Coniugi, un altro passo avanti verso l'imposizione individuale

Si avvicina l’imposizione individuale per le coppie sposate. Anche il Consiglio degli Stati ha approvato, con alcune modifiche, il cambiamento di sistema che dovrebbe portare all’abolizione della tassazione congiunta e della cosiddetta penalizzazione fiscale del matrimonio, già denunciata più di 40 anni fa dal Tribunale federale, corretta dai Cantoni ma mai eliminata a livello federale. Il cumulo dei redditi combinato con la progressività dell’imposta federale diretta aumenta l’onere fiscale per le coppie sposate, che risultano sfavorite rispetto ai conviventi. I «senatori» hanno approvato il cambiamento di stretta misura: 23 voti favorevoli e 21 contrari. Anche lo scorso mese di settembre, al Nazionale, il verdetto era stato risicato (98 sì e 93 no) a dimostrazione di come il tema spacchi la classe politica: da un lato la maggioranza composta da PLR, PS, Verdi e Verdi liberali, dall’altra il blocco formato da Centro e UDC. Ma prima di arrivare in porto il testo dovrà ripassare dal Nazionale, presumibilmente in giugno, perché la Camera alta ha modificato alcune coordinate importanti. L’impatto della riforma dovrà essere ricalcolato. Solo a bocce ferme si capirà se ci saranno i presupposti per un’approvazione in Parlamento.
Il testo funge da controprogetto all’iniziativa popolare delle donne del PLR «Per imposte eque», che chiede un’imposizione indipendente dallo stato civile. L’obiettivo è duplice: eliminare il pregiudizio finanziario a danno dei coniugi e creare incentivi al lavoro. Si stimano dai 10 mila ai 47 mila impieghi a tempo pieno in più.
A tutti e tre i livelli
Il passaggio all’imposizione individuale è previsto a tutti e tre i livelli istituzionali: federale, cantonale (per questo 21 Cantoni si sono opposti in consultazione) e comunale. I coniugi saranno tassati separatamente come avviene oggi per le coppie non sposate. In pratica, ciascuno dovrà compilare la propria dichiarazione. Per contro, non sono previste deduzioni a favore dei nuclei monoparentali o per le coppie sposate con un solo reddito. La riforma prevede anche adeguamenti della tariffa fiscale a seconda della fascia di reddito. Il dibattito, iniziato la settimana scorsa, oggi si è incentrato prevalentemente sulle conseguenze finanziarie del passaggio all’imposizione individuale. «La riforma sarà costosa, nessuno lo nega. Per questo motivo è previsto un periodo di 10 anni per attutire lo shock», ha affermato la consigliera federale Karin Keller-Sutter.
Limitare le perdite di gettito
Sul tavolo c’erano diverse proposte per limitare le perdite fiscali, stimate in un miliardo di franchi all’anno (800 milioni di franchi per la Confederazione e 200 per i Cantoni). L’obiettivo è trovare la formula che penalizzi il minor numero possibile di persone. Diverse le possibilità studiate dai «senatori». Alla fine a spuntarla è stata la proposta di Eva Herzog (PS/BS), che prevede perdite fiscali inferiori, attraverso una modifica delle aliquote che chiamerebbe alla cassa i redditi alti. Senza questa modifica i socialisti non avrebbero dato il loro consenso.
Monoreddito meno sfavoriti
L’impatto dell’imposizione individuale non dipende solo dal reddito ma da come è suddiviso nella coppia. I coniugi con una ripartizione dei redditi piuttosto uniforme potranno aspettarsi uno sgravio fiscale. Idem numerosi coniugi pensionati. A parità di entrate complessive, il discorso cambia per i coniugi con un reddito unico (famiglia tradizionale) o un secondo reddito basso. Secondo la versione del Consiglio federale, se in una famiglia con due figli (l’esempio era stato riportato dall’AargauerZeitung) un coniuge guadagna 135 mila franchi e l’altro 15 mila l’IFD passerebbe dagli attuali 2.500 a 4.100 franchi. Ma se i loro 150 mila franchi fossero suddivisi in modo più uniforme (60% un coniuge e 40% l’altro) l’imposta ammonterebbe a 720 franchi. Nel progetto originario le deduzioni per i figli a livello di imposta federale diretta sarebbero dovute passare dagli attuali 6.600 a 12 mila franchi. Ma il coniuge che non lavora o che ha un reddito basso non avrebbe potuto dedurre integralmente la sua quota per i figli. Per gli avversari del progetto si trattava di una palese iniquità. Gli Stati hanno corretto questo meccanismo, inserendo la possibilità di trasferire le deduzioni per figli sul reddito principale nel caso di coppie sposate con una distribuzione molto disuguale delle entrate. Per evitare forti perdite fiscali la deduzione massima per figlio è poi stata portata a 10.700 franchi. Ma siccome questo cambiamento avrebbe sì reso la proposta politicamente più accettabile ma anche più alta la fattura per lo Stato, è stato deciso il ritocco delle aliquote fiscali.
Ritorno in officina
L’Amministrazione ora dovrà rifare i calcoli allo scopo di verificare sia l’impatto finanziario per gli enti pubblici sia per le coppie monoreddito o secondo reddito basso, che dovrebbero essere meno penalizzate. Secondo il progetto originario, una netta maggioranza delle coppie sposate avrebbe dovuto pagare meno a livello di imposta federale diretta. Bisogna vedere se è ancora il caso alla luce delle modifiche apportate dagli Stati. Il PLR non è soddisfatto della soluzione votata perché a suo avviso vengono massicciamente aumentate le imposte per i genitori e le persone sole. Se il Nazionale non correggerà il tiro, il PLR minaccia di ricorrere alle urne.