Cinquant'anni fa il peggior incidente aereo verificatosi in Svizzera

Sono passati cinquant'anni da quel tragico 10 aprile 1973, giorno in cui — vicino a Hochwald, nel canton Soletta — si verificò il peggior incidente aereo mai registrato sul suolo elvetico. Un quadrimotore Vickers Vanguard, operato da Invicta International Airlines, si schiantò sulla collina dell'Herrenmatt, a una ventina di chilometri dall'aeroporto di Basilea-Mulhouse, sua destinazione. Il volo IM435 era partito da Bristol-Lulsgate e trasportava 145 persone: 139 passeggeri e 6 membri dell'equipaggio. Le forti nevicate che avevano colpito la regione nei giorni precedenti e quella stessa mattina resero difficili le operazioni di salvataggio: furono ben 108 le vittime del disastro aereo, 37 i sopravvissuti.

La neve e l'errore
Il Vanguard era partito alle 7.19 UTC da Bristol (le 8.19 in Svizzera, dato che non era ancora stata introdotta l'ora legale). A guidarlo c'erano i comandanti Anthony Dorman e Ivor Terry (qui in qualità di copilota). Il volo non registrò alcun problema fino all'avvicinamento all'aeroporto di Basilea-Mulhouse. È qui che, a causa della tempesta di neve che avvolgeva la regione, avvenne il disastro. Mentre preparava l'atterraggio, il volo 435 superò due radiofari di avvicinamento, denominati faro MN e BN, l'ultimo dei quali era il radiofaro più esterno del sistema di atterraggio strumentale dell'aeroporto. Ciò rese necessaria una "riattaccata", una manovra che prevede una ripresa di quota per permettere un migliore avvicinamento alla pista. Ma l'operazione portò il pilota fuori rotta: perso l'orientamento, i fari vennero conteggiati erroneamente, spingendo l'aereo più a sud rispetto alla pista di atterraggio. Le comunicazioni con la torre di controllo di Basilea evidenziarono come già durante il secondo avvicinamento, l'aereo fosse passato pericolosamente vicino al suolo: al Vanguard venne intimato di riprendere quota immediatamente. L'ultima comunicazione avvenne alle 10.13. Il controllore avvisò l'equipaggio dell'aereo di non essere in grado di vedere l'aereo sullo schermo radar: «Penso che voi non siate sul...siete a sud dell'aeroporto». Il volo 435 non rispose. Cercando di risalire, il velivolo toccò gli alberi sulla cresta dell'Herrenmatt e si schiantò sulle pendici della collina nei pressi di Hochwald.
I soccorsi
Tra i primi a raggiungere il luogo della tragedia vi fu Hansruedi Vögtli, allora capo dei pompieri di Hochwald. Oggi 88.enne, Vögtli è stato intervistato dal Basler Zeitung. Ricorda bene l'incidente: «Mi viene da piangere ogni volta che racconto di quel giorno». Proprietario di una fattoria nei pressi dell'incidente, aveva visto un aereo volare basso — troppo basso — e poi un rumore «strano e difficile da descrivere. Sembrava un fischio. E poi all'improvviso solo silenzio». È probabile, si è ricostruito in seguito, che nebbia fitta e neve abbiano attutito i rumori dello schianto. Vögtli, tuttavia, contattò la centrale dei pompieri e l'aeroporto per sapere qualcosa di un possibile "aereo scomparso". Ma un errore di comunicazione rallentò i soccorsi: «Va tutto bene», gli dissero. Non andava tutto bene.
L'allerta scattò solo un'ora più tardi. I soccorritori dovettero raggiungere la zona dell'incidente a piedi a causa della neve che rendeva inagibili le strade: il primo medico arrivò sul posto, insieme a un'ambulanza, solo alle 13: quasi 3 ore dopo l'incidente. Insieme ai primi soccorritori, Vögtli aveva intanto installato un ospedale di fortuna nella sua fattoria. I feriti vennero portati lì prima di poter essere distribuiti, nel tardo pomeriggio, negli ospedali della regione. I superstiti trovati, come detto, furono 37: tutti si trovavano nella coda dell'aereo — separatasi nello schianto — al momento dell'impatto.
Le indagini
Mentre la torre di controllo segnalava di non vedere sul proprio radar l'aereo, l'equipaggio insisteva di essere sul radiofaro. Sulla base di queste registrazioni si ipotizzò che un segnale disturbato o un'apparecchiatura di navigazione difettosa fossero alla base del tragico errore. Le indagini effettuate in seguito all'incidente portarono tuttavia a preferire l'ipotesi che oltre alle difficoltà meteorologiche, a contribuire al disorientamento e al conseguente verificarsi dell'incidente, vi fosse stata una serie di errori di lettura nella strumentazione di navigazione.
L'inchiesta rivelò che il capitano Dorman, alla guida dell'aereo, aveva notevoli carenze di formazione. Cittadino canadese, Dorman aveva iniziato l'addestramento al volo con la Royal Canadian Air Force nel 1963, ma fu presto interrotto a causa della sua «insufficiente attitudine al volo». Dopo il congedo dall'aeronautica, ottenne una licenza di pilota commerciale e pilota commerciale senior, ma dovette tentare più volte i test di abilitazione al volo per i differenti aerei (compresa la licenza per il Vickers Vanguard).

Oggi
Autorità, soccorritori e parenti hanno ricordato oggi con una cerimonia le vittime dello schianto di un aereo britannico a Hochwald presso il sito commemorativo posto non lontano dal luogo del disastro. Tra i presenti al momento di raccoglimento, oltre a numerosi famigliari delle vittime, il consigliere di Stato solettese Remo Ankli, l'ambasciatore britannico in Svizzera, James Squire, e il direttore di Euroairport, Matthias Suhr.
Per gli ospiti inglesi, l'incontro con i soccorritori e i contatti di lunga data con la popolazione della regione sono stati importanti, ha sottolineato il Comune. I parenti delle vittime si sentono ancora legati agli abitanti del villaggio e ai molti volontari intervenuti nell'operazione su larga scala di allora.