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Credito SWEETER: ancora divergenza fra le due Camere

Differenze fra Stati e Nazionale sullo strumento di promozione della ricerca – Oggi, con 109 voti contro 82, il Consiglio nazionale ha ribadito di voler limitare i fondi a 35,6 milioni di franchi per il solo periodo 2025-2028
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Ats
06.03.2025 10:19

Permane sempre una divergenza tra le due Camere in merito al credito d'impegno per lo strumento di promozione della ricerca SWEETER (Swiss Energy Research for the Energy Transition and Emissions Reduction). Oggi, con 109 voti contro 82, il Consiglio nazionale ha ribadito di voler limitare i fondi a 35,6 milioni di franchi per il solo periodo 2025-2028.

La Camera del popolo intende così sincronizzare il credito con la periodicità del messaggio ERI (educazione, ricerca e innovazione), hanno spiegato vari oratori borghesi.

Dal canto loro, gli Stati hanno sempre ribadito la necessità di coprire tutto il periodo allo scopo di fornire alle imprese private interessate una certa certezza nella pianificazione. Seguendo quanto chiesto dal Governo, i "senatori" vogliono pertanto sbloccare 106,8 milioni per il periodo 2025-2036. Una minoranza rosso-verde, guidata da Gabriela Suter (PS/AG), ha tentato invano di convincere il plenum ad allinearsi alla Camera dei cantoni.

Ma, al voto, il Nazionale ha seguito la propria maggioranza commissionale. "Un credito su dodici anni non è più compatibile con un mondo che cambia. Altri settori, come l'esercito o la cooperazione internazionale, devono convivere con programmi quadriennali", ha sottolineato Simone de Montmollin (PLR/GE) a nome della commissione.

Dal canto suo, il consigliere federale Albert Rösti, ha detto che il Governo avrebbe preferito il credito d'impegno inizialmente previsto su dodici anni e sempre difeso dal Consiglio degli Stati. Ma "può convivere con la scelta del Nazionale". Rösti ha invitato ad appianare la divergenza, precisando che l'esecutivo intende impiegare tali mezzi per l'energia e il clima.

Lo strumento di promozione della ricerca SWEETER completerà infatti i lavori del programma SWEET tra il 2025 e il 2036, focalizzandosi sull'approvvigionamento e la transizione del sistema energetico verso un sistema a zero emissioni di gas serra.

Il dossier ritorna quindi al Consiglio degli Stati.