Cantoni molto delusi dal pacchetto di risparmi della Confederazione

Il pacchetto di risparmi per riportare in equilibrio dal 2027 il bilancio della Confederazione, annunciato lo scorso gennaio dal Consiglio federale, non piace per nulla ai Cantoni. Criticando in particolar modo la decisione di Berna di non coinvolgerli nei lavori preparatori, essi oggi hanno definito le misure «estremamente insoddisfacenti».
Le proposte dell'esecutivo si discostano dagli obiettivi definiti dalla Confederazione e dai Cantoni, scaricano unilateralmente i costi su questi ultimi, mettono a rischio la capacità di innovazione della Svizzera e rimettono in discussione recenti decisioni del popolo, ha dichiarato oggi in un comunicato la Conferenza dei governi cantonali (CdC). Stando alla nota, vanno pure a toccare il meccanismo di perequazione finanziaria nazionale.
Inoltre, le proposte contengono requisiti che non lasciano ai Cantoni alcun margine di manovra finanziario, ad esempio nei settori dell'università, della formazione professionale e dei trasporti. La CdC le giudica molto problematiche non solo dal punto di vista della politica dell'istruzione e dei trasporti, ma anche per quanto riguarda le pari opportunità e gli obiettivi ambientali.
Pure i tagli ai fondi per le infrastrutture ferroviarie e autostradali e i risparmi sulle misure di protezione contro i rischi naturali vengono messi nel mirino. Essi porterebbero infatti le generazioni future a dover pagare per i compiti trascurati «con costi aggiuntivi considerevoli», si avverte nella nota.
Tutto ciò non andrebbe a vantaggio dei contribuenti, fa notare l'organo. La CdC chiede pertanto al governo di non affrettarsi a imporre tagli, bensì di ridiscutere il pacchetto con i Cantoni e di apportare miglioramenti prima di adottare il messaggio da trasmettere al parlamento.
Il Consiglio federale prevede risparmi per 2,7 miliardi di franchi nel 2027 e 3,6 miliardi nel 2028. Questi sono stati ripartiti su 59 misure, di cui oltre la metà richiede modifiche legislative.
«I governi cantonali riconoscono che bisogna agire. Finanze federali equilibrate sono nell'interesse» di tutti, ha sottolineato, citato nella nota, il consigliere di Stato argoviese Markus Dieth (Centro), presidente della CdC. Tuttavia, poiché i risultati finanziari della Confederazione sono stati significativamente migliori delle stime, la necessità e la portata delle economie dovranno essere rivalutate.
La teoria secondo la quale i Cantoni, a differenza della Confederazione, stanno andando bene e possono quindi assumersi i vari oneri «non è sostenibile», prosegue la conferenza nella sua critica. I bilanci cantonali, talvolta buoni, sono «un'istantanea ingannevole» e stanno aumentando i casi di chi si trova alle prese con deficit.
I Cantoni stessi dovranno affrontare in futuro importanti sfide di politica finanziaria a causa dei cambiamenti demografici. Le prospettive a lungo termine mostrano che i costi nei settori della sanità, dell'assistenza e dell'istruzione sono destinati ad esplodere.
Come detto, i Cantoni sono poi parecchio infastiditi per essere stati esclusi dai lavori preparatori, malgrado siano fortemente implicati. In autunno, avevano manifestato al Consiglio federale la volontà di concretizzare con Berna le misure che li riguardano. Ma dall'esecutivo non è mai arrivata una risposta.
Secondo Dieth, il pacchetto di sgravi deve essere coordinato tra i vari livelli dello Stato. L'anno scorso è inoltre stata concordata una revisione della divisione dei compiti, che dovrebbe portare a una maggiore efficienza.