Arrestato a Malpensa su mandato USA: il Politecnico si esprime sull'iraniano e la sua società
Gli Stati Uniti hanno formalizzato la richiesta di estradizione dell'iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, arrestato lo scorso 16 dicembre su ordine della giustizia americana all'aeroporto di Milano-Malpensa. Lo riportano i media italiani, citando «fonti informate». Ora la parola passa alla Corte d'Appello di Milano che dovrà valutare, in base alla documentazione arrivata dalle autorità americane, se ci sono o meno le condizioni per accogliere la richiesta di estradizione. La decisione finale, dopo il via libera della Corte d'appello, è esclusivamente del ministero della giustizia che ha 10 giorni di tempo per rendere effettiva l'estradizione.
Nelle ultime ore, lo ricordiamo, in Italia sta prendendo piede la possibilità di un collegamento (in segno di rappresaglia) tra l'arresto del cittadino iraniano con l'incarcerazione della giornalista Cecilia Sala, fermata giovedì 19 dicembre a Teheran e rinchiusa in una cella d’isolamento nella prigione di Evin.
Mohammad Abedini e i legami con la Svizzera
Il nome di Mohammad Abedini Najafabadi è legato all'attentato che il 28 gennaio scorso ha ucciso in Giordania tre militari statunitensi e provocato 40 feriti all'avamposto «Tower 22». Attacco con droni realizzati, secondo le accuse del Dipartimento di giustizia USA, anche grazie alla tecnologia messa a disposizione dal 38.enne iraniano. Il quale è accusato dagli USA di associazione per delinquere finalizzata alla violazione dell’International Emergency Economic Power Act. Ma anche di «fornitura di supporto materiale a un’organizzazione terroristica straniera, componenti elettroniche per la costruzione di armi letali, nella fattispecie droni». Il suo nome è legato ai Pasdaran, il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRCG). Con lui è stato arrestato dagli americani anche Mahdi Mohammad Sadeghi, 42 anni, residente a Natick, nel Massachusetts. Secondo le accuse, Abedini, Sadeghi e altre persone «avrebbero cospirato per eludere le leggi statunitensi sul controllo delle esportazioni e sulle sanzioni, procurandosi beni, servizi e tecnologie di origine statunitense, tra gli altri, facendo sì che tali beni, servizi e tecnologie venissero esportati o altrimenti forniti all'Iran e, in particolare, alla società iraniana di Abedini», la SDRA - San'at Danesh Rahpooyan Aflak Co.
Abedini è stato ricercatore al Politecnico federale di Losanna (EPFL) e, sempre secondo le indagini USA, avrebbe anche usato la società da lui fondata in Svizzera, la Illumove SA, come azienda-satellite dell'iraniana SDRA.
Il Politecnico precisa: «Nessuna collaborazione»
Illumove SA è presente nel registro di commercio svizzero dal 2019. L'amministratore è Mohammad Abedininajafabadi (conosciuto, appunto, come Mohammad Abedini). Lo scopo dichiarato dell'azienda è «la ricerca, lo sviluppo e la produzione di dispositivi, sistemi meccatronici e software, nonché la fornitura di servizi nei suddetti settori e il commercio di tutti i prodotti». Illumove SA ha sede all’Innovation Park dell'EPFL.
Sul suo profilo LinkedIn, il 38.enne iraniano dichiara di avere studiato Ingegneria meccanica a Teheran. Da noi contattato, il Politecnico federale di Losanna precisa che «il signor Abedini è stato assunto da un laboratorio come borsista post-dottorato dal 2019 al 2022». Ma che, attualmente, «l'EPFL non collabora in alcun modo con Abedini e Illumove SA», la quale non ha ricevuto dall'ateneo «nessun finanziamento». L'azienda beneficia di una «domiciliation» all’Innovation Park dell'EPFL (il recapito è infatti nello stabile, ndr.), ma «non vi svolge alcuna attività». Infine, la menzione e l'uso del logo dell'EPFL quale «Partner» sul sito web di Illumove SA «sono abusivi, non è in corso alcun tipo di collaborazione».
A esplicita domanda, l'ufficio stampa del Politecnico precisa di «non dovere prendere posizione su un caso legale di portata internazionale». «A quanto risulta», non sono coinvolti nelle attività di Illumove SA altri studenti o ricercatori dell'EPFL, il quale non ha ricevuto alcuna richiesta di collaborazione da parte delle autorità (svizzere, italiane e USA).
Illumove SA era di fatto una società di comodo? «Non spetta a noi dirlo», conclude il Politecnico, che ribadisce pure l'intenzione di chiedere la rimozione del logo dal sito web della società.
L'uomo respinge le accuse
Mohammad Abedininajafabad «respinge le accuse e non riesce a capire i motivi dell'arresto», ha spiegato il suo legale, «è molto preoccupato». Da noi contattato, l'avvocato Alfredo De Francesco precisa che – contrariamente a quanto scritto da alcuni media italiani, che parlano di doppia cittadinanza anche svizzera –, il suo assistito «è cittadino iraniano». In merito alle nostre domande sulla Illumove SA, preferisce non esprimersi al momento, precisando infine di avere incontrato il suo cliente una sola volta e di non avere ancora visionato il materiale sequestrato il giorno dell'arresto.