quinto decreto concerne il limite di spesa per gli anni 2025-2028 e il modo di compensare l'innalzamento di tale milite. Tale decreto è quello che suscitato le maggiori discussioni. È stato adottato con 119 voti contro 64 e 9 astensioni.
Il dossier ritorna ora al Consiglio degli Stati per l'esame delle divergenze.