Il reportage

«Che cosa avrei voluto sapere prima di cominciare l’Università»

Si dà spesso per scontato che chi si trova a dover scegliere questo percorso, sappia già di che cosa si tratta, o lo abbia capito tramite gli incontri e le porte aperte delle facoltà: ma non sempre è così
©Chiara Zocchetti
Sara Fantoni
28.02.2025 12:15

Sputiamo fatti sull’università. Si dà spesso per scontato che chi si trova a dover scegliere questo percorso, sappia già di che cosa si tratta, o lo abbia capito tramite gli incontri e le porte aperte delle facoltà. Non sempre però – e lo dico da studentessa universitaria che è passata attraverso questa fase – per chi deve ancora iniziare questo percorso è facile cogliere le informazioni realmente importanti durante questi momenti. Spesso, infatti, si ha l’impressione di non saperne molto più di prima, a parte forse qualche confusione in più riguardante i crediti – ovvero i punti da accumulare per poter ottener un bachelor o un master – che, fidatevi, non sono l’elemento più importante per fare la vostra scelta.

Con le iscrizioni alle porte, che per alcuni atenei svizzeri si terranno a fine febbraio e per la maggior parte a fine aprile, abbiamo chiesto a diverse studentesse e studenti di facoltà differenti che cos’è per loro l’università e cosa avrebbero voluto sapere prima di sceglierla. Ecco di seguito le loro risposte.

(Ci teniamo a precisare che si tratta di risposte individuali e non necessariamente rappresentative, ma speriamo possano fornire qualche spunto utile in più a chi si trova a dover definire il proprio percorso accademico).

Che cos’è l’università?

Per i ragazzi e le ragazze intervistati, l’università è un periodo, ma anche uno stile di vita, da percepire come un’opportunità e un privilegio per le esperienze e le conoscenze che permette di vivere.

Per chi è nato e cresciuto in Ticino, valutare se studiare fuori dal nostro cantone è quasi ormai una prassi e per molti giovani questo segna un momento di costruzione della propria indipendenza in cui «bisogna imparare – ci scrive una studentessa di sport e storia a Basilea – a prendersi cura di sé stessi» e a creare la propria cerchia di persone e abitudini.

Un luogo di incontro e confronto

Non è più un ritrovarsi con una ventina di persone tutti i giorni e trascorrere tutta la settimana otto ore al giorno insieme, ma, spesso, le classi sono molto più grandi e ‘mobili’. Cosa si intende? Significa che non necessariamente i corsi scelti corrisponderanno a quelli selezionati da persone conosciute in altre lezioni e ci si potrebbe quindi ritrovare ad essere sempre con studenti diversi. Di conseguenza, questo offre l’opportunità di entrare in contatto con molte più persone, ma al contempo, ci spiega una studentessa di economia a San Gallo, può essere una sfida perché «porta fuori dalla propria comfort zone».

Di questo confronto umano, uno studente di Scienze Politiche a Losanna sostiene di apprezzare in particolare il fatto di «poter lavorare a diversi progetti con persone interessate alla stessa tematica, le quali possono avere punti di vista differenti dai propri, permettendo così di ampliare le rispettive visioni o rimetterle in dubbio». Per di più, è possibile entrare in relazione anche con giovani appartenenti a campi di studio più o meno distanti dal proprio e, per una studentessa di biologia di Zurigo, «ricevere molti input da campi diversi» è un valore aggiunto.

Attenzione all’approccio: tra pratica, nozioni e ricerca

Importante anche sottolineare che ogni università ha un approccio diverso rispetto alla materia studiata. In alcuni casi sarà più pratico, in altri più teorico, ma potrebbe anche essere poco nozionistico e basato piuttosto sull’imparare a fare ricerca. Questo è importante, perché a seconda dell’approccio, si impareranno cose diverse.

Se perciò si pensa di voler studiare una materia per apprendere a metterla in pratica, può essere utile valutare se il metodo di insegnamento comprende dei periodi di stage oppure dei corsi pratici. Una studentessa di Scienze dell’educazione a Milano ci dice in proposito: «L’aspetto che io trovo positivo è la modalità didattica, che consente ad ognuno di progettare il proprio percorso di studi tenendo in considerazione i propri tempi personali di apprendimento e gli eventuali impegni lavorativi – afferma riferendosi al sistema italiano –. Un elemento negativo per me è però la poca presenza di ore di tirocinio, che ritengo importantissime per misurarsi con l’aspetto più pratico e concreto di ciò che si sta studiando, anche per capire se è davvero la direzione giusta per noi».  

Al contrario, se si volessero apprendere a fondo e nel dettaglio delle nozioni, sarebbe consigliato verificare che la facoltà abbia un approccio di insegnamento più tradizionale o frontale, mentre per imparare a fare ricerca in un determinato campo, può essere utile indagare la presenza di lavori da svolgere in prima persona o in gruppo. Spesso le facoltà seguono principalmente uno di questi approcci, integrando comunque, almeno parzialmente, gli altri.

Ad ogni modo, l’università permette di scoprire punti di vista o tematiche di cui prima non si era a conoscenza, per questo motivo è utile essere aperti verso ognuna di queste modalità.

Cosa avrei voluto sapere prima di iniziare?

In breve, i punti essenziali secondo gli studenti e le studentesse intervistate:

–  Il tempo e le giornate non sono organizzate da qualcuno per noi; bisogna cercare un equilibrio fra studio, pause, impegni extra-scolastici e vita sociale, anche se non sempre è evidente.
– «UNI = anarchia amministrativa e burocratica haha (non ľho ancora ben capito nemmeno io) consiglio di restare aggiornati con le mail» afferma scherzosamente uno studente.
– Gli atenei offrono diversi servizi: sostegno, aiuto allo studio, sport, servizi informatici, lavori per studenti, e così via: «Conoscere prima di iniziare può sempre essere di aiuto per disporre già di un piccolo bagaglio di info; quindi, – sprona una studentessa – approfittatene, chiedete, informatevi!».
– Aderire o prendere parte ad eventi di associazioni può essere uno strumento per «prendersi delle responsabilità e imparare moltissimo avvicinandosi al mondo del lavoro» consiglia una studentessa. Inoltre, «l’unione fa la forza» afferma un altro studente a questo proposito.
– Non tutte le facoltà richiedono una tesi alla fine del bachelor!
– Anche se ogni anno ha le sue sfide da affrontare, spesso il primo è quello in cui gli esami sono più complicati, perché viene svolta una «selezione» in assenza di esami di ammissione.

Le ragazze e i ragazzi intervistati vi augurano, infine, buona fortuna per questa nuova fase della vita e vi aspettano nella parte due di questo articolo per capire insieme come funziona concretamente l’anno di uno studente (quando vanno in vacanza gli universitari?), la settimana tipo e le temute sessioni d’esame!