Che cos'è il sistema Cell Broadcast per le allerte e perché, in futuro, potrebbe aiutare?

La popolazione svizzera va allertata meglio, di fronte a potenziali minacce? Sì, volendo riassumere la massimo. Non a caso, oggi la Confederazione ha presentato la sua nuova strategia per informare meglio cittadine e cittadini in caso di pericolo. Oltre ai tradizionali allarmi, diffusi via app, radio o sirene, verrà introdotto il cosiddetto Cell Broadcast, sistema che consentirà alle autorità di inviare direttamente un avviso a tutti gli utenti di telefonia cellulare che si trovano nelle immediate vicinanze di un'area a rischio. Un sistema, fra l'altro, già in uso altrove, come ad esempio in Italia.
Nello specifico, ha spiegato l'Ufficio federale della protezione civile (UFPP), chiunque sia dotato di uno smartphone in futuro riceverà un breve messaggio sul proprio dispositivo e, dunque, verrà informato in caso di allerta anche in assenza di apposite app, come l'attuale applicazione dell'UFPP Alertswiss. La mossa, leggiamo, consentirà di aumentare il raggio di copertura del sistema d'allerta e, quindi, di raggiungere il maggior numero possibile di persone.
Durante e dopo le recenti ondate di maltempo che hanno colpito la Mesolcina, il Vallese e la Vallemaggia, alluvioni che hanno causato ingenti danni e soprattutto vittime, la questione di come, e in che modo, allertare le persone è emersa con forza, oseremmo dire prepotenza. Più di un esperto, al riguardo, aveva spiegato che, verosimilmente, sarebbe stato meglio disporre già del sistema Cell Broadcast. Allo stesso tempo, l'UFPP ha capito, una volta di più, quanto sia importante garantire la comunicazione mediante telefonia mobile durante un evento estremo. Di conseguenza, l'UFPP valuterà la possibilità, assieme ai Cantoni, di istituire dei luoghi in cui fornire una rete Internet di emergenza e, allo stesso tempo, punti in cui sia possibile ricaricare i telefoni cellulari. Così, ad esempio, Daniele Rotanzi, presidente del Comitato organizzatore del torneo di Peccia, nel ricordare la terribile notte vissuta al capannone in attesa dei soccorsi: «Se pensiamo al mondo iperconnesso di oggi passare da un momento all’altro a un’assenza quasi totale di comunicazioni è qualcosa a cui, è vero, nessuno di noi era più abituato. Eravamo, tutti, preoccupati pensando ai nostri cari che cercavano di contattarci. Questo è stato l’aspetto più difficile da gestire, forse».
L'obiettivo dell'UFPP, insomma, è sviluppare una strategia multicanale basata sul principio della ridondanza. Della serie: più sistemi ci sono per allertare la popolazione, meglio è. Al momento, come detto, l'intero apparato si basa su sirene e comunicati via radio, definiti i pilastri della comunicazione, come sulla citata app Alertswiss, che al momento conta però «solo» 2,2 milioni di utenti. Il sistema Cell Broadcast, in questo senso, fungerà da canale supplementare. Secondo l’agenda, citiamo l'UFPP, «il Consiglio federale dovrebbe confermare questo orientamento ancora quest’anno sulla base di un documento interlocutorio». E ancora: «Seguirà un messaggio all’attenzione del Parlamento per chiarire gli aspetti relativi al finanziamento e alle basi legali. Non appena i legislatori avranno chiarito, presumibilmente l’anno prossimo, questi aspetti, dovrebbe essere tecnicamente possibile introdurre Cell Broadcast nel giro di uno o due anni».
Detto questo, una domanda sorge spontanea: al netto del parere di alcuni esperti, Alertswiss ha funzionato bene durante le recenti ondate di maltempo? Sì, verrebbe da dire. Fra il 28 giugno e il 1. luglio, ad esempio, dodici Cantoni hanno diffuso, in totale, 52 comunicati via Alertswiss, di cui 10 allarmi, 11 allerte e 31 informazioni. In generale, riferisce l'UFPP, il numero di comunicati ha raggiunto un picco straordinario. A titolo comparativo, da gennaio ad aprile di quest'anno sono stati diffusi 38 comunicati, mentre in tutto il 2023 ne sono stati pubblicati 250. L'UFPP, in conclusione, non ha ancora stabilito se vi sia stato un picco di download in seguito a quanto accaduto fra Mesolcina, Vallese e Vallemaggia.